La fiducia della ventinovenne Beverly Sills nelle sue capacità di cantante e interprete si era sedimentata grazie a Baby Doe e l’essere una cantante lirica era ormai la sua seconda natura. Sentiva di poter affrontare qualsiasi ruolo sopranile di coloratura che fosse mai stato scritto e pensava anche di essere una brava attrice. Nulla di ciò che accadde in seguito nella sua carriera la sorprese realmente poiché era sempre cosciente delle sue capacità. Se tutto ciò può suonare un po’ egocentrico, bisogna allora tener conto che per lavorare nel mondo dello spettacolo c’è bisogno di una certa quantità di ego, un certo grado di fiducia in sé stessi, altrimenti non si può avere il fegato di affrontare un pubblico. Pur essendo conscia delle sue possibilità, sentiva di non averle mai messe pienamente in mostra prima di Baby Doe.
Tuttavia continuava a sentirsi ancora molto sola a Cleveland, pur avendo imparato ad affrontare la cosa. Aveva molto tempo libero a disposizione e quindi strutturò le sue giornate tra esercizi di canto e pianoforte e lezioni di cucina. Il rapporto con le figliastre continuò a migliorare. Le portava spesso in giro con l’auto in quel periodo e faceva molte commissioni in giro. Aveva imparato anche a guidare a New York e si considerava una buona guidatrice, ma per una qualche ragione continuava a danneggiare la station wagon di Peter. Proprio non riusciva a parcheggiare senza ammaccarla. Alla fine scoprì il perché: la station wagon di Peter era stata costruita su misura ed era di circa un metro più lunga nella parte posteriore, per accogliere l’arpa della sua ex moglie. Beverly non sapeva se accadesse per caso o volutamente, ma dopo aver scoperto perché la station wagon era così lunga, prese quasi sistematicamente a distruggerla, un pezzo alla volta. Alla fine, riuscì a convincere Peter a comprarle un’auto nuova. Le prese una Buick decapottabile nera con un tettuccio azzurro pastello, piuttosto appariscente.
Nel frattempo, Peter e Beverly si erano diligentemente impegnati a provare ad avere un figlio loro. Nel 1958 ebbero il regalo di Natale che volevano: a fine dicembre, Beverly seppe di essere incinta. Il bambino non sarebbe nato prima del 25 luglio e Peter la incoraggiò a prendere parte agli spettacoli primaverili del City Opera. Nell’aprile del 1959 cantò nuovamente Baby Doe e aggiunse un nuovo ruolo al suo repertorio: la Coloratura nella prima mondiale di Sei Personaggi in Cerca d’Autore, l’adattamento operistico della commedia di Pirandello scritto da Hugo Weisgall. Beverly credeva che il progetto avesse le potenzialità per diventare un successo, mentre fu un fallimento di critica e di pubblico. La critica negativa del Daily News di New York, scritta da Douglas Watt, si intitolava: SEI PERSONAGGI IN CERCA DI UN COMPOSITORE. Tuttavia, la sua performance fu accolta calorosamente.
Tornò a Cleveland in maggio e ritornò a New York in giugno per incidere l’album di The Ballad of Baby Doe con il cast originale del City Opera. Era per tutti la prima volta che registravano un disco ed erano spaventatissimi. Era un gran privilegio, allora, essere chiamati per un’incisione e, fatta eccezione per gli addetti ai lavori, loro erano degli sconosciuti nell’industria discografica. Emerson Buckley, che avrebbe diretto la sessione di registrazione, li avvertì che, a causa degli alti costi del progetto, non c’erano soldi sufficienti per molte registrazioni e quindi dovevano cantare bene al primo colpo. Il cast aveva cantato Baby Doe moltissime volte e ogni traccia dell’album non fu registrata più di due volte. Beverly e i suoi colleghi entravano e uscivano dallo studio di registrazione molto rapidamente. La registrazione di Baby Doe non fece sensazione nel mondo dell’opera. Infatti, non cominciò a vendere prima di molti anni a venire, quando la Deutsche Grammophon acquistò la registrazione e la ripubblicò con una nuova copertina in cui il nome di Beverly Sills campeggiava, scritto in caratteri grandi. La DG guadagnò molti soldi grazie a quell’album. Nessuno dei cantanti ricevette un penny in più rispetto ai 320 dollari per cui furono pagati in origine.
Beverly Sills non amò mai davero incidere dischi poiché le mancava il pubblico, la messa in scena e i tempi del palco scenico. Inoltre, scoprì che l’acustica degli studi di registrazione dava poche indicazioni di ciò che gli ingegneri del suono ascoltavano nella cabina di missaggio: per sapere come fosse andata una registrazione, Beverly Sills fu sempre costretta ad andare in cabina di missaggio e ascoltarla. Per questa ragione, non sentì mai una vera vicinanza alle sue incisioni. Non si può nemmeno dire che incidesse per denaro, poiché devolveva regolarmente le sue royalties a vari enti di beneficenza. I suoi dischi avevano un unico scopo: documentare la sua carriera. E Beverly Sills era convinta che solo alcuni di essi – Manon, l’album di arie di Mozart e Strauss e le sue incisioni delle tre regine di Donizetti – rendessero l’idea. Di tutte le sue registrazioni, Manon le sembrò quella in cui fu più vicina a ricreare l’effetto di una sua esibizione in teatro nello studio di registrazione. Invece di prodursi in una prova puramente vocale, cantò Manon come se fosse sul palco, facendo ricorso ad ogni sfumatura ed ogni livello di passione insiti nella sua voce e che un pubblico avrebbe potuto cogliere in una produzione teatrale. Fino al suo ritiro dalle scene, Beverly Sills non ascoltò mai una sua incisione dall’inizio alla fine. Suo marito Peter diceva che lei non sopportava il suono della sua stessa voce, ma non era esattamente vero. Si sentiva imbarazzata quando Peter ascoltava un suo disco e lei era nei paraggi. Inoltre, avendo diritto di veto su quale registrazione sarebbe stata pubblicata, le ascoltava nello studio di registrazione ed era abbastanza. La prima volta in cui davvero ascoltò i suoi dischi al di fuori di uno studio di registrazione fu durante l’estate del 1985, durante un tour promozionale della EMI presso i negozi Tower Records, in cui autografava le copie dei dischi: la EMI aveva rimixato e ripubblicato una serie di sue incisioni.
Pur essendo curiosa, l’unico album che davvero ascoltò per intero fu The Ballad of Baby Doe. Molti dicono che la Sills non raggiunse il suo apice vocale prima del 1966, ma lei invece era convinta che Baby Doe desse già prova di cosa poteva fare con la sua voce. Beverly Sills era convinta che la sua prova nell’album di Baby Doe fosse straordinariamente pregevole. I pianissimi in Re acuto, i Mi acuti, una voce fluida sempre intonata: tutto traspare da quella registrazione. Quando le registrazioni di Baby Doe furono completate, la Sills tornò a casa per partorire. La data prevista per il parto era il 25 luglio, ma il bambino non aveva fretta e Meredith Holden Greenough nacque il 4 agosto 1959.