Serenata su libretto di Francesco Ricciardi. Ava Pine (soprano), Jamie Barton (mezzosopano). Orchesta Barocca “Ars Lyrica Houston”. Matthew Dirst (direzione). 2 CD Dorian, DSL-92115 89′
Dopo la messa in scena della sua prima opera, Antioco (1721),ad Amburgo, Johann Adolf Hasse si trasferì in Italia, dove rapidamente affermò la sua popolarità, tanto da essere chiamato “il caro Sassone” (anche se in realtà non era affatto Sassone). Proprio al periodo italiano, risale la “serenata” Marc’Antonio e Cleopatra. Il genere della “Serenata” era assai in voga nel XVIII ed è assimilabile alla tipologia della Cantata, se non di maggiori dimensioni e con un maggior numero di esecutori, dai tre o quattro. Di soggetto generalmente mitologico, spesso a carattere celebrativo, le Serenate, erano eseguite sempre in forma concertistica, mai scenica, anche se spesso avevano una sorta di narrazione o vicenda. La composizione di Hasse, scritta su libretto del poeta ed impresario Francesco Ricciardi, venne eseguita a Napoli nel 1725 con la presenza del celebre castrato Carlo Broschi, detto “Farinelli” nel ruolo di Cleopatra e del contralto Vittoria Tesi in quello di Marc’Antonio. La musica di Hasse, oltre ad essere fatta su misura per incontrare le convenzioni del tempo, era quanto mai attenta a mettere in evidenza le doti vocali dei cantanti. Si ascoltano tutte le tipologie degli “affetti” cari al genere “serio”: dolore, furore, amore, ecc. nelle quali emerge la capacità di Hasse di essere un melodista di alta levatura. La presente prima registrazione assoluta integrale, si avvale in primis di una esecuzione strumentale pregevolissima. Il direttore Matthew Dirst si dimostra molto attento ai timbri strumentali e vocali. Le due interpreti, il soprano Ava Pine e il mezzosoprano Jamie Barton, sono altrettanto attente alla massima espressività delle loro bellissime arie. La prima ha il valore aggiunto di avere un timbro vocale pregevolissimo e una tecnica sicura, mentre il mezzosoprano si trova spesso in una tessitura piuttosto ingrata per i suoi mezzi, che pure la cantante affronta in modo infelice, aprendo sistematicamente il registro centrale, con un esito decisamente pessimo….peccato, perchè le intenzioni di canto sarebbero buone! Un doppio cd, interessante ma che, vista la durata irrisoria della composizione, poteva essere integrato con altre pagine, anche strumentali o vocali dello stesso autore.