Gioachino Rossini (1792 – 1868):”Il Turco in Italia”

Orchestra di Padova e del Veneto, Coro Dodecantus, Giovanni Battista Rigon (direzione), Francesco Micheli (regia), Lorenzo Regazzo (Selim), Silvia Dalla Benetta (Fiorilla), Francesco Morace (Don Geronio), Daniele Zanfardino (Don Narciso), Giulio Mastrototaro (Prosdocimo), Concetta D’Alessandro (Zaida), Maria Pia Molinari (Talinda), Matteo Marchetta (Narbut). Prima ripresa moderna della versione di Napoli, 1820. Registrazione: Teatro Olimpico, Vicenza, giugno 2009. 1 Dvd Bongiovanni AB 20019 / 153′
Proprio in queste settimane sono in corso le “Settimane Musicali” del Teatro Olimpico di Vicenza e questo allestimento proposto in DVD  è stato realizzato nell’edizione 2009  del Festival che, come di consueto, propone un titolo lirico in particolari edizioni.  In questo caso viene proposta  una versione del Turco in Italia ispirata alle recite napoletane del 1820 al Teatro Nuovo sopra Toledo. Basandosi sul libretto, perchè la partitura è andata perduta,  si  è arrivati a ricostruire quell’edizione napoletana che vedeva  l’eliminazione di tutti i recitativi secchi, trasformati in dialoghi parlati e la riscrittura (compresi dunque anche i testi cantati) della parte di Don Geronio in dialetto napoletano. Scompare anche il ruolo di Albazar, che viene sostituito da ben cinque personaggi che emergono dal Coro degli Zingari (Narbut, Talinda, Zorema e due Zingari). Troviamo poi altri mutamenti: Don Narciso si presenta con il “Languir per una bella” dell’Italiana in Algeri al posto dell’originale “Un vago sembiante”. Anche Fiorilla si presenta non con la cavatina “Non si dà follia maggiore” ma con l’aria “Presto andiamo” che deriva da una  del Turco al Teatro Valle di Roma nel 1815.  Sostanziale il cambiamento al ruolo di Don Geronio che, oltre a diventare napoletano, perde dei numeri musicali a vantaggio invece di Prosdocimo che canta il duetto con il Turco all’inizio del secondo atto e interviene anche nel quintetto dello stesso atto, che diviene un sestetto. Una riproposta che, se non stravolge di certo l’opera, ne propone una rilettura interessante. La concertazione di Giovanni Battista Rigon è generalmente appropriata nella continuità del ritmo narrativo, le arie accompagnate con gusto e vivacità. Qua e là le sonorità sono però un po’ sopra le righe…L’orchestra e il coro meritano la sufficienza.
Attraverso un fraseggio sempre vario, morbido, arguto, ma sempre nobile, e una vocalizzazione precisa, Lorenzo Regazzo è completamete calato nei panni di Selim, un ruolo che, accanto al Mustafà dell’Italiana conosce in ogni sfumatura. Accanto a lui Silvia Dalla Benetta, ad onta di una vocalità piuttosto disugale, padroneggia abbastanza bene la coloratura rossiniana, anche se il rigistro acuto appare piuttosto asprigno. Discreta nel fraseggio, riesce a tratteggiare una Fiorilla, nel complesso efficace. Il Don Geronio di Filippo Morace è intelligente, sobrio, divertente, ma senza eccessi. Lo stesso si può dire di Giulio Mastrototaro vocalmente corretto, senza rozzezze e durezze, semmai è  il personaggio ad apparire poco caustico. In Don Narciso, Daniele Zanfardino sfoggia una certa abilità. unita a grazia ed eleganza. Decorosi Concetta D’Alessandro (Zaida), Maria Pia Molinari (Talinda), Matteo Marchetta (Narbut). Sul piano prettamente visivo, ovviamente la grandiosa ma “intoccabile” cornice del Teatro Olimpico condiziona non poco l’allestimento. Francesco Micheli utilizzando il concetto di teatro nel teatro, crea uno spettacolo funzionale anche se sembra preoccuparsi un po’ troppo di dover per forza far fare qualcosa agli interpreti. Qualità audio e video, buone.