Madrid, Teatro Real: “Il Prigioniero” e “Suor Angelica”

Madrid, Teatro Real, Stagione Lirica 2012/2013
IL PRIGIONIERO”
Opera in un Prologo, un atto e quattro quadri su libretto dell’autore, tratto da La légende d’Ulenspiegel et de Lamme Goedzak di Charles de Coester e dal racconto La torture par l’ésperance di Philippe-Auguste Villiers de l’Isle Adam.
Musica di Luigi Dallapiccola 
La madre DEBORAH POLASKI
Il prigioniero GEORG NIGL
Il carceriere / Il grande Inquisitore DONALD KAASCH
Primo sacerdote GERARDO LÓPEZ
Secondo sacerdote DAVID RUBIERA
SUOR ANGELICA”
Opera in un atto su libretto di Giovacchino Forzano.
Musica di Giacomo Puccini
Suor Angelica JULIANNA DI GIACOMO
La zia principessa DEBORAH POLASKI
La badessa MARÍA LUISA CORBACHO
La suora zelatrice MARINA RODRÍGUEZ-CUSÍ
La maestra delle novizie ITXARO MENTXAKA
Suor Genovieffa AUXILIADORA TOLEDANO
Suor Osmina MAIRA RODRÍGUEZ
Suor Dolcina ROSSELLA CERIONI
La suora infermiera ANNA TOBELLA
Prima cercatrice SANDRA FERRÁNDEZ
Seconda cercatrice MAITE MARURI
La novizia LEGIPSY ÁLVAREZ
Prima conversa DEBORA ABRAMOWICZ
Seconda conversa CAROLINA MUÑOZ
Soprano ESTHER GONZÁLEZ
Orchestra e Coro del Teatro Real
Coro “Intermezzo”, Pequenos Cantores de la Jorcam
Direttore lngo Metzmacher
Maestro del Coro Andrés Máspero
Voci bianche dirette da Ana González
Regia Lluís Pasqual
Scene Paco Azorín
Costumi lsidre Prunés
Luci Pascal Mérat
Nuovo allestimento con Gran Teatre del Liceu, Barcellona
Madrid, 6 novembre 2012
Le due opere che compongono questo dittico presentato al Teatro Real, sono storicamente lontani tra loro:  Suor Angelica andò in scena nel 1918 mentre  Il Prigioniero nel 1949. Il  divario generazionale tra Dallapiccola e Puccini è notevole, ma già in Puccini era presente l’attenzione per i nuovi linguaggi del percorso dodecafonico avviato in Germania da  Arnold Schönberg (anche se Puccini morì  lo stesso anno della prima esecuzione del Pierrot Lunaire). Anche l’approccio del Dallapiccola alla dodecafonia fu assai personale (anche a causa dell’isolamento creatosi in conseguenza al secondo conflitto mondiale). Nonostante la sua conoscenza di Alban Berg e Anton Webern, Dallapiccola è rimasto sostanzialmente lontano dalla  Seconda Scuola Viennese.
Per quanto riguarda il soggetto e lo sviluppo della  drammaturgia di questi due lavori, troviamo, come elemento comune, la speranza che finisce nella  morte e un personaggio, una madre, che segna il nesso di entrambe le opere. Le differenze musicali e compositive sono grandi ma, in Puccini si può vedere l’uso di alcune “serie cromatiche”, che saranno utilizzate anche da Dallapiccola, sviluppate da quest’ultimo secondo la propria visione della tecnica dodecafonica. In Puccini, tuttavia, è sentita anche l’influenza impressionista, in particolare Ravel. E’ un peccato che la “politonale” aria “Amici fiori, voi mi compensate”, meglio conosciuta come “Aria dei fiori” e originariamente presente nella prima versione di Suor Angelica,  sia stata eliminata dal compositore nella revisione  che attuò  nel 1922. Nell’opera di Dallapiccola  il peso psicologico e lo sviluppo dell’azione è espresso sostanzialmente dalla musica perché l’azione teatrale è alquanto ridotta. In Forzano, al contrario lo sviluppo drammatico è più legato all’azione.
