Catania, Teatro Massimo Bellini:”Rigoletto”

Catania, Teatro Massimo Bellini, Stagione Lirica 2011
“RIGOLETTO”
Melodramma in tre atti su libretto di Francesco Maria Piave, dal dramma Le roi s’amuse di Victor Hugo.
Musica di Giuseppe Verdi
Il duca di Mantova IVAN MAGRI’
Rigoletto CARMELO CORRADO CARUSO
Gilda GLADY ROSSI
Sparafucile
RAMAZ CHIKVILADZE
Maddalena MONICA MINARELLI
Il conte di Monterone  ALEKSANDAR STEFANOSKI
Conte di Ceprano DANIELE BARTOLINI
La contessa di Ceprano
CONCETTA CANNAVO’
Matteo Borsa ALFIO MARLETTA
Marullo PAOLO LA DELFA
Giovanna  ANTONELLA FIORETTI
Un paggio FRANCESCA APARO
Usciere
  CONCETTO RAMETTA
Coro e Orchestra del Teatro Massimo Bellini di Catania
Direttore Roberto Paternostro
Maestro del Coro Tiziana Carlini
Regia, scene, costumi e luci Roberto Laganà Manoli
Nuovo allestimento del Teatro Massimo Bellini di Catania
Catania, 11 dicembre 2011

Un Rigoletto moderatamente nel solco della tradizione è stato quello andato in scena al Teatro Massimo Bellini a conclusione della Stagione Lirica e dei Balletti 2011. Della tradizione sono stati infatti conservati alcuni elementi, di cui non si è potuto fare a meno, come le cadenze, tra le quali quella a conclusione della Donna è mobile, che personalmente ritengo una forzatura nei confronti della partitura verdiana in quanto annulla la sorpresa del si acuto nella seconda ripresa della canzone del Duca. Fedele alla tradizione è stata la regia di Roberto Laganà Manoli che ha curato anche le scene e i costumi. All’inizio del breve preludio il sipario si apre su un Rigoletto spaesato che si muove sul proscenio davanti a una corte immobile e al buio. Le luci si accendono all’inizio dell’atto primo e illuminano una scenografia che ritrae il palazzo ducale di Mantova con colonne dietro le quali si distingue un’imitazione di un dipinto del Rubens. Tutto si svolge secondo tradizione sia in questa che nella successiva scena, dove l’unica novità, della quale francamente non si comprende la ragione, è costituita dalla presenza di quattro saltimbanchi della scena precedente che stanno attorno a un Rigoletto disperato e colpito dalla maledizione. Non sarebbe stato meglio lasciare solo il gobbo con la sua disperazione e la sua ossessione della maledizione?
Discreta, nonostante qualche piccola defaillance e qualche sonorità eccessiva, la prova dell’orchestra affidata all’esperta bacchetta di Roberto Paternostro che ha imposto dei tempi, a mio giudizio, un po’ lenti soprattutto nell’introduzione orchestrale dell’atto secondo, segnata in partitura con l’andamento Allegro agitato assai, e nel finale dello stesso atto, la celeberrima cabaletta Sì, vendetta, tremenda vendetta. Discontinua e comunque in crescendo (nettamente meglio nel secondo e nel terzo atto rispetto al primo dove forse la voce era ancora un po’ fredda) la performance del tenore Ivan Magrì, dotato di un buon organo vocale e che si è, tuttavia, calato bene nella parte del Duca da un punto di vista scenico. Buona presenza scenica ha rivelato anche l’interpretazione del baritono Corrado Carmelo Caruso (Rigoletto), anche lui dotato di un bella voce intensa ed espressiva, anche se, nel  duetto  dell’atto primo con Gilda ha mostrato evidenti difficoltà nel canto legato. Di primissimo livello è stata la performance del soprano Gladys Rossi (Gilda), dotata di un buon mezzo vocale nella maggior parte del suo registro che ha saputo padroneggiare in un ruolo difficile come quello di Gilda, nel quale le differenze vocali tra i vari atti rappresentano la maturazione del personaggio, da giovane e ingenua vergine a donna coraggiosa e pronta al sacrificio per amore. Corrette le prove di Ramaz Chikviladze (Sparafucile),  Aleksandar Stefanoski (Monterone) e di Monica Minarelli (Maddalena), tuttavia poco brillante  nelle iniziali semicrome staccate del quartetto dell’atto terzo (Ah! Ah! Rido ben di core). Ottima, infine, la prova del coro egregiamente diretto e preparato da Tiziana Carlini.
Foto Giacomo Orlando – Teatro Massimo Bellini di Catania