“Senza trucco!”…Nicola Beller Carbone

Il soprano Nicola Beller Carbone è nata in Germania e cresciuta in Spagna studia prima come attrice e dopo segue la carriera di canto presso la Escuela Superior di Canto di Madrid con Dolores Ripollès. A Monaco di Baviera studia con Astrid Varnay e nel 1991 ottiene un contratto fisso all’Opernstudio dell’Opera Statale di Monaco di Baviera.
Dopo aver iniziato col repertorio lirico (Fiordiligi,Contessa, Tatjana, Mimi, Liu, Violetta, Antonia, ecc)oletta, Antonia, ecc), il suo debutto di Salomé nel 2003 segna il passo al registro spinto. Con questo ruolo ottiene lusinghieri successi in numerosi teatri internazionali. Ha quindi interpretato  Tosca, Cavalleria rusticana, Wozzeck, Rheingold, Ascesa e caduta della città Mahagnonny, Lady Macbeth del distretto di Mzensk , Die Tote Stadt, ecc.. Molto impegnata anche in sede concertistica, la Beller Carbone , si è recentemente prodotta in Die Fledermaus (Vienna, 2010), Francesca da Rimini (La Plat, 2010) e ora interpreta il ruolo della Contessa Livia Serpieri nella  prima rappresentazione assoluta dell’opera Senso di Marco Tutino, titolo inaugurale della stagione 2010-2011 del Teatro Massimo di Palermo. Sarà quindi Salome a Montecarlo e Montreal.
Altre notizie su Nicola Beller Carbone le trovate sul suo sito personale
Qual è il tratto principale del tuo carattere?
La disinibizione.
E il tuo peggior difetto?
La prepotenza.
Segno zodiacale?

Leone.
Sei superstiziosa?
No.
Che rapporto hai con la spiritualità?
In certi periodi mi sento molto guidata dalla mia parte spirituale, in altri momenti prevale la mia parte pragmatica.
Hai mai sofferto d’invidia?
Purtroppo mi è capitato.
Cosa volevi fare da grande?
La ballerina.
La tua famiglia ha influenzato le tue scelte ?
Non direttamente, ma i miei genitori mi hanno sempre lasciato la libertà di decidere per me stessa, come persona pensante e responsabile dei suoi atti. Potrei dire che loro mi hanno insegnato a diventare una persona con capacità dialettica e razionale, con un grande senso di responsabilità ed impegno.
Quali sono i tuoi ricordi più cari?
Sono infiniti: l’infanzia in Spagna, arredare la mia prima casa da sola, le coccole della mia nonna, il primo concerto col mio gruppo jazz rock, ballare per ore di notte in una festa scatenata, dormire sulla spiaggia in estate in Grecia, guardare dal finestrino da un treno…

Qual è stato il tuo momento di maggior orgoglio?

Quando guardo i miei genitori.
Qual è la delusione più grande che hai mai avuto?
Non ricordo, a quanto pare l’ho rimosso.
Cosa manca nella tua vita oggi?
Il tempo a casa.
Di che cosa hai paura?
Di essere abbandonata da coloro che credo mi amino. E ho paura anche dell’ingiustizia.
Hai un sogno ricorrente?
Perdere le valigie, arrivare tardi in aeroporto, dover uscire in palcoscenico e non sapere che opera si fa quella sera!
Che importanza dai al denaro?
Al denaro degli altri nessuna, e cerco di non dare eccessiva importanza a quello che guadagno io…Quando c’è bene, quando no, mi arrangio lo stesso.
In cosa sei più spendacciona?
Non faccio distinzione: sono spendacciona di natura.
Collezioni qualche oggetto?
No.
Quali sono le tue letture preferite?
Possono essere libri su arte contemporanea, romanzi polizieschi, riviste di moda, giornali, saggi filosofici….. E soprattutto mi piace per quanto possibile leggere nella lingua originale in cui i testi sono scritti.
Qual è il tuo profumo preferito?

