Vincitore per il 2007 del Premio Richard Tucker, il tenore Brandon Jovanovich è conosciuto dalle principali compagnie operistiche mondiali per le sue appassionate interpretazioni sul palcoscenico dei protgaonisti di opere francesi, italiane, tedesche e slave. Affermato musicista e attore, Jovanovich ha riportato successi sia in opere classiche che contemporanee, interpretando Pollione nella Norma, Bocconion in The Mines of Sulphur di Rodney Bennett, Macduff in Macbeth, Alfredo della Traviata, il Barone Lummar nell’Intermezzo di Strauss, Luigi ne Il Tabarro, ha preso parte alla prima americana di The Picture of Dorian Gray di Lowell Lieberman nel ruolo di Lord Geoffrey, è stato il protagonista nella prima mondiale di The Tale of the Nutcracker di Craig Bohmler e ha interpretato Phillippe l’Entendu nell’operetta New Moon di Romberg. Recentemente è stato coprotagonista con Elina Garanca della Carmen di Bizet al Met di New York e ha esordito nel ruolo del tenente Hans Büchner nella prima mondiale di Senso di Marco Tutino, a Palermo, con Nicola Beller Carbone. Altre notizie su Brandon le trovate nel suo sito personale.
Qual è il tratto principale del tuo carattere?
Direi che sono due gli aspetti della mia personalità: a livello professionale, o per le persone che mi conoscono, io sono molto cordiale, rilassato, tollerante e simpatico. Una volta che si arrivi a conoscermi, o quando sono con la mia famiglia e i miei amici, sono più eccentrico per un verso e controllato per l’altro.
E il tuo peggior difetto?
Sono molto critico verso me stesso. Penso che questa cosa abbia rappresentato una spinta, ma anche un ostacolo in tutti gli aspetti della vita.
Segno zodiacale?
Bilancia.
Sei superstizioso?
Per niente.
Che rapporto hai con la spiritualità?
Sono una persona spirituale. Sono stato educato da cattolico, ho frequentato un liceo cattolico ed un’università cattolica, per un anno. Non vado in chiesa regolarmente, principalmente perché sono spesso in viaggio.
Hai mai sofferto d’invidia?
Penso che sia impossibile non invidiare qualcuno. Invidio certe persone per ragioni sia di ordine professionale, sia di ordine personale. Sono piuttosto bravo a stemperare quell’invidia con l’accettazione, la comprensione e la gratitudine per quello che ho.
Cosa volevi fare da grande?
Pensavo che sarei diventato un giocatore di calcio professionista o un avvocato.
La tua famiglia ha influenzato le tue scelte ?
Non propriamente. La mia famiglia mi ha lasciato abbastanza libero di fare le mie scelte, ma è stata molto di supporto dopo averle prese. Una gran combinazione.
Quali sono i tuoi ricordi più cari?
Non riesco a indicare un ricordo in particolare. C’è un collage di ricordi sospesi nella mia mente quando penso a questa domanda. Il sorriso di mia madre, la casa dove ho vissuto la mia infanzia, la laurea (sono stato il primo e l’unico nella mia famiglia a laurearsi), il mio matrimonio, i volti e le risate dei miei figli… una vera miriade di immagini e sentimenti.
Qual è stato il tuo momento di maggior orgoglio?
Più che un momento definito, direi che c’è un gruppo di risultati che ho raggiunto e che mi rendono orgoglioso. La mia famiglia è molto importante per me. La nascita dei miei tre bambini e le loro qualità; gli encomi ricevuti dai colleghi; il mantenere la mia famiglia. Le mie risposte sono più sciocche di quanto credevo sarebbero state. Ci sono anche molte influenze e variabili che continuano a ridefinire il come, dove, perché e quando le cose sono importanti.
Qual è la delusione più grande che hai mai avuto?
La mia più grande delusione consiste nel poco tempo che riesco a dedicare alla mia famiglia.
Cosa manca nella tua vita oggi?
Mia moglie e i miei figli…..Cercate di comprendere che queste risposte sono influenzate dal fatto che sono lontano da casa da tre mesi e lo sarò per un altro mese!…
Di che cosa hai paura?
