Roma, Auditorium Parco della Musica, Equilibrio. Festival della nuova danza
(ESPERAME DESPIERTO)
Di Juan Kruz Díaz de Garaio Esnaola
Creazione, coreografia e interpretazione: Eloísa Cantón, Juan Luís Matilla
Disegno luci David Linde (La Suite)
Luci Pablo Pujol
Una produzione Mopa. Spettacolo sviluppato come parte del progetto di Endanza Itinerante in collaborazione con la E.P.G.P.C. – Empresa Publica de Gestion de Programas Culturales del governo andaluso e con il sostegno del municipio di Rinconada.
Roma, 27 febbraio 2012
L’ultimo evento del Festival Equilibrio 2012 ha visto in scena il lavoro di Juan Kruz Díaz de Garaio Esnaola, regista e coreografo di“(espérame despierto)”. In scena come interpreti Eloísa Cantón e Juan Luís Matilla, anche creatori del progetto ed essi stessi coreografi.
Il tutto ambientato in una stanza; un uomo, una donna e lo spettatore. Proprio lo spettatore in effetti è l’osservatore, il terzo elemento della vita di una coppia, chiamato al ruolo di testimone neutro. Ogni relazione d’amore, e non, è un microcosmo con le sue regole e dinamiche uniche ed inimitabili; si può solo osservare e non giudicare. In tal senso il percorso è affascinante e ci si trova spettatori silenziosi di immagini che raccontano l’intimità: una carezza, una sberla, uno sgarbo, un bacio, un abbraccio. Forse in una difficoltà di comunicazione o forse solo in una dinamica di comunicazione che mai può essere semplice.
Uno spettacolo raffinato, garbato, gradevole, senza enfasi e particolarmente lento; ma questa lentezza non è un difetto. I due bravissimi interpreti accompagnano lo spettatore a comprendere il lento divenire delle cose e ad apprezzarlo. Essi stessi quasi sempre calmi e controllati rispetto alle varie condizioni vissute in quella stanza: sensualità, ironia, allegria, aggressività, contatto, distanza. Nella sala domina il silenzio, tranne qualche momento in cui i rumori arrivano dalla scena. Quando c’è, è la musica il vero elemento di comunicazione tra i due; Eloísa suona il violino e con Juan Luís e lo strumento nascono dei pas de trois spesso ironici in cui lei si trova a suonare in posizioni originali e certo inusuali. Anche una fisarmonica entra nel menage a troi. I due la suonano insieme in un complicato ma delicato intreccio di braccia e mani, con essa giocano dando vita a figure divertenti, sprazi di serenità, danzando in un’allegra spensieratezza. Oltre la musica la danza, semplice, lineare, anche questa senza eccessi, gradevole, non molto tecnica ma efficace, che riesce a raccontare gli stati d’animo e le atmosfere che si respirano. Il pubblico ha molto gradito lo spettacolo serata regalando sinceri applausi agli interpreti.