Compiuti gli studi musicali al Conservatorio “Santa Cecilia” di Roma, Massimiliano Stefanelli ha guidato dal 1986 numerose orchestre italiane e partecipato a rinomati Festival internazionali: The Wolf Trap Festival di Washington, Bilbao, e lo Spoleto Festival USA – ottenendo sempre ottimi riconoscimenti.
Dal 1993 al 1996 è stato Vicedirettore Artistico del Teatro Lirico Sperimentale “A. Belli” di Spoleto e, nel 1996-97, Direttore Musicale della serie di concerti Intermezzi dello Spoleto Festival USA, laboratorio di interpretazione musicale in cui ha diretto, oltre a diversi programmi sinfonici e da camera. Nel 2001 ha inizio una serie di fortunate collaborazioni con Franco Zeffirelli e l’Orchestra Sinfonica della Fondazione “Arturo Toscanini” di Parma che hanno prodotto oltre alla celebre Aida del 2001 (edita in DVD da RAI Trade) anche La Traviata l’anno successivo. Più recentemente il Maestro ha inaugurato le stagioni liriche della Israeli Opera di Tel Aviv con Mefistofele e La Traviata, titolo con cui ha inoltre debuttato, per la regia di Graham Vick, con la Birmingham Opera Company alla guida della City of Birmingham Symphony Orchestra (CBSO). Questa produzione lo ha premiato con l’assegnazione dell’ambitissimo Royal Philharmonic Society Music Award.
Attualmente ricopre la carica di Direttore Artistico e Direttore Musicale dell’Istituzione “Fondazioni all’Opera”, una realtà musicale e teatrale di sicuro interessa che proprio a partire da domenica 16 ottobre al Teatro Comunale di Teramo, metterà in scena il Nabucco verdiano (nella foto qui sotto, a sinistra, una scena). Una produzione che verrà poi ripresa a Fermo (il 23 ottobre), Atri (il 3 novembre) ed Ortona (il 6 novembre).
Qual è il tratto principale del tuo carattere?
L’ostinazione.
E il tuo peggior difetto?
Il rovescio della medaglia dell’essere ostinati.
Segno zodiacale?
Cuspide fra Toro e Gemelli.
Sei superstizioso?
Non necessariamente, solo per gioco e quando non c’è di mezzo la professione. Posso dire “in bocca al lupo”, ma se mi dicono “auguri” non credo possa andar male la recita.
Che rapporto hai con la spiritualità?
Complicato: ne sento il bisogno, ma non riesco ad approfondirla mai abbastanza.
Hai mai sofferto d’invidia?
No, perché credo che l’invidia abbia un’accezione malevola che non ho. Semplicemente vorrei essere al posto di chi riesce a realizzare gli stessi desideri che ho anche io.
Cosa volevi fare da grande?
L’astronauta.
La tua famiglia ha influenzato le tue scelte ?
Sì, indirettamente. I miei genitori non mi hanno mai frapposto ostacoli, ma mi hanno sempre aiutato. Sono stati dei modelli che hanno influenzato le mie scelte, senza suggerirle.
Quali sono i tuoi ricordi più cari?
La nascita delle mie figlie.
Qual è stato il tuo momento di maggior orgoglio?
Tanti. Ne scelgo uno… essere stato paragonato a Carlos Kleiber nella recensione di una Traviata a Siviglia (nel 2000).
Qual è la delusione più grande che hai mai avuto?
Tante, ma non ce n’è una che ricordo in particolare, perché le delusioni le rimuovo velocemente.
Cosa manca nella tua vita oggi?
Quello che mi manca davvero è vivere in un mondo migliore. Forse perché siamo nell’anno unitario, ma mi manca un’Italia migliore, attiva, dinamica, proiettata nel futuro, serena e giusta.
Di che cosa hai paura?
Non ho delle paure. Ho dei timori umani che appartengono alla fragilità di ognuno di noi.
Hai un sogno ricorrente?
Sì, ma non li posso dire in un’intervista!
Che importanza dai al denaro?
Sarei ipocrita se dicessi poca, soprattutto in un mondo come il nostro in cui il denaro corrisponde al valore che si ha nella società. Un valore importante.
In cosa sei più spendaccione?
In tutto. Di volta in volta la mania del momento assorbe la mia capacità economica.
Collezioni qualche oggetto?
