Marseille, Opéra, Stagione sinfonica 2011/2012
Concerto Sinfonico diretto da Paolo Arrivabeni
Orchestre philharmonique de Marseille
Direttore Paolo Arrivabeni
Violinista David Grimal
Ludwig van Beethoven: “Coriolano”, Ouverture op.62
Felix Mendelssohn-Bartholdy: Concerto in mi minore per violino e orchestra op.64
Johannes Brahms: Sinfonia nr.1 in do minore op.68
Marsiglia, 1 aprile 2012
Il concerto diretto da Paolo Arrivabeni, si è aperto con la celebre ouverture Coriolano di Ludwig Van Beethoven. E’ con un tempo molto rapido che il direttore ci ha raccontato la storia di questo condottiero romano. Tutta la violenza che risiede nel soldato è stata da noi avvertita attraverso gli attacchi dell’orchestra, imperiosi, lucidi del primo tema al quale segue il grande lirismo del secondo tema. Il direttore ha sapunto bene evidenziare i contrasti dei due temi con chiarezza e sensibilità fino alla conclusione sull’inciso tragico dell’inizio, che si smorza in “pianissimo”, con un effetto cupo nel registro grave degli archi che segna la fine di Coriolano.
Nel concerto di Mendelsson-Bartholdy, facciamo la conoscenza di David Grimal, un’ artista di indubbia personalità. Suona su uno Stadivarius del 1710 che sfoggia un suono superbo. La tecnica di Griman nell’uso dell’archetto è rimarchevole, gli permette di passare da una corda all’altra con la stessa intensità e pienezza di suono. L’attacco del primo movimento è rapido molto intenso, forse a scapito dell’interpretazione. Una velocità nella mano sinistra strabiliante, le riprese con l’archetto morbide e ferme fanno di lui un brillante violinista. La mancanza di respiro e di dialogo con l’orchestra rendono, purtoppo, la sua interpretazione di questo concerto romantico un po’ in “affanno”, anche se l’intensità e la qualità del vibrato rivelano nei nell’adagio calore e sensibiltà. Tutto il concerto ha avuto interpretazione sostenuta. L’ultimo movimento, ha confermato il grande virtuosismo di Grimaud, ma anche una eccessiva libertà interpretativa che lo ha allontanato dallo stile romantico e classico. Molto applaudito, ha concesso due bis: una ballata d’Ysaye nella quale ancora una volta ha sfoggiato la sua tecnica virtuosistica e un brano bachiano nel quale abbiamo apprezzato il velluto del suo suono.
La sinfonia di Brahms è stata affrontata dal M°Arrivabeni con suono ampio, senza pesantezze e lentezze inappropriate. Il direttore ha lasciato alle frasi del secondo movimento tutto il respiro dell’espressione romantica. Gli archi hanno creato un tappeto sonoro sul quale si sono appoggiati gli altri strumenti per terminare con un purissimo “solo “ di violino. Scioltezza e un tempo leggiadro hanno caratterizzato il terzo movimento. Elegante, efficace, per nulla affettata la direzione di Paolo Arrivabeni ha fattp emergere fino alla fine tutti i piani sonori che caratterizzano quest’opera.