Temo il fallimento a tutti i livelli. Che si tratti di cantare un Si bemolle acuto, mantenere la mia famiglia, esibirmi al meglio delle mie possibilità per una compagnia operistica, o di dimenticare le parole. Ho paura di guardarmi indietro mia e non essere capace di vedere un impatto positivo, durevole che posso aver avuto su coloro che mi circondano.
Hai un sogno ricorrente?
Io ho due sogni che sono per me causa di stress. Uno è l’essere spinto sul palco a cantare Rodolfo in La Bohème (un ruolo che non mai cantato) mentre tento invano di dire a quelli che mi spingono che io non conosco il ruolo! L’altro è avere un ristorante pieno di tavoli che attendono che io li serva e non riuscirci, fallendo miseramente!
Che importanza dai al denaro?
Risposta breve: molta. Risposta lunga: sono cresciuto senza avere molto. Mia madre ha lottato per allevare tre bambini da sola. Ho fatto ricorso a prestiti studenteschi per l’università e ho fatto diversi lavori da quando avevo 15 anni. Vivere a New York, pagando i prestiti studenteschi e le lezioni private, gli spartiti, le lezioni di canto e il cibo, e nel frattempo tentare di sostenere un’audizione e mantenere tre lavori da cameriere era difficile. Ho dovuto fare molta gavetta. Ho dovuto coltivare la mia carriera lentamente per anni con un dispendio di tempo, soldi e pazienza. Ora che sono il solo che guadagna nella mia famiglia (cosicché mia moglie e i miei bambini possano visitarmi più spesso mentre sono in tour), il denaro e la sicurezza che ti permette significano molto per me.
In cosa sei più spendaccione?
Di recente abbiamo comprato una fattoria. Perciò al momento è ciò su cui mi sto divertendo a spendere più soldi. Prima avrei detto “gadgets”. Macchine fotografiche, computer, iPod, strumenti di registrazione, ecc.
Collezioni qualche oggetto?
Macchine fotografiche, computer, iPod… scherzo! Pensandoci, direi attrezzi. Mi piacciono molto. Li uso a casa e ne ho un discreto assortimento per tutti gli usi. (Mi rendo abbastanza utile a casa!).
Quali sono le tue letture preferite?
Mi piacciono le biografie storiche: His Excellency (George Washington); American Lion (Andrew Jackson); Washington: A Life (George Washington), ecc. Mi piacciono anche i romanzi d’avventura fantasy: la serie della Ruota del Tempo, Il Signore degli Anelli, ho letto tutto di un autore chiamato Brandon Sanderson. Trovo che questi due generi letterari mi forniscano un ampio esercizio mentale mentre sono in tournée.
Qual è il tuo profumo preferito?
Non uso molto i profumi. Quindi direi che il mio profumo è “Eau de Brandon”.
Città preferita?
Non avrei mai pensato di dirlo, ma sono molto campanilista verso New York. Ma amo anche Seattle.
Colore preferito?
Il rosso. Altrimenti, amo i toni della terra in generale.
Fiore preferito?
L’orchidea.
Il cantante o i cantanti preferiti?
Amo il suono virile di Franco Corelli. Carlo Bergonzi è uno dei miei preferiti. E anche Sinatra.
Qual è stato primo disco che hai acquistato?
WOW!… Non saprei dirti! Faccio delle associazioni mentali poco positive con la musica degli anni ‘70 e ’80. La prima canzone di cui ho un ricordo vivido è “Jack and Diane” di John Cougar Mellencamp. Penso che uno dei primi cd che ho acquistato fosse un LP dei Jefferson Airplane, ma non ricordo quale. So solo che è volato via da un’automobile in movimento.
Qual è il film che hai amato di più?
Questa è difficile. Non ne ho uno in particolare. Mi piacciono i western in generale, la saga del Signore degli Anelli, Un biglietto in due, Prima di mezzanotte, Il grande Lebowski.
Qual è la stagione dell’anno che preferisci e perché?
Ho sempre amato l’autunno. I colori che cambiano, i giorni più freddi, l’aria più pungente. Quando penso all’autunno mi sento felice.
Che rapporto hai con la tecnologia e qual è il gadget tecnologico di cui non potresti fare a meno?
