Lima, Teatro Segura, Stagione di Zarzuela 2010
“LA LEYENDA DEL BESO”
Zarzuela in Tre Atti di Enrique Royo, Antonio Paso figlio e Silva Aramburu.
Música de Reveriano Soutullo e Juan Vert
Amapola MILAGROS MARTIN
Conde Mario LUIS CANSINO
Ivan RICARDO MUÑIZ
Madre Ulita MARIELA TREJOS
Alesko WILSON HIDALGO
Coral LORENA ARANDA
Goron ARTUR VIGO
Simeona ROSA PARODI
Estrella GIANNINA SALGADO
Charito GINETTE URBINA
Margot PAOLA DEL CARPIO
Alfonso LUIS ASMAT
Ernesto JOSE LUIS COSTA
Juan PEDRO BERDEJO
Urko NOE VALDIVIEZO
Cristobal ALEXANDER PACHECO
Amici di Mario GISELLA MILLA, ELSA MORINO
RONALD SAENZ, ANGEL LOPEZ
Orquesta Sinfónica Ciudad de Lima
Coro Lirico Ciudad de Lima
Direttore Espartaco Lavalle Terrry
Maestro del Coro Javier Sunico Raborg
Regia e costumi Emilio Montero
Coreografie Lourdes Carlin
Scene Pepe Sialer
Lima, 23 ottobre 2010
“La Leyenda del Beso” è una Zarzuela in tre atti di Reveriano Soutullo e Juan Vert su libretto di Enrique Reoyo, Antonio Paso figlio e José Silva Aramburu, andata in scena al Teatro Apollo di Madrid il 18 gennaio di1924. Si conoscono anche delle famose registrazioni discografiche di questo lavoro. Le più note sono quelle del 1958, diretta da Enrique Estela con Dolores Pérez,conosciuta anche con lo pseudonimo di Lily Berchman, Alberto Aguilá e José Picasso nei ruoli principali, e quella del 1973, diretta da Benito Lauret con Ángeles Gulín, Antonio Biancas e Francisco Ortiz. Sono poi molto note an le incisioni del duetto Amapola / Iván interpretate da Pilar Lorengar con Plácido Domingo ( Salisburgo, 1983), e da Montserrat Caballé con il marito il tenore Bernabé Martí (CD “Zarzuela Arias & Duets”1967).
In questa occasione,”L’Associazione Romanza” ha convocato, per i ruoli principali, tre interpreti molto rinomati nel campo della Zarzuela: il soprano Milagros Martin, il baritono Luis Lento ed il tenore Ricardo Muñiz. Milagros Martin, nel ruolo di Amapola, ha fatto sfoggio ancora una volta della sua bella voce unita a una linea di canto molto raffinata. La si è anche potuta apprezzare anche come disinvolta ballerina nell’interpretazione della zambra. In quanto a Luis Lento, nel ruolo del Conte Mario, possiamo affermare che era da molti anni che non si ascoltava a Lima un baritono di Zarzuela di così alto livello. Dall’epoca dei già menzionati Alberto Aguilá, Juan Gual o Tomás Álvarez. Lento è dotato di una voce bella e potente e la sua tecnica vocale ineccepibile gli permette di cantare con una notevole semplicità e controllare magistralmente anche le mezzevoci. Anche per lui va sottolineata la grande disinvoltura interpretativa, che gli deriva dalla sua profonda conoscenza del genere. Il tenore Ricardo Muñiz, nel ruolo di Iván, si è distinto per la sua imponente presenza scenica ed il suo bel timbro, interpretando il personaggio con gran scioltezza vocale e teatrale.
Tra gli altri interpreti segnaliamo inoltre il giovane e promettente soprano leggero peruviano Lorena Aranda che si è distinta nel ruolo di Coral, il giovane tenore comico Arturo Vigo, proveniente dal coro di Romanza che ha debuttato come Gorón, mostrando simpatia, vis comica ed un’eccellente voce. Ha ottenuto molti consensi da parte del pubblico che lo ha molto apprezzato in particolare quando ha cantato e ballato il fox trot gitano. Un genere di ballo, quello del Il fox trot, assai di moda all’epoca in cui fu composta la Zarzuela. Citiamo ancora il soprano comico peruviano Rosa Parodi, come Simeona, che ha brillato per la bella voce, la grazia e la simpatia che richiese il ruolo, una assai nota e prestigiosa caratterista Mariella Trejos , stupenda nel ruolo della cattiva Ulita e ha recitato magistralmente la “leggenda” del bacio, ricevendo calorosi applausi dal pubblico, Il tenore Noé Valdiviezo, nel ruolo del gitano Gurko, ha fatto un’eccellente impressione cantando la sua breve romanza del secondo atto (“Compañero, compañero de la errante caravana”). Molto bene anche l’attore Wilson Hidalgo come Alesko, il capotribù e così, via via tutte le altre parti che hanno recitato con notevole convinzione.
L’orchestra, diretta dal giovane maestro Espártaco Lavalle Terry, ha eseguto correttamente la bella partitura dell’opera, superando postivamente una prova tutt’altro che facile. Merita una citazione la violinista Maria Foust che si è messa in luce nei suoi interventi solistici. Ottimo il Coro, diretto dal maestro Javier Súnico, che ha mostrato una non comune disinvoltura scenica, così come i danzatori preparati da Lourdes Carlín che hanno interpretato i differenti ritmi con gran proprietà, autenticità e grazia. Eccellente la regia Emilio Montero, che ha anche creato dei costumi, molto apprezzati per autenticità, cromatismo ed armonia estetica. Non capiamo perché si è deciso di modificare il finale dell’operetta, con la morte di Mario accoltellato da Iván. Non era necessario ed inoltre si mina l’integrità dell’opera.
Discorso diverso invece per la scenografia di Pepe Sialer, eccessivamente schematica e piuttosto squilibrata, come nel caso delle cinque enormi statue greche. È certo che nel mondo dell’opera è di moda il minimalismo, benché abbia molti detrattori. È anche certo che la crisi economica globale limita le possibilità. Accettiamo anche che nei giardini di un castello castigliano ci possano essere statue greche. Ma niente di questo giustifica il privare gli spettatori dell’ambiente adeguato per lo sviluppo dell’opera.
Infine va lodato l’impegno di “Romanza”, in collaborazione con l’Università di San Martin di Porres nell’offrire spettacoli di Zarzuela di alta qualità, unito allo sforzo per portare i migliori artisti del genere e contemporaneamente sviluppare la tradizionale passione per la Zarzuela del pubblico di Lima che sta ritornando al teatro con crescente entusiasmo. La successiva che si dovrà affrontare sarà quella di attrarre le nuove generazioni per assicurare la continuità del genere lirico spagnolo che è un prezioso patrimonio culturale che la Spagna condivide con l’America Latina.
Foto Emilio Montero Schwarz