Napoli, Teatro di San Carlo, Seconda edizione di “Ottobre Danza”
“PRINCE HODONG”
Balletto in due atti
Balletto Nazionale di Corea
Direzione Artistica Tae-ji Choi
Musiche originali Seok-Yeon Cho
Coreografia Byung-Nam Moon
Prince Hodong Young-jae Jung
Princess Nakrang Ji-young Kim
King Daemushin II Park
King Choiree Moo-sup Shin o
General Pildae Young-cheol Lee
Queen Wonbi Nan-hee Yoo
Whiteùeer/Clown Sun-tae Lee
Warriorguards Soo-hee Lee, Ki-hyun Park,
Jeon-il Yoon, Jung-bin Song, Youn-sik Kim
Chiefpriest Joo-won Kim
Dance ofthe birds Jong-yeol Kim, Min-soon Bae
Soloist of Uighurs Nan-hee Yoo
Sceneggiatura e Regia Soo-ho Kook
Scene Sun-hee Shin
Costumi Jéròme Kaplan
Disegno Luci Si-won Baek
Assistente alla Coreografia Jin-yeob Cha
Napoli, 12 ottobre 2011
Grande successo al Teatro di San Carlo per la prima italiana del Prince Hodong, evento che segna l’inizio della seconda edizione di “Ottobre danza”, un mese di appuntamenti dedicati all’arte di Tersicore. L’ambasciatore in Italia della Repubblica di Corea, che ha aperto la serata con i ringraziamenti di protocollo, ha ricordato che il balletto portato sulla scena del Massimo napoletano si inserisce nell’ambito dell’iniziativa Le settimane della Corea a Napoli, promossa per i 150 anni dell’Unità d’Italia dai rispettivi governi, esprimendo inoltre il desiderio di rinnovare lo scambio culturale con Napoli e il San Carlo, con piena condivisione da parte del Sovrintendente del Teatro, Rosanna Purchia.
Da oltre dieci anni, la Compagnia del Balletto di Corea si è orientata verso lo scambio con l’estero con tournée di grande successo in Russia, Svizzera, Cina, Giappone, Egitto. Molti dei suoi danzatori sono di formazione europea e ivi ritornano come ospiti presso le compagnie più prestigiose. “Raffinatezza e globalizzazione” suona il motto coreano; la volontà di rileggere la tradizione in una chiave moderna ha così portato alla realizzazione di Prince Hodong nel 2009, nell’allestimento del quale sono presenti i migliori artisti del Paese. La compagnia, fondata nel 1962 e attualmente diretta da Tae-ji Choi, vanta danzatori di altissimo livello tecnico e un repertorio molto ampio, con l’introduzione in Corea di capolavori della danza mondiale quali Apollon Musagète, Requiem, Bravo Figaro, Cajkovskij: il mistero della vita e della morte di Boris Eifman, Spartacus, II lago dei cigni, Lo schiaccianoci, Romeo e Giulietta e Raymonda di Yuri Grigorovich, Romeo e Giulietta e Cenerentola di Jean-Christophe Maillot, Carmen di Mats Ek, Chunhyang L’Épreuve d’Amourd Mikhail Fokine.
Il Balletto con i commenti, creato dalla direttrice artistica Tae-ji Choi e realizzato di nel 1997, ottiene numerosi riconoscimenti come una delle migliori performance dell’anno nel mondo coreano della danza. La formazione dei primi ballerini è quella delle più prestigiose istituzioni russe, come l’Accademia Vaganova di San Pietroburgo (JI-Young Kim) o la Ulan Ude State Ballet School in Russia (Young-Jae Jung), ma la sicurezza di una tecnica forte e omogenea è attributo di tutta la compagnia.
Lo spettacolo, ispirato ad un racconto della mitologia coreana, ha saputo incantare il pubblico napoletano con un allestimento di grande coinvolgimento emozionale, nonostante lo stampo estremamente tradizionale dell’impianto drammaturgico. Potente nelle scene di massa il primo atto, in cui l’elemento maschile (il tema guerresco lo imponeva!) ha prevalso nettamente sulla scena, mettendo in bella mostra una coesione e una forza scenica notevoli. L’elemento femminile, altrettanto valido, ha saputo esprimere le proprie qualità tecniche nella scena del matrimonio fra i due protagonisti: precisione e leggerezza, ariosità dei port de bras, capaci di rendere infinite le linee delle danzatrici orientali, minutissime ma incredibilmente “lunghe” nel fendere l’aria con le proprie braccia, veri “uccelli di fuoco”.
Di impianto decisamente classico il Pas de deux del matrimonio, con variazioni di virtuosismo maschile tradizionale per il principe (nelle prime sequenze grande analogia con la variazione di Basilio nel III atto del Don Chisciotte di Minkus-Petipa) e di leggiadra raffinatezza per la principessa e le sue due ancelle (in molti punti è possibile ripercorrere con la mente alcune scene di Romeo e Giulietta di Prokofiev-McMillan o di Raymonda di Glazunov-Petipa). Meno virtuosistico e più pantomimico il secondo atto. Molto bravi i primi ballerini, soprattutto, eterea e dotata di convincenti doti drammatiche, Ji-young Kim nel ruolo della Principessa Nakrang. Meno elegante Young-jae Jung, nel ruolo maschile principale, ma con ogni probabilità la nostra ottica occidentale risente innegabilmente dell’effetto “Bolle”, e forse troppa eleganza non sarebbe neanche stata opportuna per un guerriero dei tempi del mito!
La conclusione tragica suggella nel più tradizionale e catartico dei modi la vicenda: il principe, colpevole di aver causato la morte dell’amata, si toglie la vita. Nell’immaginario dei ballettofili la scena di morte, sullo sfondo di un oriente magico e lontano, non può non riportare alla mente l’epilogo di Bayadére, un classico dal quale difficilmente si può prescindere, in cui le anime dei due protagonisti possono finalmente fondersi in pace, mentre il loro mondo terreno cade in rovina per colpa di una donna di troppo.
L’evoluzione della storia, sia pure lontana dalla cultura occidentale, è risultata di immediata e gradevole comprensione grazie alle dinamiche coreografiche, chiare e musicali nella loro modernità, all’indovinato gioco di luci e alla velocità dei cambiamenti di scena. Innegabilmente convincente la padronanza tecnica della compagnia tutta, dai primi ballerini all’ultima fila del corpo di ballo. Una verità che il pubblico partenopeo (ahimè!) non conosce ormai da molti anni, fatta eccezione per alcuni ospiti illustri. Gli applausi si sono susseguiti a scena aperta per tutto il corso dello spettacolo, a dimostrazione di quanto la danza di qualità sia apprezzata e fortemente voluta da una platea ampia e variegata. All’uscita dallo spettacolo, la soddisfazione per aver assistito a qualcosa di veramente bello si è letta sui volti di tutti. Naturalmente non mancheranno voci dissenzienti, ma Prince Hodong si presenta senza dubbio come ottimo biglietto da visita per gli artisti del Balletto Nazionale di Corea, che avrebbe meritato maggiore pubblicità da parte dei media. Uno spettacolo, insomma, da non perdere!
Foto Francesco Squeglia – Teatro di San Carlo di Napoli