Napoli, 12 luglio 2012
Riuscire a cogliere il senso della bellezza e valorizzarlo nella semplicità dei mezzi a disposizione e nella totale assenza di risorse è un’impresa degna di lode e risalto.Napoli, la città simbolo del sincretismo culturale, spesso, connubio imperfetto di bellezza e del suo contrario, vede fiorire iniziative che meritano partecipazione e giusto rilievo. Tra le tante vergogne di una città che potrebbe vivere tranquillamente delle sue ricchezze ambientali e culturali c’è la “colpa” civile del totale abbandono da parte delle Istituzioni e organi di competenza di veri e propri gioielli di architettura, storia e cultura. Palazzo Venezia, o meglio il “napoletano palazzo di Venezia” così come lo definisce, nel suo scritto Un angolo di Napoli, il filosofo Benedetto Croce, abitante dell’adiacente Palazzo Filomarino, rappresenta proprio una di quelle realtà che da tristi, mortificanti, divengono vive e produttive grazie all’impegno di chi, armato di grandi energie e vera e propria filantropia, crede nella possibilità di ridare nuova linfa alla vita culturale e aggregativa di una città che “respira ancora”.
Ecco, dunque, iniziative come ‘Metti una sera a Palazzo Venezia con…Mozart’, titolo di uno degli eventi previsti dall’ormai consolidata rassegna Accordi Reali organizzata dalle ass. A.D.A.C.S. Campania e Siti Reali, che si propone di far conoscere il patrimonio artistico e musicale sperimentando e fondendo percorsi guidati ed interventi musicali. La visita guidata e la lezione concerto dedicata a W.A.Mozart, hanno riscosso significativo successo di pubblico segnando la collaborazione allargata anche con l’Associazione Palazzo Venezia Napoli che gestisce lo splendido palazzo sede dell’ambasciata veneta nel Regno di Napoli per circa quattrocento anni.
Un vero gioiellino la casina pompeiana che, attualmente sede dell’Accademia Musicale Europea, ha ospitato la lezione concerto su Mozart tenuta dai Maestri Luciano Ruotolo e Romina Casucci, rispettivamente Presidente e Direttore Artistico dell’Ente Musicale. Le note del genio di Salisburgo riecheggiano fiere e leggere nella saletta colma di partecipanti nonostante il caldo asfissiante, la cui mole ha reso necessaria la ripetizione dell’evento. Il giovane pianista napoletano, diplomato presso il Conservatorio di Napoli S.Pietro a Majella, perfezionatosi con il M° B. Mezzena, presso l’Accademia Musicale Pescarese, e con il M° V. Balzani, premiato all’interno di diversi concorsi internazionali, “animatore” di tanta vita culturale napoletana e non, cattura, puntualmente, l’attenzione degli astanti, veri protagonisti della serata con semplicità e brio.
Acute e precise, seppur embrionali, analisi musicali hanno, dunque, introdotto la Sonata per pianoforte N. 18 K.V.570 e la Fantasia per pianoforte K.V. 397 eseguite in modo elegante e sostanziale. Il programma si è arrichito, di seguito, della voce intensa e potente del soprano Romina Casucci la quale esegue l’allegro dell’Exultate, Jubilate (K.V. 165) e l’aria di Donna Anna, tratta dal Don Giovanni, Non mi dir bell’idol mio trasformando i presenti da ascoltatori a spettatori grazie ad un forte carisma scenico e al suo canto “corporeo”. Diplomata in canto e pianoforte a San Pietro a Majella e perfezionatasi con Renata Scuotto e Donata D’Annunzio Lombardi, la Casucci, soprano dotata di un caleidoscopio molto interessante di colori con un centro molto corposo e acuti intensi e ben portati, esalta la bellezza della scrittura mozartiana con dei piani incantevoli eseguiti magistralmente.. A prescindere dalle interessanti capacità dei giovani Maestri ideatori della serata, l’aspetto che ha affascinato riguarda, sicuramente, la semplicità e l’efficacia della comunicazione che filtra continuamente dalle parole agli esempi musicali: una formula vincente che il pubblico sembra apprezzare notevolmente. Applausi e sorrisi si alternano fra le esecuzioni, e, infine, mentre, Palazzo Venezia si svuota, riecheggiano nella pace del luogo, note e parole che raccontano di una serata all’insegna di una Napoli giovane che ancora vive che ancora vuole vivere di cultura.