Reggio Emilia, Teatro Valli, stagione d’Opera 2010/2011
“RIGOLETTO”
Melodramma in tre atti
Libretto di Francesco Maria Piave dal dramma “Le roi s’amuse” di Victor Hugo
Musica di Giuseppe Verdi
Il duca di Mantova ERIC CUTLER
Rigoletto ROBERTO FRONTALI
Gilda EKATERINA SADOVNIKOVA
Sparafucile GIANLUCA BURATTO
Maddalena DANIELA INNAMORATI
Giovanna REBEKA LOKAR
Il conte di Monterone ALBERTO ROTA
Marullo ARMANDO GABBA
Matteo Borsa IORIO ZENNARO
Il conte di Ceprano LUCA DALL’AMICO
La contessa di Ceprano ELENA TRAVERSI
Un usciere di corte SALVATORE GIACALONE
Un paggio della duchessa ANNA MALVASIO
Orchestra e Coro del Teatro La Fenice
Direttore Diego Matheuz
Maestro del coro Claudio Marino Moretti
Regia Daniele Abbado
Scene e costumi Alison Chitty
Luci Valerio Alfieri
Coreografia Simona Bucci
Coproduzione tra Fondazione Teatro La Fenice di Venezia e Fondazione I Teatri di Reggio Emilia
Reggio Emilia, 6 aprile 2011
E’ arrivata al Teatro Valli di Reggio Emilia direttamente da Venezia la produzione di Rigoletto proposta lo scorso anno da Daniele Abbado e recentemente riallestita al Teatro La Fenice. L’unico aspetto che ci è parso di un certo interesse è stato il lavoro svolto sul personaggio del buffone Rigoletto: un clown di felliniana grossolanità, incerto e impacciato nelle movenze, quasi costretto dal trucco pesante e da uno smoking che in fondo non gli appartiene ad un eterno imbarazzo. Veramente bello e efficace. Quanto al resto, molta routine: la solita Gilda esangue, un Duca di Mantova sbruffone, uno Sparafucile bieco e una Maddalena prostituta di bassa lega. Se stereotipato ci è parso la maggior parte dello studio sui personaggi, ancor peggio è risultata essere la concezione narrativa: l’intero allestimento è basato su colonne e pannelli grigi mossi a creare una scarna e incerta spazialità. I tre atti risultano così visivamente monotoni, il dramma solamente sfiorato, non un momento che rimanga impresso: le luci di Valerio Alfieri tentano in qualche modo di ovviare alla staticità visiva puntando su tinte molto forti e tagli asciutti ma con simili premesse il risultato non può essere altro che parziale. Sfarzosi ma sobri nelle linee i costumi delle cortigiane ispirati alla stilizzazione anni ’30 e ’40 creati da Alison Chitty, che firma anche le scene; inutile la coreografia di Simona Bucci che ha solamente il risultato di appesantisce la scena.
Roberto Frontali disegna complessivamente un buon Rigoletto: la voce non è sempre a fuoco negli acuti ma il fraseggio è splendido e l’accento di grande pertinenza nel grande monologo Pari siamo!. Sa essere padre accorato e affettuoso, ossessionato dal timore della maledizione e disperato, fuggendo facili effetti veristi, nel duetto con la figlia spirante. Ekaterina Sadovnikova è giovane soprano lirico-leggero che si sta progressivamente affermando dopo alcune stagioni che l’hanno vista in secondi cast alla Fenice di Venezia soprattutto come Violetta e, per l’appunto, Gilda: il colore è cristallino, la linea di canto abbastanza omogenea nonostante alcuni attacchi flautati e un registro grave fioco. In consonanza con l’impianto registico, dà vita ad una Gilda sostanzialmente corretta ma un po’ compassata. L’anello debole del trio protagonistico è rappresentato da Eric Cutler come Duca di Mantova: la voce in natura sarebbe anche bella e abbastanza estesa ma la tecnica è molto approssimativa, soprattutto nel passaggio alla zona acuta dove il suono risulta piccolo e nasale. Il fraseggio inoltre è approssimativo; evidenti e fastidiosi i problemi di dizione. La coppia dei fratelli sicari è rappresentata da Gianluca Buratto e Daniela Innamorati: il primo ha voce importante e coglie bene il lato sinistro di Sparafucile nonostante l’emissione non fluidissima mentre la seconda è una Maddalena di bel colore vocale ma inerte come interprete. Vociante il Monterone di Alberto Rota, buono il Marullo di Armando Gabba, poco efficace la Giovanna di Rebeka Lokar. La vera sorpresa della serata viene dal podio: Diego Matheuz dirige con perizia e pregnanza di fraseggio la partitura verdiana, sa essere rispettoso nell’assecondare i cantanti, consona risulta la scelta dei tempi. Complessivamente molto buone le prove di Coro e Orchestra del Teatro La Fenice di Venezia. Teatro pienissimo: alcune contestazioni per Cutler e Abbado, successo per il resto della compagnia con particolari apprezzamenti per Frontali, Sadovnikova , Buratto e Matheuz.
Foto Michele Crosera