Come ho già detto, sono un grande fan dei gadget. Io penso che nel bene e nel male abbiano cambiato il modo in cui vanno gli affari. Ricordo che fino a poco tempo fa dovevo portarmi dietro primi piani e curriculum. Ora si può far tutto online, scaricando fotografie in alta risoluzione, e il curriculum può essere preso dalla propria pagina web. Io pago i conti online, conduco pressocché tutti miei affari via e-mail, ricevo file musicali, orari, compro biglietti, parlo con la mia famiglia via Skype, e faccio tante altre cose via web. Direi, quindi, il mio MacBook Pro. Ha un valore inestimabile per me.
Che rapporto hai con la televisione?
Mi piace guardarla. Ma non ne sono un fanatico. Mi piaciono le trasmissioni sul “fai-da-te.” Preferisco piuttosto impiegare il tempo in lavori manuali tipo cucinare, costruire qualcosa, pulire. Memorizzare musica sarebbe un uso migliore del mio tempo, o se fossi a casa, giocherei con i miei bambini.
Che rapporto hai con la politica?
Mi interesso moltissimo di politica. In più di un’occasione ho pensato di buttarmi in politica. Fortuntamente sono troppo sano di mente per farlo e troppo religioso per vendere l’anima!
Hai delle cause che ti stanno particolarmente a cuore?
Il solo pensare al traffico di bambini mi fa sobbalzare il cuore. Lo odio e penso che ognuno dovrebbe aborrirlo. Il morbo di Alzheimer è una malattia che trovo spaventosa e che non augurerei al mio peggior nemico. La mancanza di un buon sistema di istruzione negli USA è qualcosa che deve cambiare. Queste sono le tre cause che mi stanno a cuore.
Giorno o notte?
Entrambi. Dipende se sono in viaggio o a casa.
Qual è la situazione che consideri più rilassante?
Una buona cena con amici mi sembra molto rilassante. Così come tirar calci ad un pallone coi miei figli.
Qual è il tuo ideale di giornata?
Svegliarmi nel letto di casa mia, fare una bella colazione con pancetta affumicata, fra le altre cose, ed un po’ di caffè. Parlare con mia moglie del più e del meno. Giocare coi bambini, facendoli ridere. Fare del lavoro fisico di qualsiasi genere. Fare una bella cena. Camminare per la strada (questo è un giorno IDEALE non dimentichiamocelo) e cantare Lohengrin, Otello Andrea Chenier o forse Peter Grimes. Dopo un clamoroso risonante successo, ritornare a casa, bere un bel bicchiere di vino, parlare con mia moglie e dormire nel mio letto.
Qual è il tuo rifugio da tutto e tutti?
Non so se si è notato un certo tema ricorrente nelle mie risposte, ma direi che il mio rifugio fondamentale è la mia casa.
Qual’ è la musica che di solito fa da sottofondo alle tue giornate?
Non penso ce ne sia una. I talk show alla radio mi tengono compagnia, così come le opere che di volta in volta imparo.
Cosa ti manca di più quando sei lontano da casa?
Mia moglie e i miei figli, insieme alla routine famigliare.
Qual è la vacanza o il viaggio che vorresti fare e che non hai ancora fatto?
Non sono mai stato alle Hawaii o ai Caraibi. Penso che sarebbe un modo meraviglioso di staccare la spina.
Chi o cosa ti imbarazza?
Non molto mi imbarazza.
Com’è il tuo rapporto con il cibo?
Amo il cibo! Adoro cucinarlo, mangiarlo, sentirne il profumo e il sapore e guardarlo!
Dieta mediterranea, dieta macrobiotica o fast food?
Senza dubbio, dieta mediterranea! Alcune delle migliori cene in assoluto che ho fatto sono state nella Francia del sud e in Italia occidentale. Amo il cibo di quelle parti.
Qual è il tuo piatto preferito?
È divertente che questa risposta venga dopo la precedente domanda, perché sarà tipicamente americana. Il pensiero di un bel taglio di filetto, asparagi, patate al forno con salsa di funghi rapido ed un bel bicchiere di Bordeaux o di Medoc mi fa venire l’acquolina in bocca. (Un pasto alternativo sarebbe un hamburger, con patatine ed una Guiness.)
Vino rosso o bianco?
Rosso.
Il posto dove si mangia peggio?
Odio doverlo dire, ma non sono rimasto molto impressionato dalla cucina inglese. Ci sono anche alcuni posti negli USA dove la cucina non è il massimo. Specie le città più piccole o le città lontane dalle maggiori autostrade che si snodano per tutti gli USA.
