Cesena, Teatro Bonci:”Dido and Aeneas”

Cesena, Teatro A.Bonci
“DIDO AND AENEAS”
Opera in tre atti su libretto di Nahum Tate.
Musica di Henry Purcell
Dido CRISTINA ALUNNO
Aeneas MAURO BORGIONI
Belinda VITTORIA GIACOBAZZI
Second Woman MARGHERITA PIERI
Sorceress CARLO VISTOLI
First Witch COSTANZA FONTANA
Second Witch MARINA MARONCELLI
Spirit JACOPO FACCHINI
Sailor ANDREA FERMI
Ensemble del Dipartimento di Musica antica e Coro da Camera  del Conservatorio “B. Maderna”
Danzatori di Faenz’Danza
Direttore Luca Giardini
Maestro del Coro Paola Urbinati
Regia Gabriella Medetti
Scene  Francesca Tagliavini
Costumi “Collettivo di Costume”
Coreografia Sara Buratti, Federica Zani
Luci Fiammetta Baldisseri  
Cesena, 27 ottobre, 2012

In questi tempi di crisi, non è infrequente che le sorprese più belle vengano dalle scuole. Ogni anno il Conservatorio “Bruno Maderna” di Cesena organizza il progetto “Primo palcoscenico” che porta in scena giovani cantanti selezionati tramite audizioni, l’orchestra del conservatorio, le scenografie dell’Accademia delle Belle Arti di Bologna – Sede di Cesena e i costumi dell’Ipsia “Comandini”, ultimamente non dedicandosi a deprimenti messinscene di Tosca o Traviata o simili titoli di “grande repertorio”, ma a opere più adatte a un cast giovanile.
La scelta quest’anno è caduta su Dido and Aeneas di Purcell, opera che nel corso del Novecento è divenuta praticamente di repertorio nei teatri di tutto il mondo, grazie all’amore che gli inglesi portano alle cose loro (che contrasta orribilmente con l’indifferenza e forse il fastidio che gli italiani riservano al loro patrimonio culturale). L’operina, per lo più composta da songs molto semplici, basati su ritmi di danza, non raggiunge le vette di fantasia delle opere coeve italiane che imita (che naturalmente sono molto più sconosciute al grande pubblico di oggi per le ragioni di cui sopra – si può citare ad esempio l’oratorio San Giovanni Battista di Stradella, che è relativamente noto). Pur tuttavia è una partitura molto piacevole e che non sarebbe priva di valori teatrali, nonostante il libretto sia altamente dispersivo e si dimentichi spesso di Didone e, soprattutto, di Enea, preferendo concentrarsi su dettagli apparentemente irrilevanti: streghe cattive, marinai alcolizzati, racconti mitologici, descrizioni del paesaggio, ecc… probabilmente per limitazioni dovute al primo cast, o anche – secondo alcuni – ad oscure allusioni allegoriche che per noi sono ormai lettera morta.
Compito della regia in quest’opera sarebbe quello di ricondurre tutti questi episodi centrifughi sotto un comune denominatore e, magari, di scavare un po’ nella psicologia della protagonista, così che, quando alla fine arriva il famoso lamento “When I am laid in earth”, il pubblico possa viverlo come qualcosa di più che una canzone orecchiabile. Non così ha fatto la regista di questo allestimento, Gabriella Medetti, che si è limitata ad alcuni eleganti movimenti “post-wilsoniani”, evitando di addentrarsi nella recitazione. Lo spettacolo, comunque, è gradevole e scorre molto bene, ravvivato anche dalle coreografie di Sara Buratti e Federica Zani con i danzatori di Faenz’a danza.
L’esecuzione musicale è stata guidata con eleganza e precisione dal violinista Luca Giardini, dal noto pedigree barocco (Accademia Bizantina, Giardino Armonico, ecc…) e docente di Violino barocco nel Conservatorio di Cesena. Due sono stati gli unici errori di calcolo: un clavicembalo assurdamente amplificato (sic!), tanto da coprire gli archi e spesso le voci, e una Didone (Cristina Alunno) con una voce non disprezzabile, ma con una dizione inintelligibile e del tutto priva del carisma richiesto dal ruolo. Molto appropriato il resto del cast, in particolare la deliziosa Belinda (Vittoria Giacobazzi), angelica nel timbro e scattante nelle agilità, e l’espressivo Enea (Mauro Borgioni), un baritono dalla voce non bella (piuttosto “indietro”) ma capace di molti colori. Eccellente la prova del coro del Conservatorio di Cesena, guidato da Paola Urbinati. P.V.Montanari