Trieste, Teatro Verdi, Stagione Lirica 2011/2012
“LA BOHÈME”
Opera in quattro quadri su libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica dal romanzo Scènes de la vie de Bohème di Henri Murger
Musica di Giacomo Puccini
Mimì ALEXIA VOULGARIDOU
Rodolfo JEAN FRANCOIS BORRAS
Musetta DANIELA MAZZUCATO
Marcello GEZIM MYSHKETA
Schaunard MASSIMILIANO GAGLIARDO
Colline DARIO RUSSO
Benoît e Alcindoro DARIO GIORGELE’
Parpignol ALESSANDRO DE ANGELIS
Venditore ambulante DAX VELENICH
Sergente dei doganieri IVO FEDERICO
Un doganiere GIOVANNI PALUMBO
Orchestra e Coro della Fondazione Teatro Lirico “Giuseppe Verdi” di Trieste
“Piccoli Cantori della Città di Trieste” diretti da Cristina Semeraro
Direttore Donato Renzetti
Maestro del Coro Paolo Vero
Regia Elisabetta Brusa
Costumi Aldo Terlizzi Patroni Griffi
Luci Nino Napoletano
Allestimento Teatro Regio di Parma
Trieste, 20 aprile 2012
In cerca di un allestimento rispettoso della tradizione più consolidata, non potremmo che giorire di questa nuova produzione che la Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste ci regala. La regia di Elisabetta Brusa è estremamente convenzionale ma…abbiamo proprio sempre bisogno di novità?!? In questo caso tutto é perfettamente rispettato, comprese gran parte delle indicazioni segnate sullo spartito pucciniano. Grande cura é stata dedicata all’interpretazione di tutti i cantanti che eseguono quanto chiesto dalla regista con grande convinzione e partecipazione. In questi anni di allestimenti frettolosi, per risparmiare un po’ sui costi delle giornate di prova, sembra un lusso raro, un ritorno al passato che non possiamo non apprezzare e lodare, auspicandone il ritorno. I costumi di Chiara Barrichello sono adeguati, le scene il cui disegnatore ci è ignoto, sono classiche e ricostruiscono soffitte, piazze, locali all’aperto con deliziosa dovizia di particolari e classica sobrietà. Sempre affascinante la nevicata che caratterizza la “Barriera d’Enfer” del terzo quadro.
Ma veniamo alla parte musicale: niente male, anche se ci è parsa talvolta poco controllata nei volumi sonori. L’orchestra è stata complessivamente apprezzabile per ‘amalgama, la qualità del suono e il rigore con cui ha affrontato questa celebre partitura. Alla sua guida troviamo un Donato Renzetti attento a rendere tutto il “parlato” pucciniano, a non oscurare l’importanza delle singole parole che non vengono ripetute “a cottimo” come norma nel repertorio ottocentesco, ad assecondare i cantanti, siano loro i professionisti o “I piccoli cantori della Città di Trieste” diretti da Cristina Semeraro, molto ben preparati. Anche gli artisti del Coro, egregiamente diretti dal Maestro Paolo Vero, figurano egregiamente sia dal punto di vista musicale che da quello scenico….bravi!
Abbiamo trovato il Rodolfo di Jean Francois Borras pienamente adeguato e convincente, così come il Marcello di Gezim Myshketa: entrambi dotati di bel timbro e di buona proiezione in grado di non subire quelle intemperanze sonore di cui abbiamo fatto cenno. Un plauso in più al baritono per aver tratteggiato un personaggio credibile a tutto tondo, affascinante nella sua giovanile verve e adorabile nelle improvvise ire e nel riappacificarsi.
Venendo al comparto femminile, sottolineiamo la presenza dell’inossidabile Daniela Mazzuccato nel ruolo di Musetta, brillante quanto il ruolo chiede, bella e aggrazziata come sempre, vocalmente più a suo agio nei quadri terzo e quarto che nel secondo. Poco convincente la Mimì di Alexia Voulgaridou. O meglio: teatralmente molto credibile e misurata, dotata di un buon volume, ha però un timbro poco gradevole e un registro acuto teso e insicuro. Negli altri ruoli abbiamo ascoltato lo Schaunard di Massimiliano Gagliardo vocalmente un po’ alterno, bene il Colline di Dario Russo, Dario Giorgelè come Benoit e Alcindoro, Alessandro De Angelis come Parpignol, Dax Velenich come Venditore ambulante, Ivo Federico come Sergente e Giovanni Palumbo come Doganiere. Teatro esauritissimo, pubblico entusiasta per tutti, un po’ meno nei confronti della Voulgaridou.
Foto Fabio Paranzan – Trieste