Parigi, Salle Pleyel, Stagione concertistica 2012/2013
“TRISTAN UND ISOLDE”
Azione in tre atti, libretto e musica di Richard Wagner
Tristan CHRISTIAN FRANZ
Re Marke PETER ROSE
Isolde NINA STEMME
Kurwenal DETLEF ROTH
Brangäne SARAH CONNOLLY
Melot RICHARD BERKELEY-STEELE
Un giovane marinario PASCAL BOURGEOIS*
Un pastore CHRISTOPHE PONCET*
Un pilota RENAUD DERRIEN*
* Solisti del Coro di Radio France
Coro Maschile di Radio France
Orchestre Philharmonique de Radio France
Direttore Mikko Franck
Maestro del Coro Matthias Brauer
(esecuzione in forma di concerto)
Parigi, 13 ottobre 2012
Per questa versione concertante del Tristan und Isolde, il direttore d’orchestra Mikko Franck ha avuto solo quattro giorni per prepararsi. Sostituire il carismatico Myung-Whun Chung, il direttore d’orchestra dell’Orchestre Philharmonique de Radio France, il cui figlio era stato coinvolto in un grave incidente automobilistico la settimana prima, è stato decisamente una sfida, soprattutto considerato che il concerto è stato trasmesso dal vivo su France Musique. il trentaduenne Mikko Franck, alla sua prima esibizione con questo lavoro, ha ottenuto un successo eccezionale. Ha conferito a questo lavoro un’energia incalzante ed eccezionale.
Mikko Franck è andato dritto al cuore della musica con indicazioni chiare e una semplicità che hanno permesso di evitare esagerazioni. Mentre il Preludio cresceva continuamente in intensità fino ad arrivare al suo culmine, Mikko Franck e l’Orchestre Philharmonique de Radio France hanno collaborato con un’ottima sintonia. È facile capire come mai questo direttore stia rapidamente diventando una figura di rilievo sulla scena internazionale.
Nina Stemme ha fornito una prova magistrale, confermandosi ancora come una delle più grandi interpreti wagneriane di oggi. Solo nella scorsa stagione parigina, ha trionfato nel ruolo di Elisabeth in Tannhäuser all’Opera Bastille, nel ruolo di Brünnhilde in una versione concertante di Die Walküre al Théâtre des Champs Elysées, e ora alla Salle Pleyel nei panni di Isolde. La sua naturale proiezione le ha permesso di preparare con intelligenza il proprio personaggio. La Stemme può cantare da qualsiasi parte del palco, con qualsiasi acustica. La sua voce non si è mai persa, perfino nel registro grave ha cantato con tono sicuro e costante senza mai cantare di petto. Il suo Liebestod è stato rapsodico e ben studiato.
Una versione concertante di Tristan und Isolde su un palco aperto come quello della Salle Pleyel presenta comunque seri problemi di acustica. Per una parte del cast, questa fusione armonica di voci con l’incantevole tessitura orchestrale è stata più difficile da ottenere. Benché la Stemme non ne abbia mai risentito, non ha avuto alcun contatto visivo con Mikko Franck finché non lo ha baciato alla fine dell’esibizione. Su un palco, il fraseggio (e in particolare il rubato) può essere calcolato con più precisione quando il contatto visivo con la bacchetta è maggiore.
Nella sua lunga scena di apertura con Isolde, Sarah Connolly (Brangäne) è sembrata a disagio di fronte all’orchestra. In un contesto in cui la narrazione trionfa sulla drammaturgia, la sua voce è sembrata scoperta, quasi isolata. Tuttavia, quando nel secondo atto i suoi magnifici versi verso la fine del duetto fra Tristan e Isolde, normalmente cantati fuori dal palco, sono stati cantati dalla sinistra degli scanni del coro, la sua voce è riuscita con grazia a integrarsi con l’orchestra, dando una reale impressione di omogeneità.
Il tenore Christian Franz (Tristan) è quello che ha avuto le maggiori difficoltà. Il suo uso del Sprechgesang per il ruolo è stato interessante. Ma in una tale acustica, è sembrato che non avesse affatto una gran voce e i suoi versi mancavano di omogeneità con la tessitura orchestrale. Nel terzo atto, ha fornito la prova più felice delle proprie doti canore con una buona caratterizzazione del delirio di Tristan. Ma in altri momenti, di solito nei passaggi in forte, gridava con tutta la sua forza, voltando anche le spalle al pubblico, forse in cerca di una maggiore coesione armonica con l’orchestra.
Il basso Peter Rose, con freddezza di stile e fraseggio, timbro penetrante e ritmo nobile, è stato una scelta perfetta per il ruolo del Re Marke. Ha anche tratto vantaggio dal continuo contatto visivo col direttore d’orchestra.
Il tenore Richard Berkeley–Steele (Melot) ha anch’egli sfruttato lo spazio con intelligenza, facendo sfoggio di una dizione chiara e di un’esecuzione audace.
Il baritono Detlef Roth (Kurwenal) ha dato una prova eccezionale grazie a due qualità che ha in abbondanza, ritmo ed un incredibile senso del legato. Forse l’esempio più grande in questo senso si è avuto quando, nel mezzo dell’energia nervosa e contagiosa del terzo atto, ha cantato il pensieroso Mein Herre Tristan! Schrecklicher Zauber! con un legato semplicemente strappacuore.
L’Orchestre Philharmonique de Radio France ha dimostrato ancora una volta di essere una delle orchestre più importanti di Francia. I fiati e gli ottoni in particolare sono spettacolari. Il clarinetto basso è stato notevole, ma ancor di più lo è stato il corno inglese che ha suonato da solista dal primo balcone nel terzo atto.
Il coro maschile di Radio France ha fornito una buona prova, incluse tre parti soliste interpretate da altrettanti membri del coro, i tenori Pascal Bourgeois, Christophe Poncet e il baritono Renaud Derrien.