Teatro Verdi di Salerno:XI Gala Internazionale di Danza, Musica e Teatro

Salerno, Teatro Verdi, Stagione Lirica 2011
XI GALA INTERNAZIONALE DI DANZA, MUSICA E TEATRO

Prima Parte : “Soqquadro Italiano”
Acqua che dagli occhi

Spettacolo/concerto sul mito di fondazione della Città di Salerno
canto Vincenzo Capezzuto
video-proiezioni e disegno luci  Cristina Spetti
drammaturgia e regia  Claudio Borgianni
violoncello Ludovico Minasi, tiorba e chitarra barocca Simone Vallerotonda, percussioni Gabriele Miracle, sax Davide Castellari, contrabbasso Daniele Rosi
Xl Galda Internazionale di Danza – Ballerini del mondo danzano a Salerno
“Giselle”
(pas de deux 2°atto)
Coreog. Coralli-Perrot, musica Adolpe Adam. Interpreti: Gabriella Limatola, Sobir Utabaev
“3rd Symphony”

Coreog. John Neumeier, musica Gustav Mahler. Interpreti: Silvia Azzoni , Alexandre Riabko
“Songs”

Coreog. Mauro Bigonzetti musica Henry Purcell. Interpreti: Vincenzo Capezzuto, Giulio Pighini, Philippe Kratz
“La Bella e la Bestia”
(prima assoluta)
Coreog. S.Giannetti, musica Georges Auric. Interpreti: Gabriella Limatola,  Sobir Utabaev
“Notturno”

Coreog. John Neumeier, musica Friedrik Chopin. Interpreti: Silvia Azzoni, Alexandre Riabko
“Voices”

Coreog. Michele Merola, musica AA.VV. Interpreti: MMCompany, Vincenzo Capezzuto, Enrico Morelli, Giovanni Napoli e Paolo Lauri, Aterballetto: Philippe Kratz, Giulio Pighini
Salerno, 23 ottobre 2011
Serata di grande danza al Teatro Verdi di Salerno per l’XI Gala Internazionale di Danza, Musica e Teatro, sotto la direzione artistica di Vincenzo Capezzuto e promosso dall’Associazione Futuro Danza, con il patrocinio del Comune d i Salerno e della Camera di Commercio. Un evento importante non solo per l’esiguità di proposte affini sul territorio, ma soprattutto per l’alta qualità artistica della messa in scena.
La prima parte dello spettacolo ha saputo meravigliare e attirare l’interesse del pubblico con   Soqquadro Italiano, un progetto artistico creato da Vincenzo Capezzuto e Claudio Borgianni, che rientra nel campo dello spettacolo dal vivo e consiste nella realizzazione di spettacoli-concerto incentrati sul tema del Barocco italiano, con particolare riferimento ai miti ecistici e alla storia locale. Acqua che dagli occhi è il titolo che si ispira alle lacrime della mitologica Mirra e a quelle di Venere che piange il suo Adone, acqua di lacrime che diventano fiume e poi mare, il mare che bagna Salerno. Il racconto enfatico del mito di fondazione della città è inquadrato in un connubio di espressioni artistiche sonore e visive, secondo la concezione wagneriana di “arte totale” o, se si vuole, “teatro totale” bejartiano che coinvolge musica, danza, immagini. Si scopre un Vincenzo Capezzuto bravissimo falsettista, che intervalla le fasi della narrazione, affidata a Claudio Borgianni, modulando melodie barocche in un plurilinguismo “dotto” che arriva fino a Lu Guarracino, celebre canzone di fine ‘700 di autore ignoto, che il danzatore/cantante interpreta magistralmente. Sulla tela trasparente di proscenio, le suggestive proiezioni di Cristina Spelti materializzano il racconto mitologico attraverso figure plastiche sapientemente associate alla parola. Corpi di danzatori e immagini di statuaria barocca, come Il ratto di Proserpina o Apollo e Dafne del Bernini, si mescolano e vengono in primo piano con indugi sui particolari più suggestivi, rendendo visibile quanto udito attraverso parola, musica e canto. Molto bravi i musicisti Ludovico Minasi al violoncello, Simone Vallerotonda alla tiorba e chitarra barocca, Gabriele Miracle alle percussioni, Davide Castellari al sassofono e Daniele Rosi al contrabbasso. Un momento di alta cultura che il pubblico, sia pure eterogeneo e talvolta leggermente indisciplinato, ha accolto con interesse e ricambiato con calorosi applausi.
Nella seconda parte dello spettacolo si sono susseguiti Passi a due e momenti coreografici di notevole spessore tecnico-artistico, con un solo momento dedicato al balletto classico-romantico, un estratto dal Blanc Pas de deux del II atto di Giselle, interpretato da Gabriella Lamitola e Sobir Utabaev, primi ballerini del Pfalztheater Kaiserslautern. Danzatrice dalle linee molto belle, non sembra pienamente a suo agio in un Passo a due difficilissimo, che estrapolato dal contesto integrale del balletto perde intensità emotiva. Alquanto sciatto il partner (poco aiutato, a dire il vero, da un costume più adatto a un giullare che al Duca Albrecht di Slesia!), che non convince neanche nel secondo brano presentato dalla coppia, La Bella e la Bestia, in cui coreografia e musica annoiano un po’. Bravi Silvia Azzoni e Alexandre Riabko, primi ballerini dell’Hamburg Ballet, lirici e forti nella difficile 3rd Symphony, coreografia di John Neumeier su musica di Mahler, così come in Notturno, su musica di Chopin, autore che Neumeier predilige spesso per costruire sull’onda emotiva della tessitura musicale un incisivo cameo coreografico. Nel Passo a tre Songs emerge invece tutta la potenza espressiva della coreografia di Mauro Bigonzetti, che nella sua musicalissima plasticità  trova  nei corpi dei solisti dell’Aterballetto Giulio Pighini e Philip Kratz, oltre che in Vincenzo Capezzuto, il veicolo migliore per esprimere il suo genio creativo. La coreografia di Michele Merola ha chiuso la serata con la bravura dei danzatori appena citati e quelli della sua MM Company, concludendo in bellezza uno spettacolo che avrebbe ben meritato un maggiore afflusso di pubblico. Ma, come è noto, la Danza in Italia deve sempre faticare per affermare il proprio valore e la propria forza di Arte.
Foto di Elio Fedele e Antonio Bergamino