Torino, Teatro Regio, Stagione Lirica 2011/2012
“OMAGGIO A FOKIN”
Danze Polovesiane
Balletto tratto dall’opera Il principe Igor
Musica di Aleksandr Borodin
Il giovane polovesiano KAREN IOANNISJAN
La giovane polovesiana ALISA SOKOLOVA
La schiava ELENA BAŽENOVA
Due ragazze ANASTASIJA PETUŠKOVA, LIL’JA LIŠČUK
Coreografia Michail Fokin
Scene e costumi Nikolaj Roerich
Luci Vladimir Lukasevič
Maestro del coro Claudio Fenoglio
Le spectre de la rose
Quadro coreografico su libretto di Michail Fokin
Musica di Carl Maria von Weber (orchestrazione di Hector Berlioz)
Interpreti MARIJA ŠIRINKINA, ALEKSEJ POPOV
Coreografia Michail Fokin, ripresa da Isabelle Fokine
Scene e costumi Léon Bakst
Luci Vladimir Lukasevič
La morte del cigno
Composizione coreografica
Musica di Camille Saint-Saëns
Interprete UL’JANA LOPATKINA
Coreografia Michail Fokin
Shéhérazade
Dramma coreografico in un atto su libretto di Léon Bakst e Michail Fokin
Musica di Nikolaj Rimskij-Korsakov
Zobeide EKATERINA KONDAUROVA
Lo schiavo di Zobeide IGOR’ KOLB
Il sultano Shahryar SOSLAN KULAEV
Zeman, il fratello ISLOM BAIMURADOV
Il Grande Eunuco STANISLAV BUROV
Le odalische ALISA SODOLEVA, JULIJA STEPANOVA, ANASTASIJA PETUŠKOVA
Coreografia Michail Fokin, ripresa da Isabelle Fokine e Andris Liepa
Scene e costumi Anna Nežnaja e Anatolij Nežnyj
dagli originali di Léon Bakst
Luci Vladimir Lukasevič
Orchestra e Coro del Teatro Regio di Torino
Direttore d’orchestra Mikhail Agrest
Allestimento Teatro Mariinskij di San Pietroburgo
Torino, 16 ottobre 2011
“LA BAYADÈRE ”
Balletto in tre atti su libretto di Marius Petipa e Sergej Chudekov
Musica di Ludwig Minkus
Nikija, la baiadera VIKTORIJA TERËŠKINA
Il rajah Dugmanta DMITRIJ PYHAČOV
Gazmatti ANASTASIJA KOLEGOVA
Solor VLADIMIR ŠKLJAROV
Il Gran Bramino VLADIMIR PONOMARËV
Il fachiro Magdaveya GRIGORIJ POPOV
Toloragve KAREN IOANNISJAN
Lo schiavo SERGEJ KONONENKO
Aija ELENA BAŽENOVA
Danza džampé KSENIJA OSTREJKOVSKAJA, JANA SELINA
Danza delle baiadere (atto II) ELIZAVETA ČEPRAZOVA, MARIJA ŠIRINKINA, JANA SELINA, SVETLANA IVANOVA
Pas manù VALERIJA MARTYNJUK
Grand pas classique (atto II) JULIANNA ČEREŠKEVIČ, JULIJA STEPANOVA, VIKTORIJA BRILEVA,VIKTORIJA KRASNOKUTSKAJA, ALEKSANDR ROMANČIKOV, ANDREJ SOLOV’ËV
Danza Indiana ANASTASIJA PETUŠKOVA, ISLOM BAIMURADOV, OLEG DEMČENKO
L’idolo d’oro ALEKSEJ TIMOFEEV
Le tre ombre (atto III) VALERIJA MARTYNJUK, MARIJA ŠIRINKINA, OKSANA S
Coreografia Marius Petipa
nella versione di Vladimir Ponomarëv e Vachtang Čabukiani
con l’inserimento di danze di Konstantin Sergeev e Nikolaj Zubovskij
Scene e luci Mihal Šišliannikov da Adolf Kvapp, Konstantin Ivanov, Pëtr Lambin, Orest Allegri
Costumi Evgenij Ponomarëv
Orchestra del Teatro Regio di Torino
Direttore d’orchestra Pavel Bubelnikov
Allestimento Teatro Mariinskij di San Pietroburgo
Torino, 21 ottobre 2011
“IL LAGO DEI CIGNI”
Balletto in tre atti su libretto di Vladimir Begičev e Vasilij Gel’cer
