Roma, Auditorium Parco della Musica:”Dal nuovo mondo”

Roma, Auditorium Parco della Musica – Sala Santa Cecilia, Stagione Concertistica 2011/2012
“Dal nuovo mondo
Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia
Direttore Antonio Pappano
Pianoforte Yuja Wang
Paul Dukas: “L’apprenti sorcier” (L’apprendista stregone)
Béla Bartók:  Concerto n. 2 per pianoforte e orchestra
Antonín Dvořák: Sinfonia n. 9 in mi minore op. 95 “Dal nuovo mondo”
Roma, 27 novembre 2011

In Accademia va in scena il Nuovo Mondo, concerto dal programma accattivante (Paul Dukas L’Apprendista Stregone, la Sinfonia n. 9 di Dvořák e il secondo concerto di Bartòk per piano e orchestra) il cui terzo appuntamento viene trasmesso in diretta (in prima serata!) su Rai 5. Il titolo, chiaramente ispirato alla sinfonia del compositore boemo, racchiude in sé riferimenti molto più ampi: dalla lontana frontiera della Cina proviene Yuja Wang, pianista ventiquattrenne dalle doti strabilianti ed uno dei numerosi talenti d’Oriente che hanno conquistato il mondo della musica classica e non solo.
Anche se non direttamente dal continente d’oltreoceano, di sapore hollywoodiano è l’Apprendista stregone che certamente tutti, grandi e piccini, ricordano nell’episodio Disney di Fantasia. Per non parlare della presenza sul podio di Antonio Pappano, inglese di origini italiane ma trapiantato in America. Un concerto insomma che guarda all’orizzonte, occidentale e orientale, proponendo la coppia Pappano – Wang, un connubio di energia esplosiva. Ed il concerto n. 2 di Bartòk ne è un ottimo banco di prova.
Caratterizzato da un intenso ideale percussivo interrotto da momenti di straordinaria dolcezza del secondo movimento, il secondo concerto per piano e orchestra richiede un’agilità ritmica impeccabile da un lato e una leggerezza eterea dall’altro. Qualità che la Wang ha sfoggiato a pieno, dimostrando una sviluppata maturità interpretativa.
Se con L’Apprenti sorcier la bacchetta di Pappano ha saputo divertire, pur con qualche disattenzione in alcuni passaggi poco curati e lasciati troppo in balìa del metronomo, nel caso della popolarissima Nona di Antonin Dvořák l’Orchestra dell’Accademia sembrava viaggiare sicura su i due binari di un’esperienza che caratterizza soltanto le grandi compagini sinfoniche e che può permettersi di vantare in repertorio “colossi” ben più imponenti. Ben equilibrata soprattutto la sezione degli archi. Un’orchestra in ottima forma che il pubblico ha saputo apprezzare a pieno coronando la serata con un boato finale di applausi.
Foto Musacchio & Iannello