“Die Frau ohne Schatten” al Bellas Artes di Città del Messico

Città del Messico, Teatro del Palacio de Bellas Artes, Stagione Lirica 2012
“DIE FRAU OHNE SCHATTEN”
Opera in tre atti su libretto di Hugo von Hofmannstahl
Musica di Richard Strauss
Der Kaiser
CARLO SCIBELLI
Die Kaiserin REBECCA NASH
Die Amme MALGORZATA WALEWSKA
Barak NOÉ COLÍN
Die Färberin OLGA SERGEYEVA
Der Geisterbote ÓSCAR VELÁZQUEZ
Hüter der Schwelle des Tempels ANABEL DE LA MORA
Erscheinung eines Jünglings JUAN CARLOS LÓPEZ
Die Stimme des Falken ANA GABRIELLA SCHWEDHELM
Eine Stimme von oben BELEM RODRÍGUEZ
Der Einäugige OCTAVIO PÉREZ
Der Einarmige JOSUÉ CERÓN
Der Bucklige VÍCTOR HERNÁNDEZ
Coro e Orchestra del Teatro de Bellas Artes
Schola Cantorum de México
Direttore Guido Maria Guida
Regista Sergio Vela
Scene e luci Philippe Amand, Sergio Vela
Costumi Violeta Rojas
Coreografo Ruby Tagle
Città del Messico, 3 maggio 2012
Il XXVIII Festival del Messico nel Centro Histórico e la Compañía Nacional de Ópera gli scorsi 3, 6, 8 e 13 maggio è stato inaugurato con Die Frau ohne Schatten di Richard Strauss con alla base un progetto di alta avanguardia artistica, benché questo non fosse inizialmente il titolo designato ad aprire il Festival. L’impulso principale per concretizzare questo progetto è venuto dal regista Sergio Vela che si è adoperato per reclutare la compagnia vocale, i comparti tecnici e le indispensabili risorse finanziarie. La ricomparsa di Vela ha permesso che venisse allestita in Messico Die Frau ohne Schatten. Ciò nonostante, la sua proposta estetica, coadiuvata dalle scene di Philippe Amand, i costumi di Violeta Rojas e le coreografie di Ruby Tagle, ha riciclato molto, se non tutto, di quando già presentato in allestimenti precedenti come Die Zauberflöte, Macbeth, Idomeneo re di Creta, Der Ring des Nibelungen. Il regista ha fatto perlopiù ricorso ad alcuni suoi stilemi: oggetti volanti, cubi, scatole nere, scale, velari che distanziano la scena dallo spettatore, abiti a metà strada tra l’orientale e il gotico… tutto ciò ha conferito una generale idea di stanchezza, di “già visto”, senza che il simbolo assumesse un vero significato all’interno di questo allestimento.
Die Frau ohne Schatten è un’opera estremamente ardua per il comparto vocale; ancor più ne è la resa musicale.  Buona può essere considerata quella offerta da Guido Maria Guido, direttore italiano ma ben conosciuto in Messico, grazie al buon lavoro svolto sulle diverse sezioni orchestrali e per l’enfasi infusa ai solisti. Non da meno è stata la prova Xavier Ribes a capo del  Coro del Teatro de Bellas Artes. Vocalmente buone le prove fornite da Malgorzata Walewska (La nutrice) e dai soprani Rebeca Nash (L’Imperatrice), Olga Sergeyeva (la Moglie di Barak). Solido il canto del basso Noé Colín. Carlo Scibelli come Imperatore si è imposto per il volume ma poco controllata è parsa l’emissione. I numerosi ruoli secondari sono stati perlopiù interpretati da artisti messicani. In sintesi una buona rappresentazione che ha confermato le doti direttoriali di Guido Maria Guido e un’apprezzabile visione registica da parte di Sergio Vela, benché nulla abbia aggiunto al suo percorso artistico.