Trieste, Politeama Rossetti, Sala Assicurazioni Generali – Eventi Speciali
“GISELLE”
Balletto romantico in due atti
Musica di Adolphe Adam
Coreografia di Marius Petipa
Giselle ADELA CRACIUN
Albrecht OVIDIU MATEI IANCU
Solisti e Corpo di ballo del Russian Classical Theatre
Trieste, 4 gennaio 2012
Ahia…non ci siamo proprio…va sempre a finire così con queste “clamorose” compagnie provenienti da Russia e dintorni… Stavolta è toccata alla povera “Giselle”, capolavoro assoluto del balletto romantico,: massacrata da tanti, troppi punti di vista. Ad inziare da una Giselle che,appena entra in scena si manifesta per quello che è: una solista di buon livello e basta. E’ di sicuro totalmente fuori luogo nel balletto romantico per eccellenza fatto di proporzioni classiche perfette, di bellezza dei tratti, di armonia e di espressività.
Adela Craciun, già solista del Bucarest National Opera Ballet, è poco espressiva, ha un viso che non regge la scena per un mento troppo sfuggente e la forma del capo decisamente sproporzionata rispetto al corpo. Tutto ciò è evidente già in tutù – che dovrebbe anzi aiutarla – chissà in calzamaglia… Forse siamo deviati dall’aver visto innumerevoli Giselle di grande bellezza e bravura, prima su tutte la nostra Carla Fracci: francamente questa Giselle è proprio inaccettabile. Nulla da rimproverarle da un punto di vista tecnico ma interpretazione e Phisique Du Role di questo ruolo non sono proprio il suo. Meglio nel secondo atto, quando si tratta di sola tecnica.
Ad onor del vero la Craciun non ha nessuna colpa in questo caso. La responsabilità sta tutta a chi dirige artisticamente questa compagnia: a questa persona spetta il compito di selezionare i giusti tersicorei, all’interno della stessa compagine o a chiamata se necessario, affinché lo spettacolo mantenga un suo decoro, i ruoli siano correttamente affidati e il recensore possa limitarsi a elogiare l’ottimo lavoro presentato…
Tutt’altro discorso per il suo partner Ovidiu Matei Jancu, primo ballerino già nella stessa compagnia rumena e, decisamente, primo ballerino a tutti gli effetti: plastico, tecnicamente adeguato, bello e elegante.
Interessanti alcuni rivisitazioni della tecnica del passo a due, presentati in quest’allestimento: i lift del pas de deux del secondo atto hanno una rilettura destinata alla leggerezza e ad un maggior effetto aereo che abbiamo molto apprezzato. Abbiamo notato anche una ottima Myrtha di cui, però, non ci è dato sapere il nome. Un dubbio, grande come una casa, ci pervade: questa versione viene dichiarata come “basata sulle coreografie di Marius Petipa”. Ora, è vero che il grande coreografo marsigliese dell’Ottocento, aveva rivisto la versione originale di Perrot e Coralli, apportando alcuni tagli e alcune modifiche ma, quella che abbiamo visto sul bellissimo palco del Politeama Rossetti, è né più né meno che la solita versione di repertorio, in scena su tutti i palcoscenici nazionali e internazionali…chi sbaglia?
Il resto dello spettacolo scorre via tra luci brutte, mal puntate e di pessimo gusto, costumi gradevoli ad eccezione del mantello da vera soubrette che il povero Albrecht indossa sin dal primo atto: blu con una fascia di paillettes che neanche al Moulin Rouge, laddove tutto l’allestimento del primo atto ruota su toni e colori caldi….mah!
Delle scene che dire….comprensibile che siano dei fondali dipinti, visto che si tratta di una compagnia che gira parecchio, ma la casetta di Giselle e il capanno di caccia del Principe Albrecht sarebbero criticabili anche se fossero opera di un bambino! Cosa dire delle tre croci tombali, sbilenche, che “ornano” il fondale? Non sarebbe stato meglio niente?!? Nel 2012 un allestimento così si rivela a dir poco imbarazzante e sembra quasi destinato a offendere o deridere il buon gusto del pubblico. Bene il corpo di ballo, assieme e pulito, anche se poco sicuro sulle punte; decorosi i due solisti del Passo a due dei Contadini ma, anche qui le proporzioni fisiche lasciano piuttosto a desiderare. Dimenticheremo volentieri questa serata…