È un segreto.
Città preferita?
Cadiz.
Colore preferito?
Colore per che cosa? Per l’abbigliamento, per l’arredamento di casa, per un quadro, un disegno, per la bici o la macchina, per un abito di concerto, per il cielo, l’aria, colore della pelle o degli occhi….?
Fiore preferito?
Tutti i fiori sono splendidi soprattutto nel suo “entourage naturelle”.
Il cantante o i cantanti preferiti?
Ella Fitzgerald, Maria Callas, Billie Holliday, Leyla Gencer, Frank Sinatra, Camaron de la Isla, Estrella Morente, Mina, Joe Cocker, La niña pastori, Mariza, Etha James, Aretha Franklin, Janis Joplin, Victoria de los Angeles, Hildegard Behrens, Montserrat Caballè, Concha Piquer, Celia Cruz, Nicolai Ghiaurov e tanti altri…

Qual è stato primo disco che hai acquistato?

Patti Smith, Horses.
Qual è il film che hai amato di più?
Per ogni decada ho almeno un film preferito, ma in realtà ce ne sono tanti, sono una cinefila, ma posso nominare alcuni registi che ammiro: Fellini, Fassbinder, Scorseese, Hitchcock, Orson Welles, Almodovar, Billy Wilder, Luchino Visconti, Godard, David Lynch, Coppola, Spike Lee, Tarantino, Pasolini, Luis Buñuel, Rossellini, Fritz Lang, i Fratelli Coen….
Qual è la stagione dell’anno che preferisci e perché?
L’estate perché fa caldo e puoi andare in giro vestita da principessa zingara.
Che rapporto hai con la tecnologia e qual è il gadget tecnologico di cui non potresti fare a meno?
Utilizzo il portatile per fini pratici, come pagare le fatture via Internet, seguire la corrispondenza con agenzie e teatri, compilare formulari di interviste come questa ecc. Ho bisogno del computer e un WIFI che funzioni bene per leggere “El Pais” la mattina, vedere cosa c’è nei cinema della città in cui mi trovo in quel momento, decidere a che ristorante andare a cena o scrivere chat per Skype quando sono in periodo di riposo vocale. Uso il telefonino solo per SMS, e in emergenza per parlare a voce perché detesto parlare al telefono.
Che rapporto hai con la televisione?
La utilizzo per informarmi vedendo il telegiornale, per imparare o perfezionare una lingua mentre sono in un paese straniero, e ogni tanto per rilassarmi la sera, guardando un film. Ma purtroppo molto spesso mi arrabbio soltanto per la qualità infima e la ridotta scelta tematica della programmazione televisiva che si trova in giro un po’ dappertutto.
Che rapporto hai con la politica?
La politica?…Una grande delusione.
Hai delle cause che ti stanno particolarmente a cuore?
L’ingiustizia nel mondo si svolge a tutti i livelli: la ineguaglianza delle opportunità, il favoritismo, l’intolleranza verso tutto quello che ci sembra diverso, la mancanza di solidarietà, il non rispetto per i diritti umani, la violenza di qualsiasi tipo. Dovrebbe essere assicurato a tutti il diritto a studiare per avere le armi culturali necessarie ad affermarsi in questo mondo, ma purtroppo non sempre è così.
Giorno o notte?
Giorno e notte.
Qual è la situazione che consideri più rilassante?
Sdraiata su un divano a farmi massaggiare i piedi.
Qual è il tuo ideale di giornata?
Non dover pianificarla.
Qual è il tuo rifugio da tutto e tutti?
Il silenzio vocale.
Qual’ è la musica che di solito fa da sottofondo alle tue giornate?
Possibilmente il silenzio.
Cosa ti manca di più quando sei lontano/a da casa?

Proprio la casa, l’ambito privato e certamente anche l’abitante della casa, cioè, mio marito.
Qual è la vacanza o il viaggio che vorresti fare e che non hai ancora fatto?
Ripetere un viaggio in Marocco.
Chi o cosa ti imbarazza?
Mi imbarazza quando ho l’impressione di non gestire una situazione e mi imbarazzano le persone artificiali.
Com’è il tuo rapporto con il cibo?
Ottimo, mi piace mangiare e mangio quasi sempre quello che voglio.
Dieta mediterranea, dieta macrobiotica o fast food?
Mediterranea.
Qual è il tuo piatto preferito?
Impossibile rispondere, ce ne sono troppi, ma sicuramente non i dolci.
Vino rosso o bianco?
Rosso.
Il posto dove si mangia peggio?
Mentre si cammina per strada.
La musica è stata una vocazione?

