Estelle Liebling sentiva che ormai la preparazione di Beverly fosse terminata. All’inizio del 1953, la Liebling aveva saputo che Gaetano Merola, che era a capo del San Francisco Opera, si sarebbe recato a New York ai primi di febbraio per delle audizioni di cantanti per un programma di borse di studio che stava per avviare. La Liebling pensava che Beverly fosse pronta per fare sul serio e chiese a Jean Tennyson di intercedere presso Merola per far fare un audizione a Beverly – non per una borsa di studio, ma per un lavoro con la sua compagnia operistica. La Tennyson lo contattò e in un freddissimo giorno invernale l’audizione ebbe luogo in un posto a Manhattan chiamato Judson Hall.
Merola fu cortese, ma risoluto. Apprezzò la voce di Beverly e in quel preciso momento la ingaggiò per l’intera stagione autunnale 1953 del SFO. Beverly avrebbe debuttato nel ruolo di Elena di Troia nel Mefistofele di Boito e avrebbe cantato anche il più invitante ruolo di Donna Elvira nel Don Giovanni di Mozart. Merola le offrì un salario di 175 dollari a settimana e le chiese di recarsi a San Francisco alla fine del mese d’agosto successivo. La voleva come ospite nella sua casa per due settimane, affinché avessero il tempo sufficiente per prepararla ai suoi ruoli. Beverly acconsentì a tutto.
Uscì dalla Judson Hall che era una donna nuova. Se Merola non l’avesse ingagiata non sarebbe stata una tragedia, ma l’averlo fatto cancellò i dubbi residui che aveva circa la possibilità che stesse sprecando la sua vita rincorrendo un obiettivo impossibile. Ora sentiva che stava per diventare una star della lirica.Tuttavia ci volevano quasi sette mesi prima di dover andare a San Francisco e Beverly doveva trovare qualche lavoretto e quindi cominciò a fare un pò di telefonate.
Una delle prime persone che chiamò fu Giuseppe Bamboschek, il gentile maestro di Philadelphia. I suoi cast erano già completi, ma il maestro Bamboschek era in contatto con Rosa Ponselle, che era stata nominata direttore artistico della Baltimore Civic Opera Company nel 1952. Rosa Ponselle aveva in programma di presentare Manon e, se Beverly fosse stata interessata, Bamboschek avrebbe organizzato un’audizione per quest’ultima.
Lei lo era e lui lo fece.Pochi giorni dopo, in una mattina fredda e grigia, Beverly prese un treno per Baltimore e poi un autobus dalla stazione ferroviaria alla proprietà della Ponselle, la famosa Villa Pace.
Al cospetto della Ponselle, il celebre soprano le si rivolse dicendo: «Togliti il cappotto». E poi aggiunse: «Non puoi cantare con indosso il cappotto, tesoro». Sedettero su un divano e la Ponselle proseguì: «Parliamo di Manon e sentiamo come la canti».
Beverly cantò la scena di Saint-Sulpice, poi lei e la Ponselle parlarono e infine cantarono insieme. Anche se ormai cinquantaseienne, Rosa Ponselle aveva ancora una gran voce. Il suo volto era eccezionalmente ampio da zigomo a zigomo – i cantanti chiamano quell’area “maschera”. L’ampiezza del volto della Ponselle le permetteva di cantare “all’interno della maschera” anche al di sopra del pentagramma – le sue note alte erano tutte cristalline. Quando, in seguito, Beverly raccontò questa cosa a Estelle Liebling, quest’ultima le spiegò che quella era la ragione per cui Rosa Ponselle all’inizio della sua carriera ebbe problemi con i suoi Si e Do acuti. «Non ha mai avuto abbastanza toni di testa nelle sue note alte» le disse la Liebling. «Cantare troppo di gola è pericoloso».
Nonostante ciò, la Ponselle aveva ancora un gran voce di stampo italiano, elettrizzante e cremosa, dal suono emozionante e un vibrato gorgogliante e pulsante. Beverly e la Ponselle passarono dei momenti piacevolissimi insieme e dopo un paio d’ore il grande soprano disse: «Manon è tua. ci lavoreremo su insieme.» Beverly era elettrizzata, ma un timore latente la agitava: dopo essere stata formata al ruolo dalla Ponselle, sarebbe riuscita a far emergere la sua Manon?
Beverly Sills rimase a “Villa Pace” per cinque giorni. Lavorarono duramente e, quando c’era bisogno di una pausa, le due cantanti passeggiavano nella proprietà della Ponselle, la quale prestò a Beverly una delle sue pellicce di visone.
