Teatro Lirico di Cagliari:”Nabucco”

Cagliari, Teatro Lirico, Stagione Lirica 2012
“NABUCCO
Dramma lirico in quattro parti, libretto Temistocle Solera, dal dramma Nabuchodonosor di Auguste Anicet-Bourgeois e Francis Cornu e dal ballo Nabuccodonosor di Antonio Cortesi.
Musica Giuseppe Verdi 
Nabucco  PAOLO CONI
Ismaele  ALESSANDRO LIBERATORE
Zaccaria MATTIA DENTI
Abigaille  DIMITRA THEODOSSIOU
Fenena TIZIANA CARRARO
Il Gran Sacerdote  SEUNG PIL CHOI
Abdallo
NICOLA PAMIO
Anna  FRANCESCA SECONDINO
Orchestra e Coro del Teatro Lirico
Direttore Donato Renzetti
Maestro del Coro Marco Faelli
Regia Leo Muscato
Scene Tiziano Santi
Costumi Silvia Aymonino
Luci Alessandro Verazzi
Nuovo allestimento del Teatro Lirico di Cagliari in coproduzione con l’Ente Concertidi Sassari “Marialisa de Carolis” di Sassari.
Anche il Teatro Comunale di Cagliari, sulla scia delle scelte praticate da numerosi Teatri Italiani, ha messo in scena Nabucco, celebre e amatissimo titolo verdiano  di sicuro richiamo per il pubblico che, anche in questa occasione, non ha mancato numeroso ed entusiasta all’appuntamento. Ha diretto  Donato Renzetti. Una concertazione, la sua, che potremmo definire semplice e chiara, ma non per questo meno appassionata e persuasiva, mai casuale nel trasmettere tutti i sentimenti che animano la partitura. La direzione di Renzetti sicuramente si inscrive come esempio della più alta e nobile tradizione interpretativa del melodramma italiano di una generazione di grandi direttori ormai in via d’estinzione.
L’orchestra, che in Nabucco tenderebbe alcune volte ad avere suoni che ricordano le sonorità bandistiche, in quest’occasione ha dato grande capacità alla ricerca del sinfonismo più alto, soddisfacendo anche i palati più fini. Forse gli ottoni avrebbero dovuto scavare di più i contenuti espressivi dei loro strumenti, andando alla ricerca di maggiori effetti ed “affetti” che partono dal più semplice gioco, quasi ovvio, dei forti e dei piani, fino a dare risalto agli accenti “tonici” delle frasi musicali, mettendo in maggiore risalto ciò che noi chiameremo “l’espressione ritmica” nelle dinamiche tonali delle felici parti a loro assegnate dal compositore.
La regia di Leo Muscato ha rispettato alcuni aspetti classici dell’opera proponendo al pubblico uno spettacolo fresco, mai noioso, gestito con un’ottima coreografia e appropriato gioco di luci. Erano curati tutti i particolari, dalla gestualità dei solisti,  ai particolari dei costumi e del trucco.  Purtroppo un po’ meno curato il Coro per quanto riguarda il trucco: troppe capigliature eccessivamente “spigliate” e “disinvolte”. Peccato: occorrerebbe pretendere  una maggiore adesione alle scelte sceniche e coreografiche.
Il Coro, per altro, preparato da Marco Faelli ha cantato in modo eccellente, esaltando al massimo il pubblico nella bellissima interpretazione de “Gli arredi festivi” e dell’eccelso “Va pensiero” regalando come sempre emozione ed arte sublime.
La nota un po’ dolente, invece, è stata il Cast dei solisti. Tutti nomi conosciuti ed amati dal pubblico, ma non sempre, in questa occasione, e a nostro avviso, all’altezza delle attese.
Il baritono Paolo Coni (Nabucco), ha affrontato la partitura egregiamente per quanto riguarda i cantabili, i centri, il fraseggio, ma purtroppo risultava  fortemente sofferente nella zona del passaggio e degli acuti, sempre fissi ed aperti soprattutto sulle vocali “e” ed “a”. Non sappiamo se questa fosse una sua scelta estetica o fosse il risultato di una difficoltà irrisolta, ma sta di fatto che la differenza di contenuto vocale espresso nel bel centro messa a confronto con la zona passaggio-acuto era fin troppo evidente, facendo perdere efficacia all’intera esecuzione.
Il soprano tanto atteso Dimitra Theodossiou (Abigaille) ci è sembrata una grande interprete in una veste, però, che non le appartiene completamente. Non abbiamo apprezzato i continui smorzando degli acuti nei momenti nei quali ci si aspettava delle sonorità corpose e massicce, alla pari dell’orchestra. A fronte della zona grave, forte ma eccessivamente di petto, la zona acuta, seppure espressiva, appariva rimpicciolita e stretta, quasi da soprano leggero.
Mattia Denti (Zaccaria)ha indubbiamente delle qualità vocali non comuni. Uno strumento ampio al quale però non corrisponde un fraseggio nobile e profondo. E’ auspicabile che questo cantante punti a una maggiore  ricerca di colori e soprattutto di una maggiore espressività non di maniera, del ruolo affidatogli per arrivare ad essere un vero basso verdiano. Ottimo l’apporto vocale e scenico di  Alessandro Liberatore (Ismaele), Tiziana Carraro (Fenena) e Nicola Pamio (Abdallo). Piuttosto alterno Seung Pil Choi (Gran Sacerdote di Belo). Corretta Francesca Secondino (Anna). Successo  di pubblico caloroso e generoso per tutti gli interpreti.