Zurigo, Opernhaus, Stagione Lirica 2010 /2011
“ANNA BOLENA”
Tragedia lirica in due atti su libretto di Felice Romani
Musica di Gaetano Donizetti
Anna Bolena EVA MEI
Enrico VIII CARLO COLOMBARA
Giovanna Seymour LAURA POLVERELLI
Smeton JUDITH SCHMID
Lord Percy GERGELY NÉMETI
Lord Rocheford MASSIMO CAVALLETI
Sir Hervey MIROSLAV CHRISTOFF
Elisabetta I NAOMI RHOMBERG
Coro e Orchestra dell’Opernahaus di Zurigo
Direttore Massimo Zanetti
Maestro del Coro Ernst Raffelsberger
Regia Giancarlo del Monaco
Scene Mark Vaisänen
Costumi Marie-Luise Walek
Luci Hans-Rudolf Kunz
Nuovo allestimento dell’Opernhaus di Zurigo
Zurigo, 2 giugno 2o11
Allestire Anna Bolena è una sfida enorme: significa riunire una compagnia di prima categoria per tentare di rendere giustizia al capolavoro di Donizetti. Nel 1830 il compositore poté disporre di un cast vocale eccellente, riunendo le migliori voci del momento come Giuditta Pasta, Giovanni Battista Rubini e Filippo Galli. L’Opera di Zurigo ha riunito Eva Mei, Carlo Colombara e, da principio, Elina Garanča che avrebbe dovuto interpretare Giovanna Seymour: la sera del 2 giugno l’artista ha però cancellato per indisposizione ed è stata sostituita da Laura Polverelli. Il baritono era Massimo Cavalletti che farà sicuramente parlare di sé per le sue qualità vocali. Un cast per la maggior parte italiano quindi, guidato dal giovane Maestro Massimo Zanetti che ha dato vita ad una buona esecuzione musicale a capo dell’Orchestra dell’Opera di Zurigo.
Eva Mei ha offerto una prestazione vocale più orientata al versante lirico che drammatico d’agilità per incarnare la regina inglese. Questo tuttavia le ha permesse di brillare nei passaggi come l’aria finale “Al dolce guidami”, alla quale ha conferito particolare emozione. Nel corso dell’intera esecuzione si è contraddistinta per un buon registro grave e acuti sicuri e ben proiettati. Carlo Colombara si è dimostrato imponente vocalmente quanto scenicamente. Il celebre basso ha dimostrato una proiezione sonora vigorosa e una personalità realmente aristocratica, attinente al proprio ruolo. Laura Polverelli, di figura delicata ed elegante, è stata una Seymour contrassegnata da un’evoluzione scenica molto riuscita. La sua voce è complessivamente adeguata al ruolo alla quale unisce una forte personalità che ha ben giustificato un personale successo da parte del pubblico.
Meno efficace il tenore Gergely Németi che, a parte il bel timbro e alcuni momenti lirici ben gestiti, ha riscontrato problemi nell’affrontare il registro acutissimo concepito per Rubini nelle sue due arie. Gradevole lo Smeton di Judith Schmid, di voce potenete, omogenea in tutti i registri e di bel timbro. Senza dubbio una personalità che forse meriterebbe maggiore attenzione. La produzione di Giancarlo del Monaco, abbastanza originale, basata su un impianto scenico fisso nel quale si inserivano vari elementi che si adeguavano alle situazioni drammatiche della trama. Un dettaglio importante è stata l’inclusione di una bambina che rappresentava la futura Elisabetta I, pettinata e vestita come nelle sue raffigurazioni pittoriche. La bambina porta sempre con sè una bambola degli stessi colori dell’abbigliamento della madre, Anna Bolena. Alla scena del carcere dove Anna perde la ragione, il giocattolo viene decapitato: poco prima la bambina taglia i capelli alla madre, prima dell’esecuzione. La piccola Naomi Rhomberg ha raccolto gli applausi convinti di un pubblico che ha apprezzato questo spettacolo, a giudicare dall’ovazione finale. Una rappresentazione stimolante che ha ancora una volta rivelato la bellezza di un capolavoro che meriterebbe di essere più spesso rappresentato.
Foto Suzanne Schwiertz