Strumenti musicali. Una collezione che nasce da una passione giovanile. Mi piace farmi costruire strumenti musicali etnici, in particolare sudamericani, da liutai sudamericani.
Quali sono le tue letture preferite?
Qualche anno fa ho sviluppato una passione smodata per il romanzo storico d’autore: Giuliano di Gore Vidal, Storia dell’assedio di Lisbona e Il vangelo secondo Gesù Cristo di Josè Saramago.
Qual è il tuo profumo preferito?
Hedo di Grigioperla.
Città preferita?
New York.
Colore preferito?
Non ho un colore preferito, ma mi trasmettono felicità alcune combinazioni, che però cambiano sempre.
Fiore preferito?
Il lilium, ma ho una grande passione per l’ulivo.
Il cantante o i cantanti preferiti?
Sting.
Qual è stato primo disco che hai acquistato?
Viva Chile degli Inti-Illimani.
Qual è il film che hai amato di più?
È dura perché sono tanti. Su tutti Chicago e Jesus Christ Superstar, ma anche Hamlet di Kenneth Branagh.
Qual è la stagione dell’anno che preferisci e perché?
L’estate, perché è più semplice l’esistenza quotidiana.
Che rapporto hai con la tecnologia e qual è il gadget tecnologico di cui non potresti fare a meno?
Ottimo. L’iphone.
Che rapporto hai con la televisione?
Pessimo.
Che rapporto hai con la politica?
Ottimo, perché la ritengo un dovere di ciascun essere umano.
Hai delle cause che ti stanno particolarmente a cuore?
Sì, moltissime. Su tutte i diritti umani e la campagna contro la pena di morte.
Giorno o notte?
Entrambi.
Qual è la situazione che consideri più rilassante?
Nessuna in particolare, mi rilasso quando ne ho bisogno, in qualsiasi situazione.
Qual è il tuo ideale di giornata?
Una giornata articolata, in cui ci sia spazio per tutto: lavoro, amici, famiglia, studio, ma sono felice soprattutto quando nessuna di queste cose toglie il posto all’altra. La giornata ideale è quella in cui riesco a fare tutto quello che desidero in maniera equilibrata e piena.
Qual è il tuo rifugio da tutto e tutti?
Quando mi metto al volante e guido.
Qual’ è la musica che di solito fa da sottofondo alle tue giornate?
Nessuna in particolare, perché essendo la musica spesso una responsabilità, cerco anche di farne a meno.
Cosa ti manca di più quando sei lontano da casa?
La quotidianità.
Qual è la vacanza o il viaggio che vorresti fare e che non hai ancora fatto?
Un viaggio nello spazio.
Chi o cosa ti imbarazza?
Assistere all’imbarazzo degli altri.
Com’è il tuo rapporto con il cibo?
Incostante: a volte mi interessa molto, a volte meno e non sono mai riuscito a trovare le cause di questi cambiamenti. Il pasto fine a sé stesso non ha un valore costante, il bello è la condivisione, quando il cibo è un momento sociale.
Dieta mediterranea, dieta macrobiotica o fast food?
Dipende, vanno bene tutte.
Qual è il tuo piatto preferito?
La cassata siciliana.
Vino rosso o bianco?
Rosso.
Il posto dove si mangia peggio?
A casa mia, quando sono solo e devo cucinare.
La musica è stata una vocazione?
Assolutament sì.
A chi non ti conoscesse, cosa faresti ascoltare?
Il trio finale del Rosenkavalier o il terzo atto del Götterdämmerung oppure i Wesendonck Lieder di Wagner o i Vier letzte Lieder di Strauss.
Come segui l’evoluzione della tua professione?
La seguo molto, anche se toglie tempo allo studio che è un momento più importante. Soprattutto le pubbliche relazioni impegnano moltissimo.
Se in questo momento ti fosse data l’opportunità di scegliere un’opera, cosa sceglieresti?
Il Peter Grimes di Britten.
Cosa fai un’ora prima di salire sul podio?
Faccio un sonno ristoratore e profondo di 5 minuti che mi rigenera. Non è voluto, arriva solo, forse per scaricare la tensione.
Cosa non manca mai nel tuo camerino?
Io: non c’è niente di necessario tranne me.
A cosa pensi quando ti guardi allo specchio?
A nulla di particolare, se è tutto in ordine.
Stato d’animo attuale?
Allegro, con moto!
Il tuo motto?
Ce la posso fare.