Rovigo, Teatro Sociale, stagione lirica 2011/ 2012
“ADELAIDE DI BORGOGNA”
Opera seria in due atti su libretto di Luigi Romanelli.
Musica di Pietro Generali
Adelaide ANNA CARBONERA*
Adalberto KATARZYNA OTCZYK*
Clotilde ELISA FORTUNATI
Ottone GIANLUCA BOCCHINO*
Rambaldo ROBERTO CRESCA*
Berengario DANIELE ANTONANGELI*
Corrado WALTER TESTOLIN
Coro Polifonico Città di Rovigo
Orchestra Regionale Filarmonia Veneta
Direttore Franco Piva
Maestro del Coro e clavicembalo Vittorio Zanon
* vincitori delle ultime edizioni del concorso europeo per giovani cantanti lirici
del Teatro Sperimentale di Spoleto.
Esecuzione in forma di concerto
Prima esecuzione in tempi moderni
Rovigo, 17 marzo 2012
Il compositore vercellese Pietro Generali (1773-1832) nel 1800 esordiva come operista, un genere che lo avrebbe portato a una grande notorietà per lo più nel genere buffo. Specialmente a Venezia fu applauditissimo con due titoli Adelina (1810) e I baccanali di Roma (1819). Quando il 26 aprile del 1819 andò in scena Adelaide di Borgogna titolo di apertura del nuovo Teatro Sociale di Rovigo, per Generali era iniziata una fase di lento ma inesorabile declino dovuto all’avvento di Gioachino Rossini. Adelaide di Borgogna, che non ha nessun riferimento con l’omonima opera del pesarese del 1817, è stata riproposta in forma di concerto con la prima ripresa assoluta in tempi moderni nello stesso teatro che l’aveva vista nascere. Bisogna riconoscere a Generali una vena musicale non priva di una certa inventiva, ma occorre anche dire che l’opera stenta a prendere il volo: inutile dire che l’ombra di Rossini è quanto mai presente. C’è chi ha visto in Generali un precursore dello stile rossiniano: potrà anche essere, di certo però, in quel 1819 la fama di Rossini era già ben solida. La partitura di Generali, riproposta nella revisione del maestro Franco Piva che ne ha curato l’edizione critica, si presenta come un titolo in puro stile belcantista: non a caso nei ruoli di Adelaide, Ottone e Berengario, cantarono Violante Camporesi, Claudio Bonoldi e Giuseppe Fioravanti affermati cantanti dell’epoca. Certo, non sappiamo come cantassero questi signori ma, vista la linea vocale dell’opera di Generali, ci troviamo di fronte a parti che richiedono un controllo tecnico notevole, quella sicurezza che deve portare il cantante a essere “virtuoso” in grado cioè di illuminare e impreziosire quelle cavatine, cabalette, ecc che suonano quanto mai manierate. E’ comunque doveroso precisare che questo giovane cast si è esibito in una situazione quanto mai disagiata dovuta all’imbarazzante inerzia e inadeguatezza direttoriale di Franco Piva che avrebbe dovuto limitarsi al lavoro di revisione. Tornando alle voci, abbiamo trovato particolarmente apprezzabili le qualità timbriche di Anna Carbonera, Gianluca Bocchino e Daniele Antonangeli. Su un piano alquanto alterno, gli altri. Decorosa la prove di coro e orchestra. Ci dispiace dover dire che questa è stata un’occasione mancata.
Foto di Nicola Boschetti