Marsiglia, Opéra, Stagione Lirica 2012/2013
“CARMEN”
Opéra-comique in quattro atti
Libretto di Henri Meilhac e Ludovic Halévy
Musica di Georges Bizet
Carmen GIUSEPPINA PIUNTI
Micaela ANNE-CATHERINE GILLET
Frasquita JENNIFER MICHEL
Mercedes BLANDINE STASKIEWICS
Don José LUCA LOMBARDO
Escamillo JEAN-FRANCOIS LAPOINTE
Dancairo ARMANDO NOGUERA
Remendado STEPHANE MALBEC GARCIA
Zuniga PHILIPPE FOURCADE
Morales CHRISOPHE GAY
Coro e Orchestra dell’Opéra di Marsiglia
Maîtrise des Bouches-du-Rhône
Direttore Nader Abbassi
Regia Nicolas Joël
Ripresa da Stéphane Roche
Scene Ezio Frigerio
Costumi Franca Squarciapino
Luci Vinicio Cheli
Allestimento del Théâtre du Capitole de Toulouse
Marsiglia, 4 ottobre 2012
Carmen, il capolavoro immortale Georges Bizet, ha aperto la nuova stagione del Teatro dell’Opera di Marsiglia. Un titolo non casuale, ma che si inserisce nel tema “mediterraneo” Marsiglia 2013 città della Cultura. Quest’opera, una delle più rappresentate nel mondo, era dunque molto attesa, in una regia firmata Nicolas Joël (ripresa da Stéphan Roche). Una produzione non recentissima e di impronta tradizionale, ma non troppo. Le scene imponenti sono sì, ma non evocative: una grande scala nera che riempie un’enorme spazio in cui si muovono le sigaraie in costumi scuri o neri e l’illuminazione in controluce, più che una piazza del sud spagnolo ci ricorda piuttosto un quadro fiammingo. Questa lettura ha però un fine particolare; essa, allontanandoci volutamente da tutto il folklore e lo scontato clima andaluso, ci immerge nel cuore del dramma: è, per la prima volta, una Carmen vissuta interiormente. Qui emergono i sentimenti attraverso la perfetta fusione della musica e il gioco scenico degli artisti. La regia e i movimenti delle masse, come il coro dei bambini e la zuffa delle donne sono magistralmente diretti all’interno di questo spazio crepuscolare che splenderà della luce sivigliana solo nel quarto atto. Dalle prime note del preludio che apre quest’opera siamo immersi nell’atmosfera festiva della corrida dove il dramma è sempre latente ed una recitazione perfettamente realista permette allo spettacolo di essere vissuto e non solo guardato.
La lettura del direttore d’orchestra Nader Abbassi è coerente, non ovvia. Senza mai trascinare il tempo e senza volgarità alcuna fa emergere i lati eleganti e raffinati dell’orchestra. E’ un’interpretazione che permette agli strumenti, mantenendo suoni pieni, rotondi e una varietà di colori, di esprimersi con delicatezza, particolarmente nel preludio del terzo atto, apice della poesia, dove ritroviamo tutta l’arte di Bizet. Dopo l’impatto iniziale e dubbioso dovuto alla scenografia, ora ho l’impressione di vivere una nuova Carmen.
Qui ogni personaggio possiede il fisico adatto al ruolo, cosa assai rara. Luca Lombardo è Don José. Recita con realismo e rende credibile il proprio personaggio con i tipici eccessi di violenza in cui cadono i deboli, i giusti accenti che inducono al sentimento di collera, per poi passare alla supplica: espressione d’impotenza esibita con gestualità naturale. La voce è ben impostata, gradevole e piena nel registro grave come nel medio, gli acuti chiari e svettanti. Forse potrebbe risultare un personaggio poco brillante, ma un Don José debole e insicuro, come ha delineato Lombardo, mi sembra più calzante. La buona prestazione gli permette di eseguire il duetto con Micaela con sentimento come richiede questo momento d’intimità. Le note eseguite a mezza voce sono risultate apprezzabili senza alcuna caduta di stile. Artista capace di trasmettere la tensione che porterà al tragico finale.
Giuseppina Piunti ci ha offerto una Carmen giovane, vivace, bella e sensuale senza mai cadere in banali volgarità. Non rappresenta la solita “femme fatale” ma una giovane ragazza come viene descritta nel romanzo di Mérimée. La sua vocalità è quella di un soprano drammatico, più che mezzosoprano, mostra qualche fragilità nel registro più grave, compensato da una linea di canto omogenea, acuti pieni, potenti e sicuri.
Anne Catherine Gillet, si presenta come una Micaela scenicamente credibilissima: graziosa, timida, una bella presenza che sa catturare l’attenzione. Non la si può certo definire una “gran voce”. Si nota un vibrato stretto non gradevolissimo ma la cantante canta con belle nuances, acuti sicuri e svettanti. Convince di meno Jean- Francois Lapointe (Escamillo) la voce è generosa, di bel colore, buono il fraseggio e gli acuti sicuri, ma la zona grave risulta opaca. Il cantante è indubbiamente prestante ma anche piuttosto rigido. Lo preferiamo in ruoli più brillanti. Escamillo è un ruolo difficile da realizzare; secondo ruolo, ma di primo piano, deve eseguire un’aria talmente conosciuta da essere considerata temibile. Notiamo una buona dizione e un registro medio di buon colore.
Cattura l’attenzione il quintetto del secondo atto grazie alla buona scelta della distribuzione vocale: un’esecuzione spumeggiante. Jennifer Michel, una Frasquita dagli acuti sicuri, malgrado una voce acida; Blandine Staskiewicz, una Mercedes dalla voce calda che ben si armonizza con quella di Carmen.Rimarchevoli anche il tenore Stéphane Malbec Garcia nel ruolo di Remendado e il baritono Armando Noguera in quello di Dancaire.
Manca di proiezione e corretto fraseggio Zuniga, interpretato da Philippe Fourcade. Christophe Gay, baritono, nel ruolo di Moralès è corretto anche se scenicamente invisibile.
Bella prestazione degli artisti del Coro dell’Opera di Marsiglia, sempre precisi negli attacchi, offrono buone sonorità. Partecipano al successo anche il coro dei bambini “Maitrise de Bouches-du-Rhone” ben preparato.
Sola nota negativa rimangono i costumi privi di colore e le scenografie scure, ma quello che rimarrà è una visione intimista di Carmen, diretta e interpretata con musicalità, gusto e senza mai cadere nella volgarità. Un’interpretazione di grande sobrietà. Foto Christian Dresse