Riccardo Viagrande: Jules Massenet – Les Tribulations d’un auteur
Una vita per il tetro musicale: Opere, Analisi, Critica
Editore Casa Musicale Eco – 234 pagine
€22,00
Il 13 agosto 1912 moriva a Parigi Jules Massenet, il compositore che ha dominato il panorama operistico francese nella seconda metà dell’Ottocento con le sue opere molte delle quali hanno raggiunto un immediato quanto indiscusso successo. A cento anni di distanza dalla morte il suo nome ha continuato a risuonare nei teatri soprattutto per Werther, Manon, Le Cid e Thaïs, la cui Méditation ha acceso la fantasia di coreografi come l’anglo-ecuadoregno Frederick Ashton che ha ricavato dal celebre brano di Massenet un poetico pas de deux. Della vasta produzione di Massenet, che oltre a quella opertistica comprende anche composizioni sinfoniche, soltanto di recente sono stati ripresi e riportati all’attenzione di un largo pubblico, grazie anche a un rinnovato impegno discografico, altri importanti lavori per decenni caduti nell’oblio, ma che alla loro prima rappresentazione avevano suscitato i consensi del pubblico.
Massenet, infatti, ha avuto forse più successo in vita che dopo la sua morte; molte delle sue opere, acclamate dal pubblico e recensite con toni a volte entusiastici nei giornali dell’epoca, non hanno trovato una collocazione stabile nei cartelloni dei principali teatri mondiali. Un caso emblematico è quello del drame sacré Marie-Magdeleine che, citato in tutte le recensioni come uno dei migliori lavori di Massenet al punto che lo stesso compositore fu definito spesso con la perifrasi l’autore di Marie-Magdeleine, è stato raramente eseguito nel Novecento e ancor meno inciso; di questo drame sacré si ricordano, infatti, un’incisione del 1976 con Régine Crespin nel ruolo della protagonista, Sheila Nadler in quello di Marthe, Louis Roney in quello di Jésus, Joseph Rouleau in quello di Judas con l’orchestra e il coro della Sacred Music Society diretti da Anthony Morss, e una più recente del 2009 con Denia Mazzola Gavazzeni (Méryem, la Magdalene), Laura Brioli (Marthe), Giuseppe Veneziano (Jésus), Corrado Cappitta (Judas), e con l’orchestra e il coro Ab Harmoniae diretti rispettivamente da Daniele Agiman e da Salvo Sgrò.
A questa scarsa attenzione per la produzione minore in sede discografica ha corrisposto in questo secolo, che ci separa dalla morte di Massenet, un intermittente interesse da parte dei musicologi. Se, infatti, gli entusiasmi per la produzione di Massenet determinarono in vita il favore di musicologi a lui contemporanei come Alfred Bruneau, Arthur Pougin e Louis Schneider il quale, nel 1908, ben quattro anni prima della morte del compositore francese, diede alle stampe un’importante monografia, in seguito si è registrato un singolare silenzio interrotto negli anni Sessanta dalle monografie, per la verità poco approfondite, di André Coquis (1965) e di James Harding (1970). Solo negli ultimi vent’anni la produzione di Massenet ha suscitato un rinnovato interesse presso i musicologi, come Patrick Gillis, Gérard Condé e Demar Irvin, autore di un’interessante monografia, menntre in Italia si registrano i pregevoli studi di Aldo Nicastro, Alberto Paloscia, Gustavo Marchesi ir l’importante e documentata monografia, sotto forma di Invito all’ascolto, di Maurizio Modugno oltre alla cronologia di tutta la produzione di Massenet eccetto Manon e Werther, a cura di Giorgio Gualerzi e Carlo Marinelli.
Questo lavoro, che può essere ritenuto un omaggio al compositore francese nel centenario della sua morte, si propone di analizzare la sua complessa e vasta produzione musicale nella speranza che questi lavori possano trovare maggiore spazio nella programmazione dei teatri. Si è cercato, inoltre, di dare una visione quanto più completa di questa vasta e complessa produzione musicale introducendo degli esempi musicali e riportando delle recensioni alle premières delle sue opere che rappresentano importanti documenti contemporanei.