Catania, Teatro Massimo:”Ashton Grand Soirée”

Catania, Teatro Massimo, Stagione Lirica 2011
“ASHTON GRAND SOIREE

Coreografia Frederick Ashton
Corpo di ballo e solisti del Balletto di Stato della Georgia
Teatro dell’Opera di Tbilisi “Z. Paliashvili”
diretto da Nina Ananiashvili
Programma
Franz Liszt : Marguerite et Armand
Leo Delibes: Sylvia (pas de deux)
Jules Massenet: Thaïs (pas de deux)
Jacques Offenbach: La chatte
Johann Strauss jr: Voci di primavera, op. 410
Aleksandr Glazunov : Birthday Offering
Orchetra e Tecnici dell E.A.R. Teatro Massimo Bellini
Direttore d’orchestra David Mukeria
Scene Cecil Beaton
Costumi Natia Sirbiladze
Luci Amiran Ananeli
Catania, 27 marzo 2011
Ashton Grand Soirée, terzo spettacolo della Stagione Lirica e dei Balletti del Teatro Massimo Bellini di Catania in sostituzione del programmato Dopo la battaglia di Pippo Delbono, ha regalato una serata di autentica poesia coreografica e musicale al pubblico del capoluogo etneo che ha mostrato di gradire con lunghi e ripetuti applausi. Concepito come un omaggio al grande coreografo anglo-ecuadoregno Frederick Ashton scomparso all’età di 84 anni nel 1988, lo spettacolo, diviso in tre atti, ha proposto alcuni dei più importanti balletti creati dal grande coreografo. La serata è stata aperta da Marguerite et Armand, balletto che Ashton creò nel 1963 per la coppia di ballerini più famosa di tutti i tempi, Margot Fonteyn e Rudolf Nureyev, che ne furono gli unici interpreti fino al 1977,  ispirandosi  al celebre dramma di Dumas, La dame aux camélias.
Nel balletto, la cui musica, costituita dalla Sonata in si minore di Liszt, diventa, nell’orchestrazione di Dubley Simpson, un vero e proprio concerto per pianoforte  e orchestra, la protagonista, Marguerite Gautier, ormai prossima alla morte, rivive in una dimensione memoriale quattro significativi momenti della sua vita: The Meeting (L’incontro) – The country (Il paese) – The Insult (L’insulto) – Death of the Lady of the camelias (Morte della Signora della camelie).
In questa ripresa catanese ad opera del Corpo di Ballo e dei solisti del Teatro dell’Opera di Tbilisi, la triste vicenda di Marguerite, la cui morte ormai prossima è ricordata da un letto che resta sulla scena dall’inizio alla fine, è stata rappresentata con una grazia e una poesia di grande impatto emotivo. Molto coinvolgenti sono state le scene iniziale e finale. I due solisti, la ballerina di fama mondiale Nina Ananiashvili, coreografa che in via del tutto eccezionale ha danzato in questo balletto, e Vasil Akhameteli hanno rappresentato con eleganza l’amore che nasce nel primo incontro e il dramma della morte della donna che, dopo un bacio appassionato, esala l’ultimo respiro nelle braccia dell’amato.
Più varia è stata la seconda parte dello spettacolo, aperto dal Pas des deux del balletto Sylvia di Léo Delibes, la cui ambientazione classica è stata resa da un telo che mostrava sullo sfondo una nave greca. Portata sulle spalle da Aminta come prescritto da Ashton, la bella ninfa, interpretata da Anna Muradeli, insieme al suo amante interpretato da Otar Khelashvili, dà vita ad una poeticissima scena d’amore. Non meno poetico è stato il secondo tableau, costituito dal Pas de deux sulla musica di Meditazione religiosa dall’opera Thaïs di Jules Massenet, magistralmente interpretata dal violino di spalla dell’orchestra diretta dalla bacchetta precisa ed elegante di David Mukeria e realizzata coreograficamente in una forma di visione che ricorda la celebre scena del Regno delle ombre della Bayadère. Ironica ed elegante è stata, invece, la realizzazione coreografica di un passo della Chatte, tratto dalla Chatte métamorphosée en femme di Jacques Offenbach e interpretato da Tsisia Chokolashvili, mentre brillante, in un’esplosione di colori e di raffinata allegria, è apparso l’ultimo quadro dell’atto dedicato al valzer Voci di primavera di Strauss che Ashton interpolò nel secondo atto della sua coreografia tratta dall’operetta Il Pipistrello di Strauss.
La serata poetica e affascinante si è conclusa con Birthday Offering, un divertissement tratto dal balletto The Seasons di Alexander Glazunov, un Grand pas de quatorze realizzato coreograficamente nello stile classico dei balletti del XIX secolo.
Foto Giacomo Orlando