Roma, Auditorium Parco della Musica, Stagione Concertistica 2012/2013
Inaugurazione stagione 2012 – 2013
Orchestra e Coro dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia
Direttore Antonio Pappano
Maestro del Coro Ciro Visco
Anton Bruckner: Sinfonia n. 9 in re minore
Giuseppe Verdi: Quattro pezzi sacri: Ave Maria per coro a quattro voci; Stabat Mater per coro e orchestra; Laudi alla Vergine Maria per coro femminile a quattro voci; Te Deum per doppio coro e orchestra.
Roma, 13 ottobre 2012
Alla presenza del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e del Sindaco di Roma Gianni Alemanno, si è aperta la stagione sinfonica 2012-2013 dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia con un intenso programma dal carattere profondamente spirituale: l’ultima grande fatica di Bruckner, la Sinfonia n. 9, considerata una sorta di testamento musicale del compositore e Quattro pezzi sacri di Verdi.
Il primo uomo di fede e di indole semplice, il secondo dal genio complesso, non cattolico credente ma dotato di un suo proprio spirito religioso.
Sir Antonio Pappano sceglie di dirigere senza bacchetta, a mani nude, come a voler plasmare direttamente tutta l’energia ricevuta dall’importante organico dell’orchestra che tuttavia nell’attacco della Sinfonia n. 9 tradisce una certa emozione della “prima” creando un’idea di iniziale scollamento (succede anche ai migliori). All’orchestra si aggiunge il coro nella seconda parte del programma con i Quattro pezzi sacri. Dall’Ave Maria al Te Deum, ogni brano nasconde il cuore dello stile verdiano, proposto magnificamente dal coro dell’Accademia di Santa Cecilia e preparato con inconfondibile raffinatezza dal Maestro Ciro Visco, che riesce ad intepretare pienamente l’essenza del disegno compositivo commuovendo il pubblico investito dalla potenza di una preghiera drammatica. Anche il Te Deum, solitamente un brano di maestosa celebrazione, diventa nell’idea di Verdi un’invocazione disperata dove alla grandiosa esultanza del Sanctus si contrappongono momenti, seppur di ispirazione liturgica, aridi di speranza nel conforto della Fede.
La Nona sinfonia, come ha dichiarato Antonio Pappano alla conferenza stampa di apertura della stagione, “a differenza del sinfonismo di Gustav Mahler [pervaso dall’incombente ed inevitabile destino dell’uomo], Bruckner ci pone molte domande”; sono interrogativi esistenziali di un uomo anziano e malato che anela al dialogo con il Creatore, un desiderio di elevarsi dalla materialità che si rispecchia nelle numerose progressioni ascendenti nelle tre parti che costituiscono la struttura incompleta della sinfonia. Oltre ai tre movimenti, infatti, Anton Bruckner immaginava un Finale che rimase gran parte nella mente del musicista. Ma forse le ultime battute spettano al congedo del compositore dalla vita terrena, un’incompiutezza che raggiunge la sua perfezione nel fine ultimo dell’esistenza umana.Foto ©Musacchio & Ianniello