Milano, Teatro alla Scala: “Peter Grimes”

Milano, Teatro alla Scala, Stagione Lirica 2011/2012
“PETER GRIMES”
Opera in un prologo e tre atti su libretto di Montagu Slater, dal poema The Borough di George Crabbe
Musica di Benjamin Britten
Peter Grimes JOHN GRAHAM-HALL
Ellen Orford SUSAN GRITTON
Captain Balstrode CHRISTOPHER PURVES
Auntie FELICITY PALMER
First Niece IDA FALK WINLAND
Second Niece SIMONA MIHAI
Bob Boles PETER HOARE
Swallow DANIEL OKULITCH
Mrs. Sedley CATHERINE WYN-ROGERS
Rev. Adams CHRISTOPHER GILLETT
Ned Keen GEORGE VON BERGEN
Hobson STEPHEN RICHARDSON
A Lawyer LUCA DI GIOIA
A Fisherwoman ANNALISA FORLANI
Orchestra e Coro del Teatro alla Scala
Direttore Robin Ticciati
Maestro del Coro Bruno Casoni
Regia Richard Jones
Scene e costumi Stewart Laing
Movimenti coreografici Sarah Fahie
Luci Mimi Jordan Sherin
Milano, 22 maggio 2012

Nell’estate del 1941, scorrendo un saggio di E.M. Forster sul poeta inglese George Crabbe, Benjamin Britten fu invogliato a leggere il suo The Borough (Il Villaggio). Tra i personaggi di quel borgo di pescatori c’è anche Peter Grimes, irruento pescatore che sfrutta i ragazzini dell’orfanotrofio come suoi aiutanti. Il compositore iniziò allora ad elaborare una sceneggiatura con l’interprete d’elezione e compagno di vita Peter Pears, affidando la stesura del libretto a Montagu Slater. Il violento personaggio letterario nell’opera di Britten «non è un eroe né un tipico “cattivo” d’opera. Non è un sadico né un carattere diabolico, e la musica mostra tutto questo con chiarezza. È piuttosto una normale persona debole che, lottando con la società in cui vive, cerca di sconfiggerla e, facendo ciò, trasgredisce le regole delle convenzioni, è classificato dalla società come un criminale e come tale annientato. Credo che intorno a noi ci siano ancora moltissimi Grimes!» (Peter Pears). La società in cui vive lo accusa della morte violenta di un mozzo e lo marchia a vita come un orco di  bambini. Una vicenda a tinte fosche sulla quale aleggia una incofessata, ma evidente tensione omoerotica, la stessa che pesa sull’ autore, che qui firma la sua opera forse più autobiografica.
Britten si identifica nel  borgo dove vive Grimes: «Ho trascorso quasi tutta la vita a contatto col mare. La casa dei miei genitori a Lowestoft s’affacciava sul mare, e gli anni della mia fanciullezza sono attraversati dalle furiose tempeste che a volte spingevano le navi sulla nostra costa e smangiavano interi tratti dei vicini scogli. Scrivendo Peter Grimes ho voluto manifestare la mia consapevolezza della perpetua lotta di uomini e donne la cui esistenza dipende dal mare».
L’opera andò in scena il 7 giugno 1945 al Sadler’s Wells di Londra con grande successo: nel ruolo del protagonista c’era Peter Pears. L’iniziativa della Scala di mettere un titolo così poco eseguito in Italia è importante perché ci offre la possibilità di conoscere un universo poco noto, ma molto affascinante, sia per le tematiche affrontate da Britten, che per la musica squisitamente suggestiva e di grande impatto.
L”allestimento di Richard Jones è semplicemente meraviglioso, ricco di teatralità e di carica drammatica. Tutto in sintonia con il tema e la struggente ed inquietate musica di Britten. Una regia che ha saputo coinvolgere totalmente non solo i cantanti, ma anche Coro e figuranti.
Anche la parte musicale, affidata al  direttore d’orchestra Robin Ticciati, ha contribuito in modo fondamentale al felice esito dello spettacolo, tributando al suddetto un certo successo personale. I sei magnifici interludi orchestrali che intervallano le scene dell’opera sono stati  un appuntamento gradito per gli spettatori perché hanno permesso di apprezzare il talento di questo abile giovane londinese sul podio.  Gli artisti del Coro della Scala, oltre a far apprezzare la loro risaputa impeccabile vocalità, hanno finalmente avuto modo di recitare. Il coro ha un ruolo  fondamentale in quest’opera, nel rappresentare l’ostilità e l’odio del villaggio verso Grimes.
Nei panni di Peter Grimes,  John Graham-Hall è stato semplicemente eccezionale, un vero attore. Molto commovente la scena dell’ultimo atto quando,  solo, tormentato dalle voci lontane della gente che lo sta cercando, anela a trovare scampo e pace. Il canto di Graham-Hall ha magistralmente espresso tutto il profondo dolore del personaggio.
Il personaggio di Ellen, la dolcissima figura femminile che cerca di aiutare Peter, è stato impersonato da un’ottima Susan Gritton. La sua aria “The Embroidery”, di una dolcezza struggente, ha profondamente commosso. Non meno intenso il quartetto delle voci femminili, (quasi un richiamo allo struggente finale del Der Rosenkavalier) nel quale spicca tutta l’umanità di Ellen che coinvolge anche le altre tre bizzarre figure: la “zietta” e le due frivole “nipoti”, interpretate rispettivamente dalla inossidabile Felicity Palmer e da due eccellenti attrici-cantanti Ida Falk Winland e Simona Mihai.  George Von Bergen è stato un Ned Keen quasi magnetico. Quasi come un danzatore (deliziose, a tal proposito, le coreografie di Sarah Fahie), Von Bergen si è anche dimostrato  un cantante perfettamente in linea con questo genere di repertorio. Stupende le scene di Stewart Laing che ha curato anche i costumi. Ambienti e personaggi che richiamavano le stranianti e angoscianti atmosfere della pittura americana  di Edward Hopper. Uno spettacolo che, a tutt’oggi, rappresenta il più convincente allestimento della stagione scaligera 2011/ 2012 . Peter Grimes è in replica alla Scala fino al 7 giugno.
Foto  Brescia e Amisano  © Teatro alla Scala