Michael Spyres (tenore) , Moscow Chamber Orchestra, Constantine Orberlin (direzione). Scene a arie da La fille du régiment (Donizetti), The Rake’s Progress (Stravinsky), Il barbiere di Siviglia (Rossini), L’elisir d’amore (Donizetti), Don Giovanni (Mozart), Les pecheurs de perles (Bizet), Werther (Massenet), Der Rosenkavalier (Strauss), La Bohème (Puccini), Rigoletto (Verdi), Lucia di Lammermoor (Donizetti), Eugene Onegin (Ciaikovskij), L’Arlesiana (Cilea), Das Land des Lachelns (Lehar). Registrazione: Mosca, Centro per le Arti “Pavel Slobodkin”, novembre 2010. T.Time 63.04 1 CD Delos DE3414
Il tenore Michael Spyres è nato a Mansfield (Missouri), dove è cresciuto in una famiglia di musicisti. Ha iniziato gli studi musicali negli Stati Uniti per poi completarli in Austia. Ha esordito come Jaquino nel Fidelio al San Carlo di Napoli nel 2006, inizio di una brillante carriera che lo ha visto cimentarsi in un repertorio che ha nelle opere di Rossini il suo punto di forza. E’ stato recentemente Rodrigo ne La donna del Lago alla Scala, mentre nell’ estate 2012 sarà Baldassarre nel Ciro in Babilonia. Fra i suoi prossimi impegni segnaliamo il Candide di Bernstein all’Opera di Roma (18-24 gennaio 2012), Lucia di Lammermoor alla Minnesota Opera (marzo, 2012) e La muette de Portici all’Opéra comique di Parigi (aprile 2012). In campo discografico, ha recentemente registrato Le siege de Corinthe di Rossini (di prossima pubblicazione per la Naxos) e questo cd per la Delos, il suo primo album solista. “Folle d’amore” e non può essere altrimenti, visto che, generalmente i tenori nell’opera lirica sono i protagonisti di amori più o meno disperati. Qui Spyres affronta pagine di un repertorio vastissimo: da Mozart a Stravinsky, passando per Rossini, Donizetti, Verdi, Cilea, Ciaikovskij, con una escursione nell’operetta di Lehar. Una scelta del tutto convincente? Sinceramente, no. Il disco forse vorrebbe essere un suo biglietto da visita per presentarsi come un tenore a 360 gradi, ma, almeno per adesso, non sembra ciò possa realisticamente essere. Sarebbe stato meglio una scelta più attenta e accurata dei brani nei quali la vocalità sostanzialmente leggera o di “grazia” di Spyres potesse emergere in tutte le sue reali potenzialità. Si percepisce che Spyres è un cantante sensibile e intelligente, sfoggia una tecnica solida e sicura con un registro acuto luminoso e svettante. Bello è anche il suo uso del canto legato, il fraseggio appare talvolta poco curato e certi suoni non sono sempre gradevolissimi, soprattutto in quelle pagine che non sono propriamente adatte a lui. In particolare: Bohème, Eugene Onegin o Arlesiana, tanto per citare qualche titolo, che abbisognano di un altro peso ed espansione vocale. Sarebbe stato più interessante sentirlo in altre pagine mozartiane, rossiniane, belliniane o del repertorio francese, tedesco. Chi, come chi scrive, ha avuto modo di sentirlo come Neocles ne Le siege de Corinthe riconosce lì il suo più naturale terreno d’azione. L’orchestra da camera di Mosca e la direzione di Constantine Orberlin non vanno oltre la correttezza.