Questo allestimento, ben condotto da Lluís Pasqual, ha utilizzato efficacemente l’elemento simbolico che appare nel lavoro di Philippe-Auguste Villiers de l’Isle Adam, ossia una grande gabbia che ha cupamente contrassegnato la parte visiva di  tutte e due le opere. Sul piano interpretativo, nel titolo di Dallapiccola abbiamo avuto la presenza catalizzante del  baritono Georg Nigl, che potremmo quasi definire uno specialista del teatro musicale del XX secolo. Niegl ha dato una più che convincente interpretazione del difficile ruolo del prigioniero, un personaggio con una grande profondità psicologica e con una vocalità spesso spinta al limite del canto. Entrambi gli aspetti sono stati coperti in modo straordinario, senza problemi, con voce di buona ampiezza e senza eccessi espressivi, cosa assai facile in questo ruolo. Ha convinto invece di meno il tenore Donald Kaasch (Il carceriere e il grande Inquisitore). Non è parsa chiara la sua costruzione del personaggio, sia scenicamente che vocalmente. La sua linea di canto è parsa alquanto debole, forse nel tentativo di mostrare l’apparente bontà di quello che, in realtà, è un carnefice. Kaash è rimasto su uno stato di irrisolta ambiguità. I due sacerdoti, cantati dagli spagnoli Gerardo Lopez e David Rubiera, rispettivamente tenore e baritono, hanno saputo ben valorizzare i loro brevi interventi. Deborah Polaski è un nome assai noto nel panorama lirico internazionale. Celebre soprano drammatico, la Polaski si è qui cimentata nel doppio ruolo della Madre e della Zia Principessa. Proprio in quest’ultimo ruolo ha saputo ottenere gli esiti migliori, mentre nell’opera di Dallapiccola, la Polaski ha mostrato evidenti limiti di autenticità e  credibilità nel canto, oltre a potenza vocale e di proiezione del suono. Solo grazie alla sua solidità professionale, la Polaski ha saputo gestire la situazione senza creare situazioni di empasse vocale-interpetativo.
In Suor Angelica, la Polaski si è mossa sulla scena con maggiore convinzione. Il canto, meno scopertamente drammatico, è parso molto accattivante.  Il resto del cast, tutto al femminile, è stato di ottimo livello, a partire dalla Suora Angelica di  Julianna Di Giacomo che  ha entusiasmato  il pubblico madrileno, con un canto molto espressivo, anche se, nel finale, non privo di tensioni nel registro acuto. Nel lungo elenco delle presenze femminili del cast, possiamo citare, in modo particolare, alcune valenti cantanti: Maria Luisa Corbacho (la badessa),  Marina Rodriguez Cusi (la suora zelatrice), Itxaro Mentxaka (la maestra delle novizie), Auxiliadora Toledano (Suor Genoveffa), Sandra Ferrández (prima cercatrice), Anna Tobella (suora infermiera) e Maite Maruri (seconda cercatrice). Un elenco di cantanti spagnole che fa ben sperare su una certa ripresa della qualità vocali e interpretative della scuola di canto iberica. Lo dimostra anche l’ottima prova offerta dai Cori del Teatro Real, “Intermezzo” e voci bianche “Jorcam” (I ruoli di Suor Dolcina, Suor Osmina, la novizia e due converse, sono stati cantati da voci soliste del coro). Il M° Ingo Metzmacher, infine, ha  concertato con  squisita musicalità, non tralasciando nessun dettaglio e mostrando una costante e precisa attenzione alle esigenze del canto. L’Orchestra Teatro Real ha risposto con grande precisione e professionalità alle sollecitazioni del direttore, ottenendo un ottimo risultato.