Parigi, Palais Garnier:”La Cenerentola”

Parigi, Palais Garnier, Stagione Lirica  2011 /2012
“LA CENERENTOLA”

Melodramma giocoso in due atti su Libretto di Jacopo Ferretti, da Perrault
Musica di Gioachino Rossini
Don Ramiro JAVIER  CAMARENA
Dandini RICCARDO NOVARO
Don Magnifico CARLOS CHAUSSON
Clorinda JEANNETTE FISCHER
Tisbe ANNA WELL
Angelina, detta Cenerentola KARINE DESHAYES
Alidoro
ALEX ESPOSITO
Orchestra e Coro dell’Opéra National de Paris
Direttore Bruno Campanella
Maestro del Coro Alessandro di Stefano
Regia, scene e costumi Jean-Pierre Ponnelle
Ripresa da  Grischa Asagaroff
Luci Michael Bauer
Allestimento dell’Opera Nationale di Monaco di Baviera.
Parigi, 8 dicembre 2011
La produzione, i costumi e la bellissima regia di Jean-Pierre Ponnelle per La Cenerentola sono ormai un spettacolo da considerarsi storico, visto che è stato ripreso pressochè in tutto il mondo dall’ormai lontano  1971. Per questa ripresa parigina, in seno all’iniziativa del direttore dell’Opéra di Parigi Nicolas Joël volta a riportare riproporre all’antico splendore allestimenti che sono delle vere pietre miliari della storia dell’opera, Grischa Asagaroff ravviva una produzione scintillante ed entusiasmante. Il direttore d’orchestra Bruno Campanella dirige con avvincente vivacità, mantenendo un’energia scoppiettante per tutta l’esibizione. Il cast ha funzionato alla perfezione nel gioco scenico, e anche il coro ha mostrato una grande vivacità, esibendosi in numeri coreografici divertendo e conquistando il variegato pubblico presente in sala.  L’apertura di Ponnelle lascia senza fiato. La facciata del vecchio palazzo  di Don Magnifico è dipinta in bianco e antracite su un sipario. Quando questo sipario si alza, si viene proiettati al’interno, dove si visualizzano quattro piccoli locali. Don Magnifico ha due stanze al primo piano, Clorinda e Tisbe hanno ognuna la propria camera al piano terra e Angelina, alias “Cenerentola”, può solo dormire nella zona cucina, al centro del palco… Nella scena finale, Ponnelle rende la trasformazione di Angelina ancora più spettacolare facendola entrare da questo percorso centrale.
Karine Deshayes (Angelina), in questa entrata in scena è stata magnetica e il suo Nacqui all’affanno ha rappresentato il punto più alto del suo canto. Una interpretazione, la sua, complessivamente ammirevole.  Dobbiamo altresì dire che sono presenti delle disuguaglianze  tra il il registro acuto e quello centrale che appare più corposo e penetrante. Nel duetto con Javier Camarena (Don Ramiro), i suoi vocalizzi non riuscivano ad eguagliare il legato cristallino del suo partner.
Jeannette Fischer (Clorinda) e Anna Wall (Tisbe), entrambe brave cantanti, sono state irresistibili nel caratterizzare le due  sorellastre. Ponnelle ha immaginato Clorinda come una aspirante prima ballerina. Jeannette Fischer ha fatto ridere a crepapelle l’uditorio con le sue burle clownesche. La pretenziosità di Tisbe trovava la sua controparte nella risata caustica di Anna Wall.  Il tenore Javier Camarena (Don Ramiro) è stato semplicemente sensazionale. La sua celebre scena,  Si, ritrovarla, lo giuro, è stata caratterizzata da una crescente intensità, e il suo virtuosismo vocale sono stati elettrizzanti. Il pubblico l’ha salutata con un convinto successo.
Il basso Carlos Chausson (Don Magnifico) si è rivelato un’ottima scelta per il ruolo tragicomico della figura paterna. La sua scena con Dandini è stata un esempio di alta interpretazione di opera buffaRiccardo Novaro (Dandini) è una figura di grande vivacità scenica. Il suo ricco timbro baritonale e la sua dizione impeccabile hanno conferito grande intensità a molti dei numeri a lui affidati. Il basso Alex Esposito (Alidoro), il mentore del principe, ha fornito una prova dignitosa. Ha però messo in luce un’intonazione tutt’altro che impeccabile.
Foto Agathe Poupeney