Parigi, Salle Pleyel, Stagione concertistica 2011/2012
RICCARDO CHAILLY INTERPRETA BEETHOVEN
Orchestra del Gewandhaus di Lipsia
Direttore Riccardo ChaillySteffen Schleiernacher: Bann.Bewegung – mit Beethovens erster (2010)
Ludwig van Beethoven: Sinfonia nr.1 in do maggiore op.21
Sinfonia nr.7 in la maggiore op.92
Parigi, 23 ottobre 2011
Dopo il successo del primo concerto di questo ciclo beethoveniano, si deve essere sparsa velocemente la voce da scatenare una vera e propria caccia al biglietto. Questo secondo concerto si è aperto con Bann. Bewegung-mit Beethovens erster del compositore tedesco Steffen Schleiernacher, altra composizione commissionata dal Gewndhaus di Lipsia come partitura integrante all’esecuzione di questo ciclo delle sinfonie di Beethoven. Schleiernacher ha creato un numero a misura per questa prestigiosa orchestra. 15′ durante i quali Ogni strumentista meriterebbe una menzione in questo “tour de force” che li impegna in passaggi mozzafiato di pianissimo a delle intromissioni delle percussioni, a degli tsunami dei contrabbassi. L’accordo in Do maggiore iniziale ha avuto un effetto incredibile. La precisione degli archi, la musicalita dell’oboe, il dialogo tra un trio d’archi e i flauti… La composizione di Schleiermacher ha il fascino di un “vero concerto grosso”.
Durante la Prima Sinfonia, la struttura formale è stata sempre evidente senza essere particolarmente insistito. Si è trattato di pura musica, limpida ed elegante. La disposizione dell’orchestra ha permesso al pubblico di deliziarsi della stereofonia dei vari gruppi strumentali: violini, dei timpani, collocati sempre al centro e dei bassi che si sostenevano e si sfidavano a vicenda. Prima di dare inizio all’Andante cantabile con moto, Chailly ha imposto un ritmo alla breve ad un’intera battuta. Nel terzo movimento, il dialogo fra i clarinetti e i corni con gli archi in ppp è stato davvero esaltante. Un vero gioiello di bellezza esposto all’ammirazione di tutti.
Ogni sinfonia di Beethoven ha la propria identità e la Settima Sinfonia è conosciuta per il suo carattere ritmico. Wagner, nel suo saggio del 1849, L’opera d’arte del futuro, l’ha chiamata “l’apoteosi della danza”. Chailly ha letteralmente coreografato ogni movimento. L’esecuzione nobilmente virtuosistica dei valori e dei ritmi della sinfonia mantiene intatta la sua originaria e pulsante originalità. Il tempo del secondo movimento era un scorrevole e vero allegretto con un carattere semplice e incalzante. I prezisosimi del tema non si sono sovrapposti alla tenuta ritmica, così come i passaggi al forte hanno assurto un carattere quasi catartico Da notare anche la completa sintonia tra Chailly e l’orchestra. Ha dato un’intera battuta prima del virtuosistico Presto, per poi far seguire uno sfrenato tempo alla breve con stupefacente fluidità. Questo movimento è stato una combinazione di vigore e aerea leggerezza. Anche il Trio non ha perso tensione ritmica, mantenendo la struttura in “quattro parti” senza nessun compiacimento. L’Allegro con brio aveva un tale ardore che già dalla seconda battuta ha assunto i connotati di un vero e proprio ” baccanale”. Chailly, grazie al suo modo di concertare, mai affettato, si mostra come un concreto e strenuo assertore del messaggio di Beethoven. Chailly è puro ossigeno per il cervello!