“Senza trucco!”…Nino Machaidze

La sua instancabilità dirompente ci permette di incontrarla nei camerini dell’Arena di Verona, sebbene abbia appena finito una recita di Roméo et Juliette, applauditissima. Non si è ancora struccata, ma indossa abiti informali, tranne le scarpe bianche con tacco alto: un jeans e una t-shirt gialla, colore del sole. Tra il primo e il secondo atto deve avere avuto il tempo di andare in cielo, rubare un raggio e posarlo sulle sue labbra carnose, sempre atteggiate al sorriso. Ormai è difficile distinguere Nino Machaidze dal personaggio di Juliette che negli ultimi anni ha interpretato al Teatro La Fenice di Venezia, al Festival di Salisburgo, alla Scala di Milano, all’Arena di Verona e in novembre la porterà all’Opera di Los Angeles diretta da Placido Domingo. Un ruolo che non solo le sta a pennello, ma le piace più di ogni altro e per questo studia e perfeziona con grande scrupolo.
L’intervista è continuamente interrotta da decine di estimatori che entrano in camerino per complimentarsi in tutte le lingue del mondo, abbracciarla ed esclamare “Bravo Nino!” Lei ringrazia e torna a sedersi davanti ad uno specchio che non abbandona mai, soprattutto quando deve pensare alle risposte. Forse è più facile e divertente rispondere se Nino suggerisce a Nino…
Qual è il tratto principale del suo carattere?
Sono allegra, solare.
E il suo peggior difetto?
Non ne ho (si sbellica dalle risate). Dai, scriviamo che rido sempre!
Ha mai sofferto di invidia?
No mai, è una cosa che detesto. Non la sopporto. Non riesco a fare amicizia con una persona invidiosa.
Cosa voleva fare da grande?
La cantante lirica.
Qual è stato il suo momento di maggior orgoglio?
Non so. C’è più di un momento: quando ho vinto il concorso dell’Accademia e sono stata scelta tra 600 persone, è stata una bellissima vincita. Anche essere qui. Sono contentissima di essere qui perché per me è un onore cantare in Arena.
Quale è la delusione più grande che ha mai avuto?
Quando è morta mia mamma (le si incrina la voce).
Cosa manca nella sua vita di oggi?
Mia madre.
Di cosa ha paura?
Delle malattie che provocano la morte.
Ha un sogno ricorrente?
Sì. Vorrei avere una famiglia con tre figli e cantare per un lunghissimo, lunghissimo periodo.
In cosa è spendacciona?
Shopping, ho qualcosa come 273 borse e lo stesso numero di scarpe (ride di gusto).
Dieta mediterranea, dieta macrobiotica o fast food?
Mi piace tutto, nessuna dieta.
Qual è il suo piatto preferito?
Non ne ho uno, mi piace il sushi, la pasta, ogni cibo.
Vino rosso o bianco?
Rosso.
Il posto dove si mangia peggio?
No, in realtà in nessuno, perché…anche quegli stinchi di maiale grassissimi sono buoni!
No, non c’è un posto dove si mangia peggio. Io mangio bene dappertutto.
Chi inviterebbe alla cena dei suoi sogni?
Che ne so! Le persone che amo, le persone che mi stanno simpatiche.
Città preferita?
No, no, non ne ho una.
Colore preferito?
il rosa.
Fiore preferito?
La rosa.
Stagione dell’anno preferita?
L’Estate.
Il cantante o i cantanti preferiti?
Tra i cantanti viventi e in carriera ne ho molti. Mi vengono in mente: Mariella Devia, Anna Netrebko, Diana Damrau, Angela Georghiou,  Jonas Kaufmann e Juan Diego Flórez…ma ce ne sarebbero  altri.
Quale è stato il primo disco che ha acquistato?
Ero ancora una bambina. “O sole mio”, l’album di canzoni cantate da Luciano Pavarotti.
Qual è la situazione che considera più rilassante?
Essere al mare.
Qual è il suo rifugio da tutto e tutti?
Lo shopping (ride di nuovo e tanto).
Qual è la musica che di solito fa da sottofondo alle sue giornate?
Di tutto, ma non opera.
Qual è la vacanza o il viaggio che vorrebbe fare e che non ha ancora fatto?
L’ho appena fatto. Sono andata a Bora Bora. Mi aguro di poterci ritornare.
Che cosa la imbarazza?
Non so cosa mi imbarazza. In realtà non mi imbarazzo facilmente.
Dei 7 vizi capitali, per lei quale non è un vizio? Accidia, ira, superbia, gola, avarizia, invidia, lussuria?
Cosa è l’ira? Perdonerei….la gola! (e ride ancora…)
A chi non conoscesse la sua voce, cosa farebbe ascoltare?
Il mio Roméo et Juliette.
Quale?
Uno qualsiasi.
Quello dell’Arena?
Ah! Assolutamente sì.
Come segue l’evoluzione della sua voce?
Molto semplicemente: con lo studio.
Se le fosse data l’opportunità di scegliere un ruolo, cosa canterebbe?
La Manon di Massenet.
Cosa fa un’ora prima di salire sul palco?
Nulla di particolare. Quello che precede la recita: trucco, vocalizzi,ecc.
Cosa non manca mai nel suo camerino?
L’acqua.
A cosa pensa quando si guarda allo specchio?
(Ride guardandosi allo specchio)In questo momento sto morendo di fame!
Stato d’animo attuale?
Bene, benissimo. Sono felicissima.
Il suo motto?
Bisogna essere sempre educati, rispettosi. Mai arroganti. E ringraziare tutti i giorni della propria vita.
Quale è la più grande forza di Juliette: la capacità di amare, la ribellione ad un sistema di regole troppo rigido, possedere insieme emotività umana e spirituale.
L’amore.
Tra i quattro duetti quale preferisce?
Quello del finale dell’opera.
Secondo lei, “Roméo et Juliette” è l’Opera del troppo odio o del troppo amore?
“Amorissimo!”
Grazie Nino, e in bocca al lupo per il futuro. Se fosse stata lei Cappuccetto Rosso, il lupo se la sarebbe vista brutta, ancora peggio che nelle favole!