La sera del 10 dicembre 2010 tantissime persone meravigliose si sono unite per dar vita allo specialissimo mondo di melodia e intenso melodramma rappresentato da “La Fanciulla del West” di Puccini, in occasione delle celebrazioni per il centresimo anniversario della sua prima mondiale alla sede storica del Metropolitan. 100 anni fa, diresse Arturo Toscanini. Emmy Destinn e Caruso erano “Minnie” e l’uomo dei suoi desideri, “Dick Johnson” e Gatti-Cazzaza era a capo dell’“edificio di mattoni gialli sulla 39esima”, il Vecchio Met.
C’erano tutti! Puccini stesso era fra il pubblico!In questa foto storica, ci sono tutto: i quattro incredibili geni. Sembra effettivamente come se si fossero messi in posa, ma a me sembra che la macchina fotografica abbia catturato l’esatto momento in cui loro avevano leggermente abbassato la guardia. La prova è rappresentata dallo sguardo di Gatti-Cazzaza a Puccini che sembra furtivo. Riuscite ad immaginare il tentativo del fotografo di bilanciare dei soggetti decisamente carismatici? Ci sono Gatti-Cazzaza e poi David Balasco, l’autore della storia da cui Puccini ha selezionato il suo libretto. Toglie il fiato vedere, vicino a lui, Arturo Toscanini il cui sguardo è fisso sul suo buon amico, il compositore Puccini che ha un’aria languida e leggermente maliziosa. Un “full” che batterebbe qualsiasi altro gioco che Minnie potrebbe aver avuto in serbo!!! Vorrei abbracciarli tutti.
Mentre il mondo della lirica cerca di voltar le spalle a molto di ciò che in esso c’è di meraviglioso e tradizionale, questo revival è un’azione ristoratrice di continuità. Avanti di 100 anni.
Un nuovo teatro sulla 65esima. Esposizioni pubbliche e parchi pubblici curvilinei, digradanti punteggiano il paesaggio e gli scalini stessi (!) ti danno il benvenuto in almeno venti lingue differenti. Schermi al plasma che vendono biglietti e dischi e ricordi sono dappertutto nei manifesti a colori di fronte al teatro che anticipano il prossimo “cantante di bell’aspetto” che arriverà a cantare per te. La lirica in un teatro vicino a te, nella scintillante qualità dell’alta definizione. Progresso. Per alcuni. Ci viene detto, “Il tempo avanza!”
Le stagioni si susseguono anno dopo anno e sembra che amino ingaggiare interpreti tedesche al servizio della maggior parte delle eroine di capolavori italiani e, come volevasi dimostrare, hanno dato questo incredibile onore alla mia buona amica e e favolosa specialista di Wagner e Strauss, Debbie Voigt, e al mio illustre collega e grande amico, il vulcanico tenore italiano, Marcello Giordani, di interpretare la Coppia d’Oro pucciniana. Lucio Gallo, italiano, ex basso divenuto baritono, è il minaccioso Jack Rance e il sostenitore del Met di lunga data Dwayne Croft è Sonora…..
Il Maestro Nicola Luisotti è la guida italiana di questa potente orchestra e la produzione è un’incantevole, AUTENTICA cartolina del Selvaggio West, così come il grande Puccin avrebbe voluto.
È una creazione del regista Giancarlo Del Monaco, il figlio del grande “Dick Johnson”, uno dei migliori in assoluto fra quelli che hanno cantato il ruolo, Mario Del Monaco.
Quella sera ho inviato a loro tutti i miei migliori auguri con tutto il cuore di successo di pubblico e critica e di una gratificante esperienza di questa meravigliosa tela che Puccini ha dipinto per noi, catturando un tempo di ansiosa esplorazione e sacrificio, in cui i pionieri vissero al limite al meglio delle loro possibilità, lontani dalle loro famiglie. Un tempo selvaggio, senza strutture, in cui tutti potevano cadere, in cui la sopravvivenza era spesso illusoria e solitaria.
Nel buon cuore di Minnie e nella sua visione dei suoi “ragazzi” con cui è cresciuta, gli uomini vedono in lei la personificazione delle loro speranze e dei loro sogni – mentre picchiano contro le rocce in cerca del loro oro, lei scalfisce i muri che loro si sono creati con i suoi gesti amorevoli e di fede; li istruisce come meglio può e li ispira con letture quotidiane di brani della Bibbia. Lei è la loro costante, il loro centro stabile e fedele.
Tomassini scrisse una recensione della performance di Minnie di Emily Pulley nel 2004 e si sentì toccato mentre lei canta il verso che parla della mancanza di cultura e che Minnie si sentiva inferiore a causa di essa. Lui è stato toccato dallo stesso motivo di nuovo, ma questa volta dalla Minnie di Debora Voigt. Puccini ha costruito tutto ciò nella musica, nelle parole e nel “sentimento”. È un duraturo tributo a Puccini il poter esperire la stessa commozione nello stesso punto dell’opera, pur con due Minnie molto diverse. In questo caso concordo con lui: è un momento molto illuminante della partitura e della persona che è Minnie. Mi ha fatto pensare ad altri simili “rilievi”…Non è quello il solo momento in cui mi sento toccata e mi commuovo fino alle lacrime, in quanto, secondo me, ci sono altri due momenti anche più magici. Johnson deve andarsene ma è colpito dalla completa mancanza di astuzia della ragazza al punto che anche anche lui sente quanto lei non sappia di essere così tanto speciale. “Non sai di essere una persona molto buona e pura e che hai la faccia d’angelo!”
Immediatamente a Minnie viene mostrato il suo cammino… in cammino che lei non aveva mai immaginato. Come l’acqua per un letto di fiume riarso, la voce di quella persona speciale le dice che in realtà lei è carina che ha “la faccia d’angelo!”…
Di certo il suo cuore avrà perso qualche battito mentre lui le diceva quelle parole, insieme alla meravigliosa atmosfera creata da Puccini… lei non riesce nemmeno a crederci… sembra come una situazione tratta dal suo romanzo d’amore che legge in continuazione. “Che cosa ha detto?” dice incredula e sospirando. Gli uomini le avranno detto tutti che era adorabile. Naturalmente, le avranno regalato nastri ed altre belle cose come fossero tributi.
Ma lei non ha mai sentito per nessuno ciò che prova finché non incontra “Mister Johnson” con la sua cultura basata sulla lettura di libri e sui viaggi… lei sente che non riuscirà mai a far realmente colpo su di lui in quanto è solo “una povera fanciulla” con appena “30 dollari di istruzione”. Invece lui la solleva dalla temuta “morte” di un’esistenza senza amore e con quelle poche, semplici e potenti parole la sua “vita” comincia. Amo quella parte.
Il secondo punto che trovo anch’esso magico è alla fine, quando il vero oro che lei ha protetto per i suoi minatori era la vita di tutti i giorni che lei aveva reso dorata con la sua fede, la sua fiducia e la sua lealtà. “Nessuno ha peccato al punto che non ci sia una qualche strada aperta per la sua redenzione.” Quella parte mi fa singhiozzare.
Viva Puccini!!!!! Viva Minnie e il suo meraviglioso messaggio d’amore e redenzione!
Versione italiana a cura di Paolo Tancredi