Cremona, Teatro Ponchielli, XIX ° Festival Monteverdi 2012
Era la notte
spettacolo lirico ideato e diretto da Juliette Deschamps
Soprano Anna Caterina Antonacci
Musiche di Pietro Antonio Giramo, Claudio Monteverdi, Barbara Strozzi, Biagio Marini.
Accademia degli Astrusi: Lorenzo Colitto, violino primo; Gabriele Raspanti, violino secondo; Gianni Maraldi, viola; Giovanni Valgimigli, violone; Stefano Rocco, tiorba; Daniele Proni, clavicembalo e organo.
Violoncello e direzione Federico Ferri
Scene Cécile Degos
Costumi Christian Lacroix
Luci Dominique Bruguière
Cremona, 26 maggio 2012
Centinaia se non migliaia di candele accolgono il pubblico all’interno del Teatro Ponchielli di Cremona per il penultimo concerto del Festival Monteverdi. In scena Anna Caterina Antonacci per un one woman show. Un vero e proprio spettacolo teatral-musicale la cui assoluta protagonista ci accompagna per quattro quadri che raccontano la storia di una donna pazza, sedotta, abbandonata che infine invoca la morte.
‘Era la notte’ è il titolo dello spettacolo tratto dal dodicesimo canto della Gerusalemme Liberata del Tasso e proprio la notte è il nostro teatro dei piaceri, delle confessioni e dei reati. La regia è della brava Juliette Deschamps, che già ha incontrato la cantante italiana diversi anni fa e con la quale è nato questo connubio di musica e teatro. Un teatro molto semplice, diverso da quello che calca abitualmente gli scenari della maggior parte dei teatri italiani. La scenografia di queste mille e più candele da sola vale la serata; ma la star è lei, la Antonacci che si trasforma lungo tutto lo spettacolo nei personaggi che più ama e che più fa amare. Quattro personaggi che poi diventano uno solo: la donna malata d’amore (Lamento della Pazza di Pietro Antonio Giramo) viene abbandonata (Lamento di Arianna, Monteverdi) quindi invoca la propria morte (Lagrime mie di Barbara Strozzi) diventando infine la guerriera innamorata più famosa (Combattimento di Tancredi e Clorinda, Monteverdi).
Per un’ora e un quarto la cantante di Ferrara riempie la sala della sua voce sopranile alla Falcon che ben le permette di affrontare questi ruoli drammatici dando loro una nuova immagine. L’armatura abbandonata per terra sul palco è messaggio di questa solitudine della donna che viene percepita lungo tutto il concerto.
Musica scelta sapientemente anche negli intermezzi musicali tratti dall’opera 22 di Biagio Marini, la compagine orchestrale risalta soprattutto alla fine nella Sarabanda del compositore bresciano. Un finale in cui le candele si spengono e rimane il silenzio di questa donna e forse di tante altre nella notte. Foto Muchetti