La musica è stata una vocazione?
Credo che lo sia stata. Non la lirica, ma la musica in generale. Mi è sempre piaciuto cantare e recitare. Quand’ero al college pensavo che la recitazione sarebbe stata la mia strada e che mi sarei cimentato nel canto occasionalmente. All’epoca non conoscevo nemmeno l’opera, per cui non ci pensavo. Ad un certo punto divenne evidente che la mia voce era più adatta all’opera che al musical, quindi ho cominciato a dedicarmi alla lirica a tempo pieno, e sono grato di averlo fatto. Non credo che sarei riuscito a sopportare di dover cantare lo stesso ruolo 8 volte alla settimana, mese dopo mese.
A chi non conoscesse la tua voce, cosa faresti ascoltare?
Più che ascoltarmi, vorrei che mi vedessero sul palco. Penso che sia sul palco che io abbia il maggior impatto. Il pacchetto completo, se vogliamo.
Se ti fosse data l’opportunità di scegliere un ruolo, cosa canteresti?
Questa è difficile. Credo l’Otello.
Hai incontrato Marco Tutino, compositore di Senso di cui sei protagonista, e com’è il rapporto con lui?
L’ho incontrato. È spesso in teatro in questo periodo. Sembra avere una specie di approccio distaccato, ma non si fa problemi nel chiedere come mai, ad esempio, una certa cosa viene interpretata in un certo modo. Mi è sembrato molto simpatico, le poche volte che abbiamo effettivamente avuto tempo per parlare.
Il tuo ruolo in Senso è stato creato su misura per la tua voce?
No, non lo è stato. Ma sembra che sia adatti benissimo, tuttavia! Quindi, credo che sia stata una fortuna reciproca.
La versione originale cinematografica di Luchino Visconti ha influenzato al creazione dei personaggi e come? In caso non sia stata un influenza, quanto i personaggi dell’opera si discostano da quelli del film, tenendo conto delle differenze far il linguaggio cinematografico e quello teatrale?
Il film di Visconti ha certamente influenzato questa produzione. C’è un omaggio nella scena di apertura, e piccoli dettagli in tutta l’opera, che aiutano a mantenere vivi i sentimenti del film. Detto ciò, l’opera è decisamente diversa. L’opera è strutturata sulla novella di Boito, e il regista (Hugo de Ana) sembra fondere il romanzo e il film in maniera piuttosto ingegnosa. Tutino ha lasciato delle scene rilevanti del film intatte, mentre adattava la struttura generale dell’opera alla cadenza della novella. La sola cosa che mi è stata ripetuta più volte è che l’intenzione originale di Visconti era di avere Marlon Brando nel ruolo del protagonista. La cosa ovviamente non ha rappresentato un ostacolo, ma il personaggio che stiamo sviluppando in Hans Buchner va più nella direzione di Brando.
Cosa fai un’ora prima di salire sul palco?
La mia “routine” è il non avere una routine. A seconda del ruolo, posso riscaldarmi, bere un caffè, o semplicemente cercare di rilassarmi e rimanere concentrato nel mio camerino.
Cosa non manca mai nel tuo camerino?
Non ho richieste o bisogni particolari. Un attimo, mentre affermo questa cosa mi viene in mente che ho sempre con me fuori e sul palco le caramelle Ricola. Canto sempre con una Ricola in una guancia e vi garantisco che ce ne sono tantissime nel mio camerino. Quelle e qualsiasi tipo di piano forte. Che sia la mia tastiera elettronica o un piano verticale.
A cosa pensi quando ti guardi allo specchio?
Da dove vengono quei capelli bianchi?
Stato d’animo attuale?
Al momento sono abbastanza contento. Sono solo un po’ ansioso di avere la prossima opera ben fissa nella mia memoria e nella mia voce. Desidero molto tornare dalla mia famiglia e mi sento un po’ nervoso al pensiero di tutta la musica che devo imparare nel corso dei prossimi 12 mesi. Cerco di non pensarci e di affrontare le cose una alla volta.
Il tuo motto?
Ne ho diversi. “Tratta il tuo prossimo come desideri essere trattato.” “Se inizi qualcosa, portala a termine.” “Non dimenticare mai ciò che conta nella vita.”
Versione italiana a cura di Paolo Tancredi