Pur non avendo mai cantato Manon, la Ponselle aveva delle idee molto precise su come bisognasse interpretare il personaggio e su quale fosse l’approccio vocale che Beverly doveva avere. Rosa Ponselle sviscerò il ruolo nota per nota e Beverly ebbe l’impressione che la sua interpretazione del ruolo fosse troppo ampia e troppo pesante.
Beverly non vedeva affatto Manon nella stessa luce in cui la vedeva la Ponselle. Quando Manon appare sul palco per la prima volta, secondo Beverly Sills, il pubblico deve vedere una quindicenne ragazza di campagna e non una prostituta. Manon viene mandata in convento perché la madre forse l’ha scoperta in atteggiamenti sconvenienti una volta di più, ma non perché sia la puttana del villaggio e, sempre secondo la Silla, quest’ultima è la caratterizzazione che troppo spesso alcuni soprano hanno dato al personaggio.
Beverly vedeva Manon come una campagnola che non è mai stata nella grande città e che come tale appare quando il pubblico la vede per la prima volta. Beverly voleva che la sua Manon fosse civettuola in maniera infantile e per nulla cortese nel primo atto. All’inizio del secondo atto, il personaggio ha cominciato e vivere a Parigi e Beverly voleva che a quel punto il personaggio fosse un pò più raffinato. Entro la fine dell’atto, il pubblico avrebbe assistito alla sua trasformazione in una cortigiana.
Beverly e la Ponselle litigarono come cane e gatto per cinque giorni, ma la Ponselle non fece mai pesare la sua fama sulla giovane Beverly, anzi la trattò come una collega. Il senso di lealtà che Beverly sentiva verso la diva era indescrivibile.
Qualche giorno dopo, Beverly Sill tornò a “Villa Pace” per l’inizio delle prove. Le esibizioni sarebbero state due e le prove durarono per un periodo piuttosto lungo – quasi due mesi. Le prove si svolgevano nella stanza musicale della Ponselle ogni sera dalle sette fino a quasi mezzanotte. La Ponselle addestrò il cast come un sergente dei marines. Alla fine, la Ponselle permise a Beverly di interpretare il primo atto come voleva lei. Se non fosse stato per due piccoli incidenti, le due andarono d’accordo perfettamente.
Il primo battibecco ebbe luogo durante una grande cena che la Ponselle dette a Villa Pace, alla quale invitò tutte le persone più in vista e i più accaniti fan dell’opera di Baltimore per presentare loro il cast di Manon. A tavola, la Ponselle presentò Beverly Sills come la sua nuova protetta, che fu per la giovane cantante un enorme complimento. Beverly si alzò e la ringraziò e dichiarò quanto avesse amato lavorare con la Ponselle – ma dovette precisare, tuttavia, che aveva studiato con Estelle Liebling da quando aveva sette anni e che quest’ultima le aveva insegnato tutto ciò che sapeva.
Quando Beverly si sedette, percepì che la Ponselle era furiosa. Ma pensò anche che sarebbe stata ingiusta verso la Liebling se non avesse detto quelle cose. L’altro momento di disaccordo capitò due settimane prima della serata di apertura. Beverly era stata invitata a cantare con la Erie Symphony Orchestra in Pennsylvania. Il direttore d’orchestra si chiamava Fritz Mahler e diceva di essere nipote del celebre compositore e direttore d’orchestra austriaco Gustav Mahler. A Beverly non importò di verificare il lignaggio di Mahler: ciò che importava erano i 350 dollari che poteva guadagnare a serata e quindi chiese a Rosa Ponselle di lasciarla libera dalle prove per tre giorni. Era arrivata ad un punto in cui padroneggiava Manon e ormai si trattava solo di attendere la serata della prima.
La Ponselle le disse: «Se lo farai, non ti farò cantare “Manon” alla prima. Farò cantare una ragazza che si chiama Phyllis Frankel.» Rosa Ponselle mantenne la parola. Phyllis Frankel cantò alla prima di Manon, mentre Beverly cantò nella seconda serata. Il responso dei critici locali e del pubblico fu favorevole, ma l’esibizione di Beverly non era all’altezza delle sue aspettative. Vocalmente andava anche bene, ma la caratterizzazione non era neanche minimamente buona quanto lei voleva, a causa della tensione con la Ponselle. Nonostante ciò che le avesse detto, Beverly credeva fortemente che la Ponselle le avesse impedito di cantare alla prima perché non le aveva permesso di figurare come la sua mentore. Durante l’esibizione, ogni qual volta Beverly si allontanava dall’idea di Manon della Ponselle per avvicinarsi alla propria, sapeva che la Ponselle ne era consapevole e che disapprovava. Finì per non calarsi a dovere nella parte e la sua esibizione risultò non totalmente convincente.