Balletto in due atti di Marius Petipa, da «Nussknacker und Mausekonig» di E.T.A. Hoffmann. The Royal Ballet, The London Oratory Junior Choir, The Orchestra of the Royal Opera House, Koen Kessels (direzione), Peter Wright (coreografia), Gary Avis (Drosselmeyer), Iohna Loots (Clara), Steven McRae (Il principe), Miyako Yoshida (La fata confetto), Ricardo Cervera (Lo schiaccianoci). Registrazione: Royal Opera House, Londra, 26 novembre e 2 dicembre 2009. Extra: Introduzione al balletto di Peter Wright, Cast e Personaggi, La realizzazione dello spettacolo. 1 DVD Opus Arte OA 1036 D / 127′
L’edizione dello Schiaccianoci che vediamo registrata in questo DVD, altro non è se non una ripresa della produzione realizzata nel 1982 da coreografo Peter Wright. Il primo pregio di questo allestimento è quello di essere il più fedele all’originale.
Il balletto Lo Schiaccianoci, ideato da Marius Petipa in collaborazione di P. Cajkovskij e affidato al coreografo L. Ivanov (1892) ha avuto nella nativa Russia una vita alquanto difficile. Dopo vent’anni di rappresentazioni al Mariinskyi venne completamente escluso dal repertorio del teatro. Nel 1920 F.Lopuchov, il direttore artistico del Mariinsky, provò a rimetterlo in repertorio. Fu però un insuccesso, così Schiaccianoci, considerato come un balletto mal riuscito, sparì dal repertorio ballettistico russo.
Fortunatamente però questo capolavoro trova una nuova vita a Londra, sul palcoscenico del Covent Garden. Qui, nel 1934, un ex danzatore e aiuto regista del teatro Mariinskyi N. Sergeev, emigrato in Inghilterra, ha ricostruito Lo Schiaccianoci lasciando a riguardo, tutte la documentazione del suo lavoro, oggi conservata all’ Università di Londra.
Da questi documenti, Peter Wright ha ricostruito la versione originale del balletto, con delle logiche modifiche. La drammaturgia originale divide il balletto in due parti autonome: la prima, durante la vigilia di Natale, con Clara, il misterioso Drosselmeyer, lo Schiaccianoci e altri personaggi, era realizzata principalmente in forma di pantomimico “act d’action”. La seconda, invece il sogno di Clara, nel Paese dei Dolci, era il puro “divertissement”, con il florilegio delle danze nazionale e l’apoteosi finale, con il “pas de deux” della Fata Confetto con il Principe. Qui, Clara e lo Schiaccianoci hanno solo il ruolo di ospiti della festa di Palazzo.
Nella sua versione di Schiaccianoci, Wright ha cercato di superare il taglio netto tra le due parti trasformando il personaggio di Drosselmeyer. E’ lui che, come un magico burattinaio o un mago degli effetti speciali crea lo spettacolo fantasmagorico del Paese dei Dolci. Assistamo a tutte le varie danze e, tra queste troviamo particolarmente bella quella araba, interpretata con bella tecnica e sensualità da Laura McCulloh. Anche nella versione di Wright, i due protagonisti, giocano solo il ruoli degli spettatori.
La versione di Wright è una collezione di elementi “storici” di questo balletto: la costruzione del movimento “a stella” creato da Ivanov per il balletto dei Fiocchi di neve e il “pas de deux” finale, ritoccato e rinforzato sul piano virtuosistico da Wright, in particolare nell'”Adagio”. Certamente, la coreografia di Ivanov non rappresentava di certo il top del virtuosismo, ma pur nella sua semplicità, era meravigliosamente musicale. Indubbiamente le prese acrobatiche create da Wright hanno un grande impatto visivo, ancor più nell’interpretazione precisa e brillante di Myako Yoshida e di Steven McRal. E’ però un virtuosismo che appare troppo distaccato dalla passionalità della musica di Cajkovskyij. La stessa Myako Yoshida, ballerina giapponese dalla tecnica fortissima e i movimenti aggraziati, è un po’ troppo bambolina di zucchero dal sorriso dolciastro. Questo è un aspetto un po’ troppo “vecchio balletto”e poco adatto alla musica di Ciaikovskyi, che esigeva qualcosa in più.
Nella versione di Wright, si deve poi evidenziare l’eccessivo uso della pantomima nella prima parte, per altro sovraccarica di personaggi: manca la danza vera e propria. La si vede giusto nei casi rigorosamente giustificati. L’atteggiamento scenico dei personaggi non è da balletto, ma quasi da teatro di prosa. Un altro momento che appare piuttosto anacronistico è l’assurdo racconto della sua lunga storia fatto dallo Schiaccianoci al Principe e agli abitanti del Paese dei Dolci. Una tale sequela di gesti sembra un monologo di un sordomuto .
Nonostante ciò, Wright ha rianimato lo spirito dello Schiaccianoci e trasmette a noi la sua passione per la antica tradizione del balletto classico. Nel video qui sotto potete vedere tutta questa versione dello Schiaccianoci.