Roma, Teatro dell’Opera, Anno della lingua e della cultura russa in Italia
GALA DI BALLETTO con la partecipazione delle migliori stelle della danza italiane e russe
Con la partecipazione di:
Antonella Albano, Alessio Carbone, Petra Conti, Gabriele Corrado, Claudio Coviello, Dmitri Gudanov, Ekaterina Krysanova, Vladislav Lantratov, Vyacheslav Lopatin, Ulyana Lopatkina, Svetlana Lunkina, Mario Marozzi, Evgenia Obraztsova, Giuseppe Picone, Marat Shemiunov, Anastasia Stashkevich, Gaia Straccamore, Viktoria Tereshkina, Svetlana Zakharova, Igor Zelensky.
Direttore Artistico Vladimir Vassiliev
Ensemble Productions e Compagnia per la Musica in Roma
In collaborazione con Teatro dell’Opera di Roma e Teatro Bolshoi di Russia
Roma, 31 ottobre 2011
Sorti alterne per questa serata di Gran Galà all’Opera di Roma. L’occasione era ghiotta ed era stata offerta nell’ambito dell’Anno della Cultura e della Lingua Russa in Italia e della Cultura e della Lingua Italiana in Russia. Stelle russe e italiane della danza si sarebbero esibite in uno spettacolo unico del suo genere che il Teatro dell’Opera di Roma ha prontamente ospitato. Il problema è che le stelle italiane splendevano pochino e le russe hanno esibito un repertorio molto, molto datato.
Anche in Russia, ormai, sia il Bolshoj che il Kirov hanno in repertorio coreografie molto più interessanti di quelle proposte dal direttore artistico della serata, Vladimir Vassiliev, al quale riconosciamo gloria e onore come danzatore, meno come tuttologo.
La serata inizia con un’idea piuttosto mal realizzata: sulla Polonaise dall’Eugenio Onegin di Tchaikovsky, il sipario si apre e ci mostra un finto momento di riscaldamento degli artisti prima dello spettacolo. Poco coordinata, molto finta e inutile, si prolunga molto più del dovuto. A seguire la prima coppia italiana: Gaia Straccamore e Alessandro Macario nel pas de deux da “La Sylphide”. Passiamo oltre.
Arriva una superlativa Evgenia Obraztsova interprete di “Valzer sentimentale” di Vassiliev: lieve, musicale, elegante…sarebbe stato bellissimo vederla in una variazione di Balanchine, ad esempio, che della musicalità è stato un genio. In questo brano, stucchevole e datato, eccelle ma non lascia il segno.
Di nuovo italiani con Antonella Albano e Claudio Coviello, in arrivo dalla Scala di Milano, in un passo a due estratto da “L’altro Casanova”, recente creazione a serata intera di Gianluca Schiavoni. Un brano interessante, anche se figlio di molti altri, che mette in luce atletismo, pulizia e affiatamento tra i due: forse troppo lavoro di destrutturazione del torso per entrambi e la tendenza a scivolare nel numero da music hall (vuoi anche per i discutibili costumi di scena, genere biancheria intima color carne ma tempestata di pietre preziose).
Esplosione della serata: entrano in scena Anastasia Stashkevich e Vyacheslav Lopatin per interpretare “Le fiamme di Parigi”, noto cavallo di battaglia dei grandi virtuosi: e questo sono! Lei carina, pulita e molto sicura; lui un saltatore felino e felpato: una vera gioia per gli occhi! Lo riammireremo estasiati anche nella seconda parte del Galà ne “Il calciatore”, simpatico assolo creato da Messerer, che fu un cavallo di battaglia dello stesso Vassiliev: nonostante gli anni, le coreografie ben riuscite e con un’idea sanno difendersi!
Giunge il momento della Stella della serata: Ulyana Lopatkina accompagnata da Marat Shemiunov, appositamente scelto per essere ottimo partner ma poco presente per lasciare a lei tutta la luce…ci regalano “Orfeo ed Euridice” stucchevole passo a due con velo, creato da Messerer, che danzano senza alcuna incertezza e tutto d’un fiato. Mi accodo al giudizio dei veri, e grandi, critici di danza per dire che Lei ha veramente un’allure rara, uno charme unico e una classe insuperabile…è la vera étoile dei nostri giorni!
Dopo di loro ancora Russia con Viktoria Tereshkina e Igor Zelensky, dai bellissimi Grands Jetés, nel passo a due tratto da “Shéhérazade” di Mikhail Fokine, bello e ben danzato anche se un po’ troppo lungo per sceglierlo come brano da Galà.
A chiudere la prima parte, torna Evgenia Obraztsova accompagnata da Vladislav Lantratov, nella scena del balcone da “Romeo e Giulietta” nella coreografia di Leonid Lavrovsky: lirici e compenetrati nel ruolo, lui ci regala dei bei Grand Jeté Entrelacé, lei incanta per l’eleganza, la bellezza e il controllo.
La seconda parte si apre con “Paganini” di Vassiliev interpretato da uno scarso Dmitri Gudanov e da Svetlana Lunkina che, al suo ingresso, sembra Maximova rediviva: che emozione! Costruito sulle proprie doti da Vassiliev, non ha più trovato un interprete adeguato…
Dopo appare Giuseppe Picone, l’unica vera stella italiana, che appare però appannato, forse stanco, in un assolo disegnato dal talentuoso Michele Merola che, stavolta però, non fa breccia con questo “Compassione”.
Il passo a due tratto dalla “Manon” di Sir Kenneth MacMillan è interpretato dagli scaligeri Petra Conti e Gabriele Corrado: lei minuta e dalle belle linee, dovrebbe lavorare su una maggior nitidezza esecutiva nello “stare” in punta nella parte iniziale del pas de deux…troppi passetti e pas de bourré invece di Quarte o Quinte posizioni tenute e stabili ma siamo sicuri che ci arriverà; lui preciso ma poco espressivo, sul finale si riprendono e chiudono alla grande la loro esibizione.
Due trottole sono gli interpreti del pas de deux dal “Don Chisciotte”: Ekaterina Krysanova e Vladislav Lantratov. Entrambi abili e di mestiere, mancano però del fascino personale, impregnati come sono dello standard del Bolshoj nell’interpretare Kitri e Basilio. In ogni caso stupiscono: lei per 14 fouettés doppi seguiti dai singoli e chiusi con un bel triplo; lui per una bella serie di doppi giri alla seconda.
Infine ritorna Lei: la Lopatkina prima in un’altra coreografia, terribilmente vecchia, di Vassiliev accompagnata sempre da Shemiunov, e poi chiude il Galà con il pluricelebrato assolo “La morte del cigno”: braccia vibranti e uniche; gambe lunghe e dotate di parola; ogni singolo movimento e ogni singola posa sono il frutto di ore di studio e di assimilazione: BRAVA!
Insomma i Russi vincono uno a zero. Serata discontinua con dei buchi tecnici (qualità delle video proiezioni, tempi di attesa tra un brano e l’altro, sipario che scende quando non deve…) oggi giorno indegni anche per uno spettacolo amatoriale. Pubblico inadeguato (pieno di pinguini in smoking e starlettes attempate) che tifa come allo stadio ma che ha la forza di una seconda chiamata solo per la Lopatkina.