Il teatro è stato la mia vocazione.

A chi non conoscesse la tua voce, cosa faresti ascoltare?

Gli farei ascoltare e vedere la mia Salome, credo che le due cose vadano molto legate insieme.
Come segui l’evoluzione della tua voce?
Siccome lavoro almeno 10 mesi all’ anno, non dispongo di molto tempo per lavorare con i miei due coach (Richard Trimborn per il repertorio tedesco / russo e Bruno Rigacci per quello italiano). Alla fine approfitto del lavoro stesso, l’esperienza creativa durante le prove e le recite. Sono un pò una “self made woman”.
Se ti fosse data l’opportunità di scegliere un ruolo, cosa canteresti?

Ruoli che non canterò mai in verità: Elektra, Isolde, Lulu, Il grande Inquisitore! E poi vorrei essere per una volta una Rock Star tipo Tina Turner e urlare nel microfono davanti una folla di diecimila persone.
Hai incontrato Marco Tutino, compositore di Senso di cui sei protagonista, e com’è il rapporto con lui?
Lui è una persona riservata e di grande disponibilità e generosità. L’ho incontrato a Bologna, prima di cominciare le prove qui a Palermo, e mi ha dato la prima riduzione assoluta per pianoforte e voce di Senso.
Il tuo ruolo in Senso è stato creato su misura per la tua voce?
Lui mi conosceva prima di scrivere l’opera e sapeva che l’avrei cantata io: credo che lui abbia saputo utilizzare bene la mia vocalità per il ruolo.
La versione originale cinematografica di Luchino Visconti ha influenzato la creazione dei personaggi e come? In caso non sia stata un’influenza, quanto i personaggi dell’opera si discostano da quelli del film, tenendo conto delle differenze far il linguaggio cinematografico e quello teatrale?
Considero importante documentarsi sempre prima di interpretare un personaggio. In questo caso, è ovvio che ho visto per diverse volte il film con  Alida Valli. Allo stesso modo però mi ha influenzato la lettura del libro di Camillo Boito.
In teatro bisogna sempre cercare un equilibrio credibile tra far vedere le emozioni vere e la loro traduzione al grande palcoscenico. Non siamo di fronte ad una cinepresa, e bisogna far capire anche all’ultimo spettatore in loggione cosa sta succedendo quaggiù a 30 metri di distanza. A volte siamo costretti ad amplificare le emozioni, a ingrandirle per renderle percepibili. Credo comunque che il modo migliore alla fine sia sempre il pensiero, cioè a dire, se io come interprete penso la cosa giusta e mi immedesimo, allora riesco anche a  trasmetterla. Per me è sempre lo stesso discorso: la forza mentale trasporta l’emozione, questo vale tanto per l’impegno vocale come per la recitazione. Bisogna avere una grande forza di volontà per essere credibile in scena. E ci vuole forza di volontà anche per lasciare il controllo, per mollare, per prendere contatto con la spiritualità, per ritornare alla domanda di prima.
Cosa fai un’ora prima di salire sul palco?
Sono seduta al trucco almeno un’ora e mezza prima dello spettacolo, quindi non posso fare granché…tranne starmene ferma, zitta, mentre mentalmente ripasso quello che sta per avvenire in scena, aspettare….
Cosa non manca mai nel tuo camerino?
Lo spartito dell’opera di quella sera.
A cosa pensi quando ti guardi allo specchio?

Dipende delle giornate, ma sono piuttosto generosa con me.
Stato d’animo attuale?
Essendo una persona d’umore abbastanza equilibrato direi normale, bene.
Il tuo motto?
Non aspettarsi niente, vedremo.
Foto di G.Monogiudis, G.Weigelt, M.Cooper