Roma, Teatro Villa Pamphilj, Invito alla danza 2012, 22° edizione della rassegna internazionale di danza e balletto
“IL LAGO DEI CIGNI”
Balletto in tre atti e quattro scene, coreografia Marius Petipa e Lev Ivanov
Musica di Piotr Ilic Cajkovskij
Odette/Odile ANASTASIA KOLEGOVA
Siegfried EUGENIO IVANCHENKO
Rothbart NIKOLAY BLANKOV
Giullare YURIJ KALININ
Solisti, corpo di ballo del Balletto di San Pietroburgo.
Prima nazionale, debutto italiano della compagnia
Roma, 12 luglio 2012
Lago dei Cigni per famiglie al teatro di Villa Pamphilj. Nessuna accezione negativa visto che per due serate tanti padri e madri con bambini oltre che appassionati di balletto hanno gremito il bellissimo spazio all’interno della villa. C’era poi l’opportunità di vedere esibirsi una bellissima danzatrice come Anastasia Kolegova. Il Balletto di San Pietroburgo, fondato nel 1990 da Alexander Bruskin, danzatore del Teatro Mariinsky, ripropone dalla sua nascita tutti i più famosi balletti del repertorio classico. Si fregia di aver tra le sue file danzatori della celebre compagnia del Mariinsky, anche se in realtà non ne abbiamo visti molti. Ci è sembrata più una compagnia di giro formata all’occorrenza da danzatori di varie età, in parte alle prime armi, quasi principianti o comunque non certo di valore, con qualche rara eccezione tra i solisti ed il corpo di ballo. D’altronde si sa, basta avere il nome russo o venire da quelle terre sconfinate ed il gioco è fatto. Se poi c’è Anastasia Kolegova ad interpretare il primo ruolo vale la pena assistere. La Kolegova è solo, si fa per dire, una prima solista del Mariinsky Ballet, già vincitrice dei concorsi di Rieti e Varna, si diploma all’Accademia Vaganova nel 2000 e nel 2006 entra nella compagnia. Danzatrice non alle prime armi, sbirciando su youtube la si vede protagonista di svariate produzioni e particolarmente a suo agio nei ruoli da principessa dove si mostra come interprete di altissimo livello. In un video del 2009 la vediamo proprio al Mariinsky nel cigno nero dare un interpretazione un po’ indecisa e con qualche traballamento. In quell’occasione i commenti dei ballettomani saranno impietosi.
Chissà se l’avessero vista qui a Roma. Bella, piedi arcuati, leve lunghe portate ovunque con qualità, arabesque mozzafiato e port de bras raffinato ed elegante, quello russo-Vaganova: il top. Soprattutto tecnica ineccepibile; la Kolegova non perde un colpo pur danzando all’aperto e con la pericolosa e soffocante umidità romana. Come cigno bianco è meravigliosa, lirica, lunga, linee incantevoli e qualità tutta portata da quel piede. Il ruolo della perfida Odile forse le è meno congeniale sul piano caratteriale ma tecnicamente s’impone. Bello il pas de deux. Sicura, generosa, quasi spavalda ripete per tre volte in modo brillante la sequenza iniziale di pirouettes con i doppi giri en attitude. Poi la difficile variazione con code annesse fila liscia senza la minima indecisione, per arrivare ai virtuosistici tours fouetté finali, veloci e precisi alla maniera russa. Anche Eugenio Ivanchenko, lui si Principal del Mariinsky, è bravo nel ruolo del principe ma non ineccepibile Una interpretazione non precisa e un po’ antica nelle movenze e nella recitazione. Forse non era la sua serata. Molto bravo Yurij Kalinin nel ruolo del Giullare, puntuale divertente e virtuoso al punto giusto. La versione di questo Lago era quella del Mariinsky, più corta , rivisitata e corretta in alcune parti. Adattata ad un organico ridotto e non sempre all’altezza. Nonostante ciò la serata è stata piacevole ed il pubblico entusiasta, a voler dire che il classico non passa mai di moda ed il bello lo si riconosce. Giudicare l’esibizione di una danzatrice in tale contesto non è facile, si rischia di venir affascinati anche dal minimo bagliore ma in questo caso pensiamo di non sbagliare, ed il pubblico è con noi, nel riconoscere in Anastasia Kolegova un bellissimo cigno.