Beethoven e Mendelssohn all’Auditorium du Pharo di Marsiglia

Marsiglia, Auditorium du Pharo, Stagione Sinfonica dell’Opéra 2011/2012
Concerto Sinfonico diretto da Fabrizio Maria Carminati
Orchestre Philharmonique de Marseille
Direttore Fabrizio Maria Carminati
Pianoforte Andrew Von Oeyen
Felix Mendelssohn-Bartholdy: Die Hebriden” ( Le Ebridi – La grotta di Fingal), Ouverture in si minore op.26
Ludwig Van Beethoven:  Concerto nr. 5 per pianoforte e orchestra in mi bemolle maggiore op.73, detto “L’Imperatore”
Felix Mendelssohn-Bartholdy: Sinfonia nr.4 in la maggiore op.90, “Italiana”
Marsiglia, 4 marzo 2o12
E’ con l’ouverture “Les Hebrides La Grotte de Fingal” de Fèlix Mendelssohn, che si apre questo concerto all’insegna del romanticismo. Il Maestro Fabrizio Maria Carminati  ci immerge  fin dalle prime note in una strana atmosfera. Il tempo “andante”ci porta attraverso le diverse atmosfere  e colori della Scozia . La direzione energica ma agile del direttore lascia l’orchestra esprimersi, ma al contempo la domina sia nei passaggi lenti  e melanconici che negli assolo  del clarinetto, così come nel quartetto di ottoni trascinanti in un gran crescendo. Una interpretazione lirica, ma al contempo estremamente vivida.
Il concerto N.5 detto “l’imperatore” di Ludwig van Beethoven  ha visto al pianoforte  Andrew Von Oeyen. Anche se giovane questo pianista, che già vanta un repertorio assai ampio ed importanto esperienze  internazional, ci ha offerto una visione alquanto energica questo celebre concerto, sostenuto da un’orchestra molto attenta ai gesti del Maestro, ha creato un efficace dialogo concertante. La bella tecnica del pianista, l’esecuzione brillante, fanno di Von Oyen un pianista di indubbia personalità, anche se gli si può obbiettare in qualche momento,  una certa qual mancanza di  morbidezza e di legato, malgrado dei rallentamenti  ben condotti. Nel secondo movimento il suono degli archi crea un’atmosfera calma e sensibile che si trasmette al solista. Il suo tocco manca un po’ di sensibilità e la sua esecuzione complessiva, di maturità. Senza dubbio un difetto questo, che supererà con la maggiore esperienza.  Non lo possiamo di certo biasimare, visto  l’impeto e il brio con il quale conclude l’ascesa brillantissima delle scale. Ha indubbiamente conquistato il pubblico marsigliese al quale, dopo numerose chiamate, ha regalto due bis di Frèderic Chopin: un “notturno” eseguito  con grande sensibilità capace di mettere in risalto la malinconia, attraverso  una grande sobrietà e un uso del ” trattenuto”. Nel brano successivo, il “Valzer Minuto” detto”du  Petit Chien”, abbiamo visto un Von Hoyen giosamente pieno di humor.
La sinfonia N.4 detta Italiana di Fèlix Mendelssohn è un’opera luminosa e leggera. Il maestro Carminati lascia libero corso al suo entusiasmo seguito dall’orchestra che si lascia trasportare  per tutta la lunghezza della sinfonia da questa scrittura impetuosa e al contempo delicata. Lo staccato dei violini dà il brio. E’ come un merletto dalle cui trame passano i bassi e il controcanto degli alti. Come una passeggiata malinconica e tenera, il secondo tema pacato del primo movimento, assume  in questa interpretazione un’aria più gioiosa. I precisi cambi di tempo ci fanno passare  da un’atmosfera a un’altra; qui nello “Scherzo” l’atmosfera è particolarmente serena con l’intervento dei corni che ci riporta gioiosamente al rientro dalla caccia. Il direttore dopo un momento  più sensibile e dolce riconduce l’orchestra, con gesto preciso, accompagnandola ad un finale in “presto- prestissimo, una magnifica apoteosi  che entusiasma il pubblico. Trascinato dagli applausi il Direttore  trasporta l’orchestra bissando il finale. Serata di comunione tra l’orchestra e il suo Direttore, gli interpreti e il pubblico.