San Francisco, San Francisco Opera, 89a Stagione Lirica 2011 / 2012
“HEART OF A SOLDIER”
Opera in un Prologo, due atti e un Epilogo di Donna Di Novelli,
basato sul libro omonimo di Jamse B.Stewart e sulle cronache sulla vita
di Susan e Rick Rescorla e Daniel J.Hill
Musica di Christopher Theofanidis
Rick Rescorla THOMAS HAMPSON
Daniel J.Hill WILLIAM BURDEN
Susan Rescorla MELODY MOORE
Juliet, Barbara NADINE SIERRA
Cyril HENRY PHIPPS
Himam MOHANNAD MCHALLAH
Tom, Ted MICHAEL SUMUEL
Lolita, Prima damigella della sposa SUSANNAH BILLER
Pat, Ann SARA GARTLAND
Kathy, seconda damigella della sposa MAYA LAHYANI
Omaha, Robert TA’U PUPU’A
Dexter, Dex DANIEL SNYDER
Joseph, Joe TREVOR SCHEUNEMANN
Sam, Wesley WAYNE TIGGES
Buddy KOA il goldenretriver
Coro e Orchestra dell’Opera di San Francisco
Direttore Patrick Summers
Maestro del Coro Ian Robertson
Regia Francesca Zambello
Scene Peter J.Davison
Costumi Jess Goldstein
Luci Mark Mccullogh
Creazione video S.Katy Tucker
Coreografie Lawrence Pech
Nuova produzione dell’Opera di San Francisco
San Francisco, 9 settembre 2011
A dieci anni dall’attentato alle torri gemelle di New York, la San Francisco Opera inserito nel cartellone della nuova stagione lirica, la prima mondiale di Heart of a Soldier, una nuova opera lirica ispirata alla vita di Rick Rescorla, direttore della sicurezza della Morgan Stanley che perse la vita l’11 settembre dopo aver fatto evacuare 2.700 persone dal World Trade Center.
Un partitura ambiziosa che, nella prima parte racconta 28 anni vita di Rescorla. Il tutto si svolge in cinque scene con relativi e ovvie situazioni diverse che si svolgono addirittura in quattro diversi continenti. Un concentrato di situazioni in un atto di circa un’ora che sicuramente condiziona l’andamento della musica. Si può quindi affermare che i versi della librettista Di Novelli hanno quasi il sopravvento sulla musica di Christoper Theofanidis che si esprime principalmente in un ampio uso di quello che possiamo definire “recitativi-ariosi”.
Nella seconda parte l’opera si concentra sugli ultimi tre anni della vita di Rescorla, che si svolgono fra il New Jersey e New York. Sicuramente in questo caso la musica, di stampo tradizionalmente melodico, si prende la rivicinta, liberandosi dal “dovere” di raccontare una storia. Si può ascoltare musica più emotiva, un crescendo di arie, duetti, ensemble, fino al tragico finale, espresso musicalmente in modo alquanto forte sul piano emozionale.
La impostazione stilistica della regista Francesca Zambello si adatta perfettamente alla drammaturgia dell’opera. Una regia realista nella narrazione di eventi realmente accaduti della storia recente. I personaggi sono così tratteggiati in tutta la lora umanità. Un contributo non secondario all’efficacia della regia della Zambello è venuto dalla scenografia di Peter J. Davison, ben funzionale nei cambi e ben valorizzata dalle luci di Mark McCullough e dalle proiezioni di S. Katy Tucker. Il risultato è stato per lo più un successo, benché a volte l’impianto scenico apparisse sovraccarico di elementi. A ciò aggiungiamo che la struttura che doveva farci ricordare le torri gemmelle non è parsa molto agevole ai movimenti, per altro ben costruiti nelle situazioni pantomimiche e coreografiche da Lawrence Pech.
Sul piano musicale, Patrick Summers ha diretto l’orchestra con gesto chiaro e fluido, così come il coro preparato da Ian Robertson ci è sembrato omogeno e vigoroso. Ottimo l’intero cast vocale. Citiamo in modo particolare il calore e l’eleganza di Michael Sumuel (Ted, Tom), l’espressività dolente di Nadine Sierra (Juliet), il timbro luminoso di Melody Moore una convincente Susan Rescorla. Non meno convincente William Burden nel ruolo del migliore amico di Rescorla e i suoi duetti con Thomas Hampson (Rick Rescorla) sono stati tra i momenti più belli dell’opera. Abbiamo lasciato per ultimo proprio Thomas Hampson che, ancora una volta il grande baritono ha saputo creare un personaggio. La sua presenza scenica è come sempre carismatica e imperiosa e anche il suo canto è come sempre carico della sua indubbia personalità scenica.
Foto Cory Weaver