Sassari, Teatro Comunale: “Roméo et Juliette”

Sassari, Teatro Comunale, Stagione Lirica 2012
“ROMÉO ET JULIETTE”
Opera lirica in cinque atti. Libretto di Jules Barbier e Michel Carré, da Shakespeare.
Musica di Charles Gounod
Juliette BURCU UYAR
Stéphano ALESSANDRA PALOMBA
Gertrude LARA ROTILI
Roméo JEAN-FRANÇOIS BORRAS
Tybalt BLAGOJ NACOSKI
Benvolio ANDREA GIOVANNINI
Mercutio FRANCESCO VERNA
Paris GIANLUCA MARGHERI
Grégorio LUCIO MAUTI
Capulet DARIO RUSSO
Frére Laurent ENRICO TURCO
Le Duc ANTONIO BARBAGALLO
Orchestra dell’Ente Concerti “Marialisa De Carolis”
Coro Polifonico “Santa Cecilia” di Sassari
Direttore Sergio Alapont
Maestro del Coro Gabriele Verdinelli
Regia e scene Andrea Cigni
Costumi Giovanna Buzzi
Disegno luci Fiammetta Baldiserri
Allestimento dei Teatri Verdi di Pisa, Alighieri di Ravenna e del Centro Servizi Culturali Santa Chiara di Trento
Sassari, 12 ottobre 2012
La Stagione Lirica 2012 a Sassari, presentata anche quest’anno dall’Ente Concerti Marialisa de Carolis, ha proposto, come prima, l’opera “Roméo et Juliette” di Charles Gounod; da sottolineare i diversi motivi d’attrazione per tale proposta: prima di tutto il debutto per la città di un capolavoro che, dopo un lungo disinteresse dei teatri italiani, negli ultimi anni sta conoscendo un’attenzione assolutamente dovuta, oltre che per le celeberrime pagine di repertorio, anche per la coerenza musicale e drammaturgica di tutta l’opera.
Qualunque ragione passa però in secondo piano di fronte all’altro debutto più importante: quello del nuovo Teatro Comunale, finalmente alla prova delle scene dopo un lunghissimo iter progettuale e costruttivo, ancora non del tutto ultimato. L’effetto d’insieme della sala nel complesso è gradevole ma lasciano perplessi alcuni dettagli: da diversi punti la visibilità del palcoscenico è fortemente limitata, l’acustica appare amalgamata e ampia per ciò che viene dalla buca dell’orchestra, mentre il palco è piuttosto definito. Sicuramente è favorito un ascolto analitico a scapito della fusione nelle scene d’insieme. Comunque l’effetto dal centro della sala è ampio ed equilibrato.
Il collaudato allestimento di Andrea Cigni è funzionale ed elegante nella sua estrema sobrietà: una sala blu con varie porte su tutti i lati e un rialzo centrale diventano luogo unico per tutte le scene. Saranno l’apertura e la chiusura delle porte e i bei tagli di luce a caratterizzare in modo essenziale l’ambientazione dei vari atti, insieme ad altri pochi elementi indicativi. Anche i costumi collocano l’azione in uno spazio temporale, sicuramente moderno, ma non esattamente definito, assolutamente logico per l’archetipo dramma d’amore di ogni tempo. Una balconata nel bordo superiore della scenografia crea uno spazio scenico superiore, funzionale per l’allestimento ma un po’ in secondo piano per la resa sonora dell’insieme. La recitazione, realistica e con un forte temperamento drammatico, tende a sottolineare maggiormente gli aspetti conflittuali del dramma più che l’estasi amorosa; estasi ovviamente tutta sulle spalle dei due protagonisti, il soprano Burcu Uyar e il tenore Jean-François Borras, capaci di un’ottima prova e lungamente applauditi al termine delle arie più note, in particolare alla fine della scena nel quarto atto quando il pubblico ha tributato un’autentica ovazione alla protagonista che ha dimostrato avere una vocalità smagliante, facilità in tutte le zone del registro e varietà d’espressione. Qualità che troviamo anche in Borras, particolarmente apprezzabile nelle mezze voci e nei momenti intimi della partitura, pur non mancando di buon temperamento nelle scene d’insieme: un interprete ideale del ruolo. Sergio Alapont li asseconda bene con una direzione ricca di sfumature agogiche e di temperamento. Apprezzabile il Mercutio di Francesco Verna, solido nell’emissione e capace di ritagliare un personaggio ricco di sfumature. Buono il debutto del mezzosoprano di Porto Torres Lara Rotili nella parte di Gertrude. Nel complesso è apprezzabile un buon impegno scenico e non mancano alcune qualità timbriche, ma si sentono anche voci fuori ruolo, vibrati eccessivamente larghi .
Equilibrata in tutte le sezioni è apparsa l’Orchestra dell’Ente che ha beneficiato più di chiunque altro delle sonorità nel nuovo teatro.
Buon successo e applausi per tutti al termine della rappresentazione da parte del non numerosissimo pubblico. Un debutto quindi positivo per l’Ente Concerti che ha dimostrato di ben operare nonostante le non ampie risorse.