Cremona, Chiesa di San Marcellino, XIX Festival Monteverdi
“VIA CRUCIS, SACRA RAPPRESENTAZIONE”
Della Gloriosa Passione di Cristo
Ensemble L’Arpeggiata
Tiorba e direzione Christina Pluhar
Soprano, Raquel Andueza
Canto tradizionale, Vincenzo Capezzuto
Quartetto vocale, Ensemble Barbara Fortuna
Cremona, 5 maggio 2012
“Come chiude nel petto / costui l’amaro, il dolce, / il tormento, il diletto, / e un strano misto fa d’allegro, e tristo.” Queste parole di Giovanni Faustini possono ben riassumere il terzo concerto del Festival Claudio Monteverdi di Cremona. Ancora una volta è il palcoscenico della chiesa di San Marcellino che fa da cornice a un concerto dedicato alla Sacra Rappresentazione della Gloriosa Passione di Cristo. Via Crucis. Interpreti di questa rappresentazione sono i musicisti de L’Arpeggiata sotto la superba direzione di Christina Pluhar i quali accompagnano i due solisti Raquel Andueza e Vincenzo Capezzuto; assieme al quartetto vocale dell’Ensemble Barbara Furtuna, un gruppo di cantori dalla Corsica che fanno proprio, riadattandolo, parte del repertorio popolare della semi-perduta musica corsa.
Un programma ardito di profondo interesse; si spazia da Benedetto Ferrari, compositore del pieno Seicento veneziano probabilmente uno degli autori de l’Incoronazione di Poppea attribuita a Monteverdi, ai canti italiani su basso ostinato e alle composizione proprie del Laudario di Cortona fino ad arrivare alle intonazioni della musica corsa, molto simili come sonorità a quelle dei loro vicini di Sardegna. Un unico tema, un unico filo d’Arianna: la passione e la resurrezione.
Una compagine di eccelsa qualità tanto che sarebbe torto non nominarli tutti: dalla sezione strumentale composta da Eero Palviainen all’arciliuto, Richard Mayoral alle percussioni, Haru Kitamika alle tastiere d’organo e cembalo, Rodney Prada alla viola da gamba, Margit Übellacker al salterio e Doron David Sherwin al cornetto; Anna Dego interprete di un’eccezionale teatro danza e infine i quattro cantanti corsi: Jean Pierre Marchetti, André Dominici, Jean Philippe Guissani, Maxime Merlandi.
Di elevata qualità le voci di Vincenzo Capezzuto che ha entusiasmato il pubblico anche grazie alla sonorità molto particolare della sua espressione vocale e di Raquel Andueza, soprano, capace di interpretare con passione e carisma anche brani in cui la tessitura vocale scende verso la zona più grave della sua voce.
Un pubblico molto attento che tributa una standing ovation finale agli interpreti i quali, alla fine del concerto, rimangono disponibili per il numeroso pubblico intervenuto. Tuttavia le sonorità spesso non forti della musica avrebbero richiesto una location più adatta che non la dispersiva chiesa barocca già teatro di altre esibizioni. Purtroppo le sonorità più interessanti si perdono e il pubblico delle ultime file fatica a cogliere tutte le sfumature. Una sola cosa è da auspicare: che i prossimi concerti si rivelino all’altezza di questa magica serata in cui siamo stati catturati dallo splendore della musica. Foto Federico Zovadeli