Oggi, 17 settembre, nella Venezia a lui tanto cara, i suoi funerali….Non ricordo con precisione l’occasione esatta in cui ci siamo incontrati la prima volta, credo che fosse a novembre del 1997 durante l’esposizione dedicata a Maria Callas nel ventennale dalla sua scomparsa; mostra allestita presso “L’Istituto dei Francesi” a Firenze. Rammento in quell’occasione di una conferenza alla cui presenza oltre che Bruno ci fosse anche Pia Meneghini sorella di Giovan Battista, per ripercorrere i primi anni veronesi della Cantante.
Avevo già visto una parte del materiale esposto in una versione ridotta al Teatro Eliseo di Roma in occasione della prima italiana di Master Class di Terrence McNally con Rossella Falk, o presso il casinò di San Remo nel 1996 ma avrò sempre il rammarico di non essere riuscito a vedere ciò che poi e’ andato distrutto durante l’incendio al Teatro La Fenice di Venezia del 29 gennaio 1996, infatti è del 1993 la prima esposizione che Bruno Tosi dedica a Maria Callas presso lo Spazio Olivetti di Piazza San Marco, in occasione della pubblicazione del libro “ Casta Diva, l’incomparabile Callas” dove sono riunite le immagini più significative della sua carriera, ed il recupero di documenti autografi, testimonianze, lettere di straordinario interesse che permettono di avvicinarsi meglio a uno dei fenomeni del nostro tempo che già in vita aveva saputo rappresentare un mito incomparabile in possesso di strabilianti prerogative, di una vocalità unica che sfugge a una precisa classificazione e per la quale quindi non esistono termini di paragone.
Sette grandi capitoli legati con le città con cui Maria Callas ha avuto un rapporto intenso e privilegiato: Atene, Verona, Venezia, Milano, Roma e Parigi, mentre il primo capitolo, intitolato Medea, è dedicato al rapporto di amicizia e d amore con Pier Paolo Pasolini. La mostra e’ il primo frutto dell’ Associazione Maria Callas, presieduta da Tosi, che riunisce nel comitato direttivo 18 primedonne della lirica, da Fedora Barbieri a Magda Olivero, da Joan Sutherland a Renata Tebaldi, da Giulietta Simionato a Elisabeth Schwarzkopf. E poi Marilyn Horne, Renata Scotto, Regina Resnik, Birgit Nilsson, Leyla Gencer, Mirella Freni, Virginia Zeani, Raina Kabaivanska, Antonietta Stella, Elena Nicolai, Anita Cerquetti, Rosanna Carteri. Si e’ anche formato un comitato interdisciplinare con 30 personalità della cultura e dell’ arte (da Strehler a Eco, da Mario Luzi a Zanzotto, da Pomodoro a Petrassi e Berio). Tosi promette un grande cenacolo annuale per far scaturire idee che rilancino il nome della Callas. Il pittore Enzo Cucchi sta preparando un manifesto della divina (“sarà una carta d’ identità “, dice) che girerà in tutto il mondo. Ma gli sforzi saranno diretti soprattutto verso i giovani: un concorso, borse di studio e infine un Museo Callas. “Parigi non e’ riuscito a farlo, dice Tosi , potrebbe essere la grande occasione per riappropriarci di un mito che ci appartiene a pieno titolo”.
Mi rammarico pensare che questo desiderio preannunciato circa venti anni fa, non sia diventato realtà, sicuramente in questi anni molto ha fatto per portare nel mondo il nome, il canto , l’arte di Maria Callas, da Lanciano a New York, da Firenze a Tokyo, da Lucca a San Pietroburgo, sono solo alcune delle città che nel corso di questi anni hanno potuto essere testimoni del lavoro di propaganda che Tosi portava avanti insieme a concorsi, medaglie, francobolli, calendari, intitolazioni di vie piazze e calli tutto fatto per promuovere il ricordo della Callas. Certamente non tutto era privo di errori, inesattezze o strafalcioni, ricordo di essere rimasto di stucco alla visione del ritratto “ricostruito” di Silvano Caselli, che non era altro che un opera di sovrapposizione fotografica, quando avevo sentito con le mie orecchie dallo stesso Caselli, durante una conferenza, che stava lavorando alla stesura di una seconda edizione di quest’opera, mai pervenuta. Ricordo di aver avuto seri dubbi nel vedere alcuni pezzi la cui corretta dicitura sarebbe potuta essere “ispirati a …”, ma e’ innegabile che nel panorama mondiale, Bruno e’ stato l’unico che ha portato avanti questa attività di memoria non importa se con mezzi sia leciti che “tarocchi”. Un colpo da maestro lo fece il 12 dicembre 2007 a Milano aggiudicandosi una trentina di lotti durante l’asta “Maria Callas e il suo Pigmalione” , ero vicinissimo a lui ricordo la concitazione che aveva nell’aggiudicarsi pezzi di straordinaria importanza come i documenti autografi “My Defense”, “La smentita al Time”, “le regole di casa” ma soprattutto le 63 lettere che Maria scrisse al marito nei prima anni del loro rapporto, se avesse avuto la possibilità avrebbe comprato tutto. Quando qualcuno gli soffiava via un pezzo altrettanto prestigioso, lui si giustificava in maniera infantile, dicendo che aveva uno simile o copia dello stesso, quando in cuor suo sono sicuro che si dispiacesse di non essersi aggiudicato anche quello… che lotta per poi trovarsi battuto dalla signora Cecilia Lavanini per l’abito da sera in chiffon di seta vinaccia e paillettes indossato da Maria anche nel corso del Tour Mondiale insieme a Giuseppe Di Stefano!
In quei giorni Vittorio Sgarbi allora assessore alla cultura della giunta meneghina propose a Bruno un museo a Milano, ma non se ne fece poi nulla, perché Tosi aveva il desiderio che fosse Venezia, la sua città, la sede più appropriata. Nel corso degli anni mi sono giunte voci di chiese sconsacrate come possibili scelte e di Casinò come patrocinatori, ma senza poi qualcosa di concreto. Ora che Bruno è scomparso domandiamoci, chi porterà avanti il ricordo della Cantante, cosà sarà di quel immenso patrimonio raccolto nel corso di numerosi anni, lasciando questa terra sarà un caso? A pochissimi giorni dalla scomparsa della sua amata Maria Callas il 16 settembre di 45 anni fa. A modo mio, forse banalmente, la sera stessa che ho avuto la triste notizia ho voluto vedere per la non so più quanto – esima volta il secondo atto della Tosca-Zeffirelli del 1964 per dedicargli un pensiero, un’emozione, un canto… Il Canto!