Milano, Teatro alla Scala, Recital di canto 2012
Recital del mezzosoprano ElinaGaranča
Pianoforte Roger Vignoles
Robert Schumann: Da Myrthen op. 25 – n. 1 Widmung, n. 3 Der Nussbaum, n. 4 Jemand;“Zwei Lieder der Braut”: n. 11 Mutter! Mutter! n. 12 Lass mich ihm am Busen hängen.
Frauenliebe und -leben op. 42: Seit ich ihn gesehen Er, der Herrlichste von allen, Ich kann’s nicht fassen, nicht glauben, Du Ring an meinem Finger, Helft mir, ihr Schwestern Süsser Freund, du blickest mich verwundert an, An meinem Herzen, an meiner Brust, Nun hast du mir den ersten Schmerz getan.
Alban Berg: Sieben frühe Lieder – Nacht, Schilflied, Die Nachtigall, Traumgekrönt, Im Zimmer, Liebesode, Sommertage.
Richard Strauss: Da Fünf Lieder op. 39, Leises Lied.
Da Schlichte Weisen op. 21: All’ mein’ Gedanken, mein Herz und mein Sinn, Ach Lieb, ich muss nun scheiden.
Da Sechs Lieder op. 37: Meinem Kinde
Da Acht Lieder op. 10: Allerseelen
Da Vier Lieder op. 27: Heimliche Aufforderung
Milano, 4 giugno 2012
Elina Garanča in questo periodo artistico è una delle più amate cantanti dello star-system mondiale. Insieme a Netrebko, D’Arcangelo, Schrott fa parte di quella schiera di cantanti che uniscono la bellezza da divi di Hollywood alla bravura vocale.
Elegantissima donna, statuaria come una modella, il mezzosoprano lettone classe ’76, ha dimostrato nel concerto in Scala il 4 giugno di avere tutte le carte in regola essere una fuoriclasse…forse le manca un pizzico di carisma per incoronarla ufficialmente “Primadonna”.
Elina Garanča non la si può definire un mezzosoprano pieno perchè a volte si ha come l’impressione di trovarsi davanti ad una voce che presto maturerà e si trasformerà in soprano. L’omogeneità dell’emissione, il delicato smalto del timbro, la zona grave non molto consistente e la lucentezza dell’ acuto la fa sembrare a quella schiera di soprani adatti a cantare ruoli come Arabella, Elena egiziaca, La Marescialla: sicuro è che non ci troviamo davanti ad una Amneris verdiana, ruolo che avrebbe voluto interpretare qualche anno fa.
La prima parte della serata è stata completamente dedicata a Schuman: cinque brani tratti da Myrthen dove il mezzosoprano ci ha emozionato in modo particolare in Widmung, dove nel testo di Ruckert vi si racconta che l’innamorato diviene la tomba del tormento e delle pene ( O du mein Grab, in das hinab Ich ewig meinen Kummer gab!), pezzo eseguito con generosa partecipazione, velata malinconia e musicalità ineccepibile. Dei otto lieder tratti da Fraunliebe und leben la cantante ha sfoderato la sua interessante zona grave ma pur sempre non particolarmente granitica.
La seconda parte del concerto si lega alla prima per la medesima tematica cara al romanticismo, la natura con la sua notte, l’amore in tutte le sfumature, l’amore come atto totale di abbandono, la vita e la morte.
I sette canti giovanili (Sieben Frühe Lieder) di Alban Berg, scritti per mezzosoprano e pianoforte, raramente vengono eseguite in concerto. Sono le prime composizioni del compositore austriaco, scritte mentre era sotto la tutela di Schoenberg. Ascoltiamo una interessante sintesi che unisce il patrimonio di Berg con il rigore e l’influenza innegabile Schoenberg. La scrittura inoltre porta con sé l’eredità di Richard Strauss, Mahler, Wolf, Debussy. La signora Garanča, bellissima in scena e convincente vocalmente non si accontenta di ciò che natura le ha donato ma aumenta il suo fascino cantando con senso dello stile e musicalità accompagnati da una pasta di voce suadente e morbida.
L’Habanera come primo bis e in seguito la Seguidille hanno sicuramente conosciuto letture migliori da quelle proposte da Garanča, forse perchè da una bellezza nordica non ci si può aspettare anche un pathos tipicamente gitano. L’interpretazione di “Las Hijias de Zebedeo” di Ruperto Chapì invece ha scaldato il pubblico scaligero. Trilli stupendi governati da incredibili tenute di fiato, agilità fulminee dove il gioioso slancio virtuosistico non è solo meccanico ma espressione di sensualità.
Nel brano“El barquillero”, sempre del compositore spagnolo, ha messo in risalto delle mezze voci e degli smorzati incantevoli governati ogni volta da una carica vitale intrigante.La cantante è stata accompagnata dal pianista Roger Vignoles, riconosciuto a livello internazionale come uno dei maggiori pianisti-accompagnatori del nostro tempo. Come ad ogni avvenimento molto atteso ci sono stati i puntuali fastidiosi brusii in sala e qualche disappunto indirizzato, a mio avviso ingiustamente, al pianista. Calorosi applausi al talento teatrale di questa generosa e stupenda interprete.
Foto Marco Brescia @ Teatro alla Scala