Opéra di Marsiglia:”Poliuto”

Marsiglia, Théatre Municipal dell’Opéra, Stagione Lirica 2012
“POLIUTO”
Tragedia lirica in tre atti, libretto di Salvatore Cammarano, dalla tragedia Polyeucte di Pierre Corneille.
Musica di Gaetano Donizetti
Severo, proconsole VITTORIO VITELLI
Felice, governatore di Mitilene / Un cristiano PAUL ROSNER
Poliuto, magistrato e sposo di MASSIMILIANO PISAPIA
Paolina
DANIELA DESSI’
Callistene, gran sacerdote di Giove WOJTEK SMILEK
Nearco STANISLAS BARBEYRAC
Un cristiano ALAIN HERRIEAU
Coro e orchestra dell’Opéra di Marsiglia
Direttore Alain Guingal
esecuzione in forma di concerto
Marsiglia, 29 novembre 2012
Ha attratto un folto pubblico l’esecuzione in forma di concerto del “Poliuto” di Gaetano Donizetti al Teatro dell’Opera di Marsiglia. Una esecuzione che, anche se privata del fattore visivo,  ha soddisfatto i palati dei melomani e dei cultori del belcanto e ha così privilegiato l’ascolto della musica e degli artisti, confermando che certo teatro d’opera, soprattutto il melodramma ottocentesco,  è prima di tutto canto e  musicae e può anche vivere senza l’ausilio dell’allestimento. La prolifica produzione di Donizetti può apparire a volte “di mestiere”, certo è che la perfetta costruzione degli insiemi vocali, la perfetta distinzione in essi di ogni registro , l’equilibrio armonico ed i grandi virtuosismi concorrono al vero trionfo della vocalità. Il celebre tenore Adolphe Nourrit in un momento piuttosto difficile della sua carriera, chiese a Donizetti di comporre un’opera che potesse dare nuovo slancio alla sua fama e gli propose di prendere ispirazione  dal “Polyeucte”di Pierre Corneille. L’opera doveva debuttare  nel 1838 al teatro San Carlo, ma la censura borbonica si oppose alla rappresentazione  considerando il soggetto “troppo sacro”. Debuttò all’Opera di Parigi nel 1840, su libretto di Eugene Scribe in lingua francese con il titolo “Les Martyrs”, senza però la presenza di Nourrit, definitivamente sprofondato nel male psicologico che lo aveva minato. Nello stesso anno della  morte di Donizetti, avvenuta nel 1848, Poliuto  fu eseguito,  e proprio al Teatro San Carlo per il quale era destinato dieci anni prima.
Veniamo all’esecuzione. L’orchestra che è collocata sulla scena ha un volume sonoro che lascia passare le voci senza coprirle, sonorità perfettamente adeguate alla scrittura musicale di Donizetti in ogni sua sfumatura. I tempi scelti con esattezza danno vita all’azione sempre lasciando emergere le sezioni delle corde  nei momenti più lirici; ampio spazio è lasciato anche al bellissimo assolo del clarinetto che trae occasione per esprimere il proprio virtuosismo. Possiamo rimproverare al direttore un gesto un po’ danzante, cosa questa che toglie mordente alla sua direzione rendendo pericolosa la gestione dell’orchestra, ma che permette una maggiore libertà ai cantanti. Daniela Dessì (Paolina), celebre  cantante che ascoltiamo a Marsiglia per la prima volta. Paolina non è un ruolo tra i più complessi scritti da Donizetti per la voce di soprano, ma permette tuttavia di far apprezzare tutte le qualità vocali di un’interprete: acuti, agilità e lirismo e  così proposta in forma di concerto ci lascia apprezzare ogni nota. Quello che caratterizza Daniela Dessì è giustamente il senso dello stile e l’eleganza con la quale interpreta Paolina. La qualità del suo timbro ben si amalgama nei duetti e negli insiemi,  la buona tecnica le permette di eseguire il canto di  agilità con controllo e  precisione, canta con intelligenza riuscendo a trasmettere una reale emozione. L’unione di questi aspetti  riesce almeno in parte a mascherare gli evidenti  limiti di un registro acuto piuttosto  compromesso.
Massimiliano Pisapia  (Poliuto) anche lui per la prima volta ospite dell’Opera di Marsiglia con voce estesa, voluminosa e squillante seduce subito il pubblico. Questo ruolo si dimostra particolarmente congeniale alla sua voce di  tenore “all’italiana”, in grado anche  di variare nelle dinamiche e trasmettere emozione nei momenti più squisitamente lirici (ad esempio la bella linea tenuta nel duetto con Paolina nel terzo atto). Il ruolo di Severo è affidato al baritono Vittorio Vitelli, il quale con voce generosa ne fa un personaggio di grande levatura. Donizetti ha scritto per il baritono un ruolo veramente impegnativo, le arie richiedono una tessitura vocale estrema (fino al sol bemolle), note queste che Vitelli raggiunge con facilità e ampiezza di volume, senza alterarne il timbro. Il buon fraseggio e la voce rotonda ed energica forgiano un personaggio valoroso e un cantante completo adatto a molti grandi ruoli  scritti per la sua vocalità. Wojtek Smilek  (Callistene). Non delude le nostre aspettative mostrando una voce calda e corposa, acuti brillanti e buona musicalità. Tuttavia il registro grave risulta piuttosto opaco.  Stanislas Barbeyrac (Nearco) è un giovane tenore dalla voce chiara e dallo stile puro canta con morbidezza e musicalità. Il vibrato stretto degli acuti non è sgradevole, il suo fraseggio apprezzabile. E’ sicuramente un cantante ideale per il repertorio mozartiano. Paul Rosner (Felice, un cristiano) e Alain Herrian (un cristiano) hanno completato positivamente il cast. Giudizio positivo per il coro grazie alle sezioni omogenee e molto coinvolte emozionalmente. Un’opera raramente eseguita, ma all’altezza dei migliori lavori di Donizetti, notevole soprettutto per la bella scrittura  vocale. Foto Christian Dresse.