Boston Early Music Festival Chamber Opera Series
“DIDO AND AENEAS”
Opera in tre atti su libretto di Nahum Tate
Musica di Henry Purcell
Dido, regina di Cartagine LAURA PUDWELL
Aenas, principe troiano DOUGLAS WILLIAMS
Belinda YULIA VAN DOREN
La Maga JASON McSTOOTS
Seconda donna TERESA WAKIM
Seconda strega CARRIE HANEMANN
Prima strega BRENNA WELLS
Uno spirito JOSE’ LEMOS
Ensemble vocale e strumentale del BEMF, con strumenti originali
BEMF Dance Ensemble
Direttore Paul ‘O Dette, Stephen Stubbs
Regia Gilbert Blin
Costumi Anna Watkins
Coreografia Melinda Sullivan
Boston, 27 novembre 2010
[fine-scheda]
Dido and Aeneas era la terza messinscena di opere da camera barocche proposte all Boston Early Music Festival, affidata ai direttori d’orchestra Paul O’Dette e Stephen Stubbs i quali, seguendo una pratica scenica assai in uso nel XVII sec, hanno inserito nella partitura altra musica di Purcell, soprattutto i balletti, come riempitivi dove il libretto originale indica spazi per la musica. Una prassi che, in questo caso, va a disperdere l’intensità drammatica di questa partitura che ha invece una costruzione teatrale pressochè perfetta. Disturba dover ascoltare dell’altra musica dopo il meraviglioso e commovente lamento corale sulla morte di Didone.
L’allestimento, firmato da Gilbert Blin riporta l’opera in una sua visione originale con, però il difetto di trasformare il personaggio della Maga e del suo seguito, in caricature, con il tenore Jason McStoots ed il coro di streghe che lanciano in vere risate invece di cantarle realmente, come generalmente si è abituati a sentire. Il mezzosoprano canadese Laura Pudwell nel ruolo di Didone si caratterizzava per una regalità piuttosto compassata, con l’aggiunta di non avere né la voce né la profondità emotiva che andrebbero profuse nella grande aria finale di Didone, “When I am in laid in earth”, una specie di proto-Wagneriano “Liebestod” Barocco. Nel ruolo di Enea, Douglas Williams era vocalmente centrato, anche se discontinuo nella resa, soprattutto perchè l’enfasi sulla gestualità imposta dal regista non lo ha certo aiutato a dare un certo carattere al personaggio. La Belinda di Yulia Van Doren soprano russo-americano è stata vocalmente gradevole e allegra, ma con un fraseggio talvolta piuttosto confuso.
Né i sontuosi costumi né le raffinate danze barocche hanno compensato sufficientemente lo stravolgimento e gli eccessivi interventi sulla partitura originale. Pregevolissima la prova dell’ensemble del BEMF composto a da alcuni tra i massimi strumentisti in campo barocco: Paul O’Dette e Stephen Stubbs ai liuti e alle chitarre; i violinisti Robert Mealy, Cynthia Miller Freivogel la viola di Laura Jeppesen, e il violoncello d Phoebe Carai ed Avi Stein al clavicembalo. Buono l’ensemble vocale che ha però dato il suo meglio al momento del bis, un vigoroso inno tratto dal King Arthur sempre di Purcell.
Foto André Costantini