Musica di Pëtr Il’ič Čajkovskij
Odette / Odile ALINA SOMOVA
Il principe Siegfried IGOR’ KOLB
La regina madre ELENA BAŽENOVA
Il precettore del principe SOSLAN KULAEV
Il giullare GRIGORIJ POPOV
Rothbart ANDREJ SOLOV’ËV
Amici del principe JANA SELINA, MARIJA ŠIRINKINA, ALEKSEJ TIMOFEEV
Cigni piccoli SVETLANA IVANOVA, VALERIJA MARTYNJUK, ELIZAVETA ČEPRASOVA, JANA SELINA
Cigni grandi ANASTASIJA PETUŠKOVA, VIKTORIJA BRILEVA, JULIANNA ČEREŠKEVIČ, JULIJA STEPANOVA
Due cigni MARIJA ŠIRINKINA, ANASTASIJA NIKITINA
Danza spagnola ANASTASIJA PETUŠKOVA, MARIJA ŠEVJAKOVA, ISLOM BAIMURADOV, KAMIL JANGURAZOV
Danza napoletana ELIZAVETA ČEPRASOVA, ALEKSEJ POPOV
Danza ungherese OLGA BELIK, KAREN IOANNISJAN
Mazurka NATAL’JA DZEVUL’SKAJA, LIL’JA LIŠČUK, ALISA SODOLEVA, JULIJA STEPANOVA, DMITRIJ PYHAČOV, ALEKSANDR KLIMOV, ALEKSANDR KUZ’MIN, ALEKSANDR ROMANČIKOV
Coreografia Marius Petipa e Lev Ivanov
Adattamento e messa in scena Konstantin Sergeev
Scene Igor’ Ivanov
Costumi Galina Solov’eva
Luci Sergej Lukin
Orchestra del Teatro Regio di Torino
Direttore d’orchestra Pavel Bubelnikov
Allestimento del Teatro Mariinskij di San Pietroburgo
Torino, 2 novembre 2011 (recita delle ore 20:30)
La stagione 2011/2012 del Teatro Regio di Torino ha avuto, se così si può dire, tre inaugurazioni. L’attività è iniziata con quattro concerti dedicati all’esecuzione integrale del ciclo delle Nove sinfonie di Beethoven, affidate all’Orchestra e al Coro del teatro e dirette da Gianandrea Noseda. I concerti sono stati eseguiti tra il 28 settembre ed il 6 ottobre 2011, date particolarmente significative se si pensa che il 27 settembre aveva luogo l’ultima recita di Leggenda, l’opera di Alessandro Solbiati che ha concluso la stagione 2010/2011. Iniziare la nuova stagione il giorno dopo la conclusione della precedente è un segnale incoraggiante in un Paese in cui teatri lirici contemplano, tra uno spettacolo e l’altro, lunghi periodi di chiusura. L’inaugurazione ufficiale, quella con smoking ed abiti lunghi, il 14 ottobre, è stata affidata, per la prima volta nella storia moderna del teatro, al balletto anziché all’opera: ospite il corpo di ballo del Mariinskij di San Pietroburgo, che ha presentato tre diversi programmi per un totale di ventidue serate. Infine, l’inaugurazione della lirica si è avuta il 9 dicembre col Fidelio di Beethoven (qui la recensione).
Proprio in questi giorni, in cui il Mariinskij è tornato a Torino con la propria compagnia d’opera per le recite dell’Angelo di fuoco, si torna col pensiero a quelle tre settimane autunnali in cui il corpo di ballo del teatro pietroburghese ha portato sotto la Mole alcuni dei migliori spettacoli storici del proprio repertorio ed una vera parata di stelle della danza, che si alternavano e scambiavano i ruoli nel fittissimo calendario delle recite (ogni commento si riferisce alle date sopra precisate).
Lo spettacolo scelto per la serata inaugurale è stato Omaggio a Fokin, ricco polittico dedicato al grande coreografo primo-novecentesco che ha rivoluzionato il balletto classico con l’introduzione di una forte drammaturgia, nella quale il gesto coreografico non è mai fine a se stesso. Danze polovesiane, unico titolo in cui è intervenuto il coro del Teatro Regio, tratto dal Principe Igor di Borodin, è un balletto d’assieme che testimonia l’interesse dell’epoca per le curiosità etnografiche. Testimone del gusto per l’esotico è invece il titolo che ha chiuso la serata, Shéhérazade, su musica di Rimskij-Korsakov, unico a varcare i confini del quadro coreografico per essere un vero balletto in un atto; ne è emersa una dolcissima figura di Zobeide, interpretata da Ekaterina Kondaurova, che ha reso memorabile lo straziante finale. Al centro della serata si sono collocati due cammei di tipico gusto tardo romantico: Le Spectre de la rose, sulla musica dell’Invitation à la valse di Weber nell’orchestrazione di Berlioz; e La morte del cigno. È stato soprattutto quest’ultimo, assolo della prima ballerina della durata di un paio di minuti, sulla musica di Saint-Saëns che di per sé non avrebbe nulla di tragico, ad essere trasformato in capolavoro dall’interpretazione di Ul’jana Lopatkina; la quale ha dato vita, in tutti i dettagli, agli ultimi movimenti dell’animale agonizzante, dal tremolio delle zampe al flettersi del collo agli ultimi battiti d’ali che pian piano si spengono.
Con La Bayadère si è tornati al classico balletto ottocentesco a serata intera, nel quale all’azione ed alla drammaturgia sono prevalentemente riservati passi di pantomima, a dire il vero per lo spettatore odierno un po’ noiosi, mentre il dispiegamento del virtuosismo avviene in numeri a sé stanti, ed in particolare nel divertissement, vero balletto nel balletto che non ha altro scopo se non quello di dilettare la vista, in una vera apoteosi antidrammaturgica. La storia d’amore infelice di ambiente esotico, coreografata da Petipa su musica di Ludwig Minkus, è stata proposta nella versione in tre atti, che si conclude col sogno di Solor, senza la vendetta finale della defunta bayadera. Nei passi d’assieme, ed in particolare nel meraviglioso ensemble delle 32 bayadere del III atto, è esaltato il livello di perfezione raggiunto dalla scuola del Mariinskij, i cui ballerini sono capaci di muoversi in perfetta sincronia e di atterrare, dopo lunghi balzi, senza che si percepisca dal loro movimento alcun rumore. I momenti più emozionanti, tuttavia, sono stati l’adagio di Nikija (interpretata da Viktorija Terëškina) nel II atto, ed il suo passo a due finale con Solor (il ballerino Vladimir Škljarov), nei quali si è raggiunta la perfetta fusione tra il virtuosismo tecnico e la poesia interpretativa, per esprimere l’atmosfera dolce e nostalgica di un amore che può vivere solo nel mondo dei sogni.
La permanenza del Mariinskij a Torino non poteva che essere conclusa dal classicissimo di Čaikovskij, Il lago dei cigni nella coreografia di Petipa e Ivanov con finale lieto. Meravigliose sono le due scene lacustri (il secondo quadro del I atto ed il III atto), nelle quali l’orchestra, che pur non era nella sua forma migliore, tratteggiava atmosfere evocative, mentre sul palcoscenico le ballerine si muovevano con tale discreta delicatezza da formare quasi un tutt’uno coi fondali dipinti, senza che negli assiemi si potesse percepire una minima sbavatura. Un plauso particolare spetta poi ad Alina Somova, interprete del ruolo doppio di Odette/Odille, che col suo fisico minuto rendeva perfettamente l’immagine della gracilità del cigno, ed ha saputo vivamente realizzare i tratti diametralmente opposti delle due creature, tanto dolce ed affettuosa la prima, quanto affettata e demoniaca la seconda: la rigidità meccanica del movimento di Odille incarnava la natura artificiale di questa figura, così ben contrapposta agli slanci pieni d’affetto di Odette. Una tournée così ricca resterà a lungo nella memoria dei Torinesi.