Madrid, Teatro Real, Stagione lirica 2011-2012
“LA CLEMENZA DI TITO” (K 621)
Dramma per musica in tre atti su libretto di Caterino Mazzolà dal melodramma di Pietro Metastasio.
Musica di Wolfgang Amadeus Mozart
Tito YANN BEURON
Vitellia AMANDA MAJESKI
Sesto KATE ALDRICH
Servilia MARÍA SAVASTANO
Annio SERENA MALFI
Publio GUIDO LOCONSOLO
Orchestra e Coro del Teatro Real (Sinfónica de Madrid) e
Direttore Thomas Hengelbrock
Maestro del coro Andrés Máspero
Regia Ursel e Karl-Ernst Herrmann
Scene, costumi e luci Karl-Ernst Herrmann
Allestimento del Salzburger Festspiele
Madrid, 19 febbraio 2012
La Clemenza di Tito è stata l’ultima opera scritta da Mozart: fu scritta per l’incoronazione di Leopoldo II a re di Boemia e precedentemente venne commissionata ad Antonio Salieri che rinunciò all’offerta. Per quanto riguarda la stesura del libretto, Mozart collaborò con Caterino Mazzolà, librettista di corte, nel tentativo di ridurre a due i tre atti in cui era suddiviso il libretto originale. Il testo era basato su un dramma di Metastasio, basato sui modelli francesi per l’opera seria di Racine e Corneille. L’opera venne musicata da un nutrito numero di compositori: il primo fu Antonio Caldara nel 1734 per Carlo VI e, successivamente, Hasse, Wagenseil, Gluck e Jommelli fra gli altri. Mozart recuperò una musica elegante, quasi trasparente e, allo stesso tempo, di immensa portata e ricchezza espressiva. L’ Orquesta Sinfónica di Madrid, diretta da Thomas Hengelbrock, ha suonato in consonanza con le caratteristiche musicali del titolo mozartiano, con alcuni momenti di grande bellezza, come nel coro del finale dell’atto primo. Questa celebre produzione venne inaugurata nel 1982 al Teatro La Monnaie di Bruxelles con la regia di Ursel e Karl-Ernst Hermann. Il trascorrere degli anni non ha intaccato lo spettacolo che non ha perso né valore né bellezza nell’atemporalità che emana, nell’estetica algida, nell’uso dei colori e dei dettagli che è rimasto invariato. Per quanto riguarda l’aspetto musicale, abbiamo riscontrato alcune sorprese nella qualità delle voci. Il tenore francese Yann Beuron che ci ha regalato un gradevole Pelléas nel mese di novembre, non è riuscito nel ruolo di Tito. Così come si è trovato a proprio agio nella propria lingua e con la musicalità di Debussy, in quest’occasione non è stato in grado di apportare la vocalità richiesta, né di trasmettere espressività al benevolo Tito, mostrando visibili difficoltà nell’affrontare il personaggio. Il soprano statunitense Amanda Majeski ha convinto ben poco. La sua voce, di ampiezza generosa e volume, ha mostrato irregolarità tra i vari registri, senza conseguire l’uniformità auspicabile e il suo canto si è mostrato eccessivamente istrionico. La voce più in consonanza con la vocalità mozartiana è stata quella del mezzosoprano Kate Aldrich, cha interpretato il personaggio di Sesto con stile e buona proiezione della voce insieme ad una resa scenica molto apprezzabile. Il giovane soprano María Savastano si è ben districata nel personaggio di Servilia e ha dimostrato molta sicurezza nel canto, grazie al bel colore e alla linea di canto elegante. Il reparto femminile era completato da Serena Malfi, la cui interpretazione di Annio è risultata corretta. La giovinezza si è riflessa nelle interpretazioni del baritono Guido Loconsolo, interprete di Publio, e Serena Malfi, così come in María Savastano: sicuramente voci interessanti per il futuro. Foto Javier del Real / Teatro Real Madrid