Robert Crowe, sopranista, Michael Ebert, organo – Liber usualis: Ave Maria; Alessandro Grandi: O quam tu pulchra es, Tota pulchra es, Virgo prudentissima, Hodie virgo Jesu dilecta; Claudio Monteverdi: Exulta filia, Pianto della Madonna; Girolamo Frescobaldi: Toccata settima (organo); Giacomo Carissimi: O quam pulchra es, Salve, salve puellule; Johann Kaspar Kerll: Toccata prima (Organo). Registrazione, Monaco, Himmelfahrtskirche, febbraio 2010 – 79′.02 1 cd PH10054 Hanssler
Robert Crowe non è certo un artista che punta a proposte discografiche di “facile consumo”. Crowe è un grande appassionato della musica solistica di Carissimi e questo grande compositore del ‘600 romano aveva dedicato il suo precedente cd , interamente incentrato sul tema della Passione di Cristo. In questo secondo album Crowe ha ampliato la scelta degli autori ponendo la sua attenzione a musiche a tema mariano (benché Salve Puellule sia più incentrato sulla figura di Gesù Bambino). Un florilegio di brani che spazia da una Ave Maria gregoriana per chiudersi con il teatrale Pianto della Madonna monteverdiano che sappiamo altro non essere che la versione “sacra” del celeberrimo “lamento di Arianna”. In questo album Crowe pone particolare attenzione a composizioni del siciliano Alessandro Grandi (1575-1630) nelle quali appaiono evidenti le influenze monteverdiane. Una carrellata di estatiche melodie che si collocano in quella che possiamo dire essere la seconda fase dello stile del “recitar cantando”, quello cioè che piega la voce alla melodia, in modo dilettevole e drammatico rispetto al rigido “parlato” che aveva contraddistinto la nascita del melodramma. La linea di canto di ravviva con l’inserimento di di fiorettature e abbellimenti, una prassi che contamina ampiamente anche la musica sacra che si riveste di una marcata teatralità. Robert Crowe è indubbiamente un cantante che conosce e soprattutto è tecnicamente preparato nel proporre questa vocalità caricandola della giusta “enfasi” espressiva, egregiamente accompagnato dall’organista perfettamente accompagnato dall’organista Michael Ebert. Un disco indubbiamente interessante